FIORENTINA, Non dire gatto se non c'è la A nel sacco

10.04.2012 10:28 di  Marco Conterio   vedi letture
FIORENTINA, Non dire gatto se non c'è la A nel sacco
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© foto di Federico De Luca

Progetto, futuro, rifondazione, ricostruzione. Termini belli, coi quali riempirsi la bocca e bagnarsi le labbra è sin troppo facile. Esser pragmatici e concreti, però, non guasta. Sicché prima di guardare al domani, meglio pensare al presente, o almeno fare le due cose al meglio, anche contemporaneamente. Perché per capire quel che sarà di Vargas, di Jovetic, di Rossi e di Oriali, c'è tempo. Adesso è il Palermo che chiama e, classifica alla mano, è cosa buona e giusta che la Fiorentina risponda. Anche perché il Lecce in fondo è solo a meno cinque, Parma e Genoa a meno uno ed anche per la città e per i tifosi sarebbe giusto che alle stelle di Milano non seguissero certo le stalle del Franchi.

Concretezza e carattere. La ricetta per non perdere la via maestra dei successi è questa. Mettere da parte i facili entusiasmi post San Siro è altrettanto necessario, perché crogiolarsi in una simile vittoria è peccare di presunzione, visto che alla fine della fiera sono tre punti che contavano come quelli che i viola avrebbero potuto fare contro Chievo e compagnia cantante. Saranno queste anche le parole di Delio Rossi, sì rinfrancato ma non certo tranquillizzato, che arriveranno tra poco. Vincere col Palermo sarebbe importante, quasi fondamentale, perché poi razionalmente la vittoria sarebbe ad un passo, a quota 39 punti. Per i calcoli e per il futuro, però, c'è tempo. Meglio il presente, meglio la salvezza, il prima possibile.