ORLANDO, I miei ricordi da compagno di Borgonovo
Firenze si prepara a una straordinaria partita del cuore. E della solidarietà. Fiorentina e Milan (di ieri e di oggi) si sfideranno mercoledì sera (ore 20.30) allo stadio «Franchi». Una sfida in amicizia per aiutare e stare vicini a Stefano Borgonovo. L’ex compagno di mille avventure, di centinaia di partite, di grappoli di emozioni. E di emozioni e ricordi legati a Borgogol ne ha tanti da raccontare anche Massimo Orlando che nelle sue stagioni in viola è addirittura stato compagno di appartamento dell’ex attaccante.
«E’ vero — racconta Orlando — per un anno ho vissuto nella stessa casa di Stefano. Vivevamo insieme perché sua moglie Chantal doveva partorire e non si era trasferita a Firenze».
Un anno di convivenza e l’inizio di un’amicizia vera...
«Verissima. E non mi riferisco solo a quella che può nascere sul campo di allenamento quando lavori insieme per tante ore. Considero Stefano un amico vero. Un amico con il quale ho speso e trascorso una parte molto bella della mia vita».
La foto di Borgonovo che conserva più volentieri?
«Il suo sorriso. Un sorriso sincero ed emblematico. Stefano sapeva sdrammatizzare tutte le situazioni, anche le più complicate. Un grande carattere, il suo».
Che effetto le farà riabbracciarlo, mercoledì sera?
«Sarà un momento toccante, non ci sono dubbi».
L’ultima volta che vi siete visti?
«Qualche tempo fa. Poi, un amico comune mi aveva detto che avrebbe voluto vedermi a casa sua, nei mesi scorsi. Sarei andato da lui, poi è nata la partita di mercoledì e sarà questa l’occasione migliore per rivederci».
Solo parole dolci nei confronti di Borgonovo, ma ci sarà una volta che avete litigato...
«In modo serio no.
Mai. Ma qualche... scintilla c’è stata per un’altra ragione».
Quale?
«Per un periodo Borgo diventò il mio uomo-assist. Mi sembra che grazie a lui segnai quattro gol di fila... La sera arrivò a casa e mi disse: ’Caro Massimo, così non va. Dovresti essere tu a farmi fare gol, ma qui mi sembra che tu stia prendendo una brutta abitudine’».
Dalle stagioni in maglia viola a oggi: ci sono stati altri momenti in cui siete tornati in contatto?
«Sarebbe dovuto accadere tre anni fa, poi... la malattia...».
Che cosa dovevate fare?
«Avevamo un bel progetto da realizzare. Avremmo dovuto cominciare a a collaborare con una scuola calcio, a Livigno. Ma quel sogno non è mai diventato realtà».
Colpa di quella terribile malattia?
«Aspettavo una mail da Borgonovo. In quella mail dovevano esserci i punti da perfezionare per iniziare questa attività. Quella mail, purtroppo, non mi è mai arrivata».
Passiamo alla partita di mercoledì: Orlando titolare per 90 minuti?
«Titolare? Magari, ma non sarei così sicuro. Sono alle prese con qualche problemino fisico e quindi...».
Ma come, anche adesso che come calciatore è in pensione, continua con i problemini che la tartassavano nelle sue stagioni in viola?
«Eh... ci vuole pazienza. Comunque se Stefano legge queste cose di sicuro si farà una bella risata. Quando parlavamo dei miei infortuni lui si lamentava sempre e diceva: ’Oh, ma sei ancora ’rotto’ tu’?».