"OCCHI PUNTATI SU..." Le 5 giornate di Sinisa

10.10.2011 00:00 di  Stefano Borgi   vedi letture
 "OCCHI PUNTATI SU..." Le 5 giornate di Sinisa
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Cesena fuori, Catania in casa, Juventus a Torino, Genoa a Firenze, a chiudere il Chievo a Verona. Poi la sosta (l'ennesima) per la nazionale. Cinque giornate da dentro o fuori, dopo le quali sapremo se Sinisa Mihajlovic sarà ancora l'allenatore della Fiorentina. Messa così sembra quasi un ultimatum, una serie di esami senza appello, al termine dei quali lo scolaro Mihajlovic verrà promosso o bocciato. In realtà è il periodo di prova che la società viola ha concesso al tecnico serbo per dimostrare di essere un allenatore "da Fiorentina". Eh già, perchè quest'anno è cambiata la musica un pò per tutti: giocatori, allenatore e direttore sportivo. Con una differenza: che in società tutti sono convinti della forza della squadra, che la rosa abbia alternative valide in ogni reparto, che se la possa giocare alla pari con tutte, almeno per l'Europa League. Non tutti sono altrettanto convinti del valore di Sinisa (sopratutto dopo il passo falso casalingo contro la Lazio), al quale dopo la scorsa stagione è stata data una seconda possibilità, ma non a tempo indeterminato. Dietro l'angolo ci potrebbe essere Delio Rossi, che sta rifiutando panchine su panchine (l'ultima, il Bologna), nome graditissimo alla piazza e, si dice, anche alla proprietà. Nel mezzo Pantaleo Corvino, anche lui sotto esame, al quale recentemente è stato rimproverato di aver maturato un passivo di 20 milioni di euro a fine mercato, e di non essere riuscito a convincere Montolivo a prolungare il contratto. Piccoli accenni, messaggi criptico-subliminali, avvertimenti taciti che denotano un'impazienza e/o insofferenza verso il ds viola che non si riscontrava gli altri anni. Questo per dire che la "protezione" di Corvino verso Mihajlovic stavolta è molto meno forte, e soggetta sempre di più al parere della proprietà. Ricordiamo, altresì, che anche Corvino è in scadenza di contratto, e non si parla di rinnovo (nonostante la sicumera più volte da lui stesso ostentata), e che per la prima volta da quando è alla Fiorentina Pantaleo è stato affiancato da altre figure professionali: in primis Vincenzo Guerini, nominalmente club manager ma primo referente della proprietà, e Gianfrando Teotino, molto più che un semplice direttore della comunicazione. Insomma, per la prima volta da sei anni a questa parte Pantaleo Corvino non "balla" da solo.

Ma torniamo alle cinque giornate di Sinisa: l'accostamento con le "cinque giornate" di Milano (collocazione storica tra il 18 ed il 22 marzo del 1848) è evidente, e come allora queste cinque partite potrebbero dare il via alla "prima guerra d'Indipendenza" di Sinisa. Tradotto, potrebbero dare molto più potere al mister viola, come toglierglielo definitivamente. Ognuna di queste cinque giornate ha un significato particolare: si va dal deja-vù col "fenomeno" Adrian Mutu che, sul sintetico di Cesena, attende i suoi ex compagni per riaffermare l'antica leadership. Si prosegue col Catania di Vincenzino Montella, uno dei giocatori che in carriera ha segnato di più ai viola, con la società siciliana che nel 2009 ha lanciato nel grande calcio il Mihajlovic allenatore. La terza giornata sarà Juventus-Fiorentina, nel nuovo, splendido, avveniristico impianto bianconero, il primo scontro con una delle quattro "big" (le altre sono Milan, Inter e Roma). E' inutile dirlo, la partita con la Juve riveste un fascino unico, particolare, e siamo convinti che stavolta Mihajlovic non farà l'errore di sottovalutare piuttosto che denigrare il confronto con i bianconeri (ricordate la volta scorsa? "spero di vincere così non mi romperanno più le balle che non vinco contro la Juventus..." ebbe a dire Sinisa, mostrando una strafottenza che offese la tifoseria viola). Poi tocca al Genoa, dell'ex Dainelli ma sopratutto dell'ex Seba Frey, che non perde occasione per "sputare" (metaforicamente, s'intende) sul piatto nel quale ha mangiato fino a poco tempo fa. Si chiude a Verona col Chievo, in uno stadio che storicamente porta bene alla Fiorentina. Al "Bentegodi" nell'ottobre del 1972 esordì in serie A Giancarlo Antognoni, nel maggio 2006 i viola conquistarono la loro prima (ahimè virtuale) qualificazione alla Champions League. L'anno scorso, infine, fu vittoria per 1-0 con gol di Vargas su punizione, custodita fino al 90' da un Boruc praticamente insuperabile. La verità, dunque, alla fine di questo mini-ciclo di cinque giornate. Beninteso, la posizione di Mihajlovic potrebbe precipitare fin da domenica prossima in caso di catastrofe al Manuzzi di Cesena. Più verosimilmente la proprietà viola farà passare queste "cinque giornate di Sinisa", per capire, per valutare, per non sbagliare una decisione che condizionerebbe (in un senso o nell'altro) a lungo il futuro della Fiorentina.