PRANDELLI, ROSSI LO SAPEVA: NON ERA GUARITO DEL TUTTO

a cura di Iac.Barl.
03.06.2014 17:33 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
PRANDELLI, ROSSI LO SAPEVA: NON ERA GUARITO DEL TUTTO
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© foto di Federico De Luca

Vigilia di Italia-Lussemburgo ma anche prima conferenza stampa del ct dopo la lista definitiva dei 23 convocati. Il ct Cesare Prandelli spiega: "Queste reazioni non me l'aspettavo. Senza dare alcun tipo di giudizio, sono costretto a chiarire se possibile quello che è successo. Con Giuseppe Rossi mi sono incontrato a Coverciano il 7 (maggio, ndr), alle 6 di pomeriggio: i tempi che erano previsti non sono stati attutati in campo, la finale di coppa Italia Pepito l'ha giocata pochi minuti. Sono andato con l'intenzione di dirgli che non era nei trenta. Ma poi ho capito che poteva essere un bel messaggio per tutti, mi ha detto 'ti sorprenderò'. In quel momento però gli ho detto che non era nei 23, gliel'ho ripetuto, però poteva essere una bella storia da raccontare. Gli ho anche detto che è stata una decisione sofferta, anche perché ho dovuto lasciar fuori un ragazzo che per 10 anni ho sempre fatto giocare e stimato (Gilardino, ndr?): non ho avuto il coraggio in quel momento a essere forte, ho accettato questa sfida (di inserirlo nei pre-convocati, ndr), ma gli ho ripetuto più volte "non sei nei 23". Lui ha lavorato, sempre bene, con entusiasmo. Il primo giorno ho detto che "lui in ogni caso aveva vinto". Ma ognuno sapeva qual era il suo ruolo. Abbiamo visto i filmati degli allenamenti, i test fisici erano positivi, qualcos'altro meno, ma prima dell'ultima partita (quella con l'Irlanda, ndr) gli ho detto: voglio vedere qualcosa in più in campo, vorrei vedere quei gesti che inconsciamente un giocatore fa dopo aver subito un trauma, voglio vedere un attaccante che gioca da attaccante, non a centrocampo. L'ho messo davanti, togliendo anche Immobile: e ho visto quello che dovevo vedere. Non mi son voluto prendere un rischio così grande dei confronti della mia squadra, dei miei giocatori, Fiorentina e dei tifosi della Fiorentina: gli ho comunicato che non aveva completato il percorso di guarigione".
"La reazione di Firenze? Ogni città difende il suo idolo: il nostro ruolo è quello di fare delle scelte.

La delusione è quando si cerca di non essere corretti. I social network fanno parte della vita ormai. Ho rivissuto i giorni di Calciopoli, quando Della Valle diceva 'male non fare paura non avere'. Io non ho fatto del male a nessuno, sono stato chiaro con tutti. Se ci sono scelte non condivisibili fa parte del lavoro: ma dovrebbe finire lì. Certe affermazioni ripetute sono violenze".
"Rossi che dice 'ero il migliore nei test'? I suoi dati erano buoni, altri meno. Non è tanto quello".
"Destro? Non avrei voluto portare tre punte, gli chiesi se eventualmente era disponibile a venire in Brasile a fare la riserva. Lui ha detto 'ci penso'. Ho scelto di portare Insigne come punta esterna. Gli ho chiesto: Hai nulla da dire? Lui ha detto, no".
"Romulo? Può fare tre ruoli e i dati dicono che è stato tra i migliori del campionato. Però i risultati non erano brillanti, gli ho chiesto cosa accadeva, lui si è messo a piangere e mi ha detto del problema che aveva. Si è commosso".