AMRABAT, Quel ruolo da leader e il futuro in bilico
Riavvolgendo il nastro, la stagione di Sofyan Amrabat si contraddistingue per una serie sorprendentemente costante di alti e bassi. S’inizia con ottimi presupposti, il marocchino si comporta da leader e sembra finalmente tornato ai livelli di Verona, suggellati da un notevole Mondiale in Qatar a cui seguono le insistenti voci di mercato riconducibili in particolar modo alla Spagna. Poi lo strappo con la tifoseria (e non solo). La Catalogna chiama e il classe ’96 si fa ammaliare dalle lusinghe di mister Xavi Hernandez, esponendosi in maniera improvvida sui social. Troppo tardi, il Barcellona non ottiene il benestare della Liga a offrire ai viola l’obbligo di riscatto e salta tutto.
Dopodiché un periodo di transizione nel quale Amrabat, stanco e sfiduciato, diviene lo specchio della modestia gigliata che culmina nella contestazione post Empoli. D'un tratto scatta qualcosa, mister Vincenzo Italiano può contare su un organico più o meno completo e consegna al ventiseienne le chiavi della mediana al fianco di Rolando Mandragora: ecco tornato l’insormontabile frangiflutti voluto a tutti i costi dal presidente Rocco Commisso. E i dissidi invernali sono già parte del passato o, meglio, del futuro (Nordin Amrabat docet). Ma quel che è certo è che la Fiorentina, nel rush finale che l'attende, potrà contare sul migliore Amrabat. Il resto si deciderà, insieme.