"LUCI A SAN SIRO", Un TOP 11 semplicemente...da favola
C'era una volta il "Top 11". Un premio ambito, prestigioso, spesso promulgato da riviste specializzate (Guerin Sportivo in primis) piuttosto che da sponsor ed organizzazioni calcistiche di vario genere. Lo dice la definizione stessa: il "Top 11" è una formazione composta dai migliori elementi, ruolo per ruolo, selezionati delle squadre partecipanti alle più disparate competizioni internazionali. Dal Campionato del mondo a quello Europeo, dalla Coppa America all'Intercontinentale per club, dalla Champions League al campionato amatori... ogni torneo che si rispetti, alla fine, incorona l'undici ideale, per la gioia di media e giornali. Noi, allora, in attesa che si accendano le "Luci a San Siro" su Milan-Fiorentina, ci siamo divertiti a tirar giù una lista di giocatori che nella loro carriera hanno vestito entrambe le casacche, quella viola e quella rossonera. Abbiamo provato a sistemarli (anche tatticamente) su un rettangolo verde virtuale e ne è venuto fuori un undici semplicemente... da favola. Innanzitutto i portieri con Ricky Albertosi e Giovanni Galli alfieri di una tradizione che resiste orgogliosa all'usura del tempo. In difesa potenza e velocità con Vierchowod, Battistini e Carobbi. Un centrocampo di qualità e quantità formato da “provvidenza” Massaro, Massimo Orlando, Manuel Rui Costa ed un gregariato di lusso con Fuser e Brocchi, fino all'attacco, sublimazione di classe, tecnica, e fantasia che schiera il popolare “uccellino” Kurt Hamrin, il “divin codino” Roby Baggio, “cavallo pazzo” Luciano Chiarugi ed il brasiliano Amarildo. Anche in questo caso riserve di lusso con Stefano Borgonovo e Pierino Prati che, ne siamo certi, non avrebbero accettato di buon grado la panchina.
E a proposito... non è da meno il parco allenatori: dal “Paron” Nereo Rocco per arrivare al Barone Nils Liedholm tecnico della stella milanista nel 78' ma autentico pigmalione di un giovanissimo Giancarlo Antognoni. E poi Arrigo Sacchi pluridecorato alla corte di Berlusconi, protagonista di una stagione nella primavera viola che ha lasciato un segno indelebile. E infine lui, l'Imperatore, Fatih Terim, sfavillante in quei sei mesi trascorsi in riva all'Arno dal 2000 al 2001, misteriosamente balbettante a Milano vittima della sua intransigenza e di un pizzico di presunzione. Il modulo? Un inedito 3-4-3 (Arrigo, talebano del 4-4-2, ci perdonerà...) considerando i soli tre difensori a disposizione (Vierchowod a destra, Battistini al centro e Carobbi sulla sinistra) e le tre punte di movimento Roby Baggio, Kurt Hamrin e Luciano Chiarugi. In alternativa il 4-4-2 caro al tecnico di Fusignano (ma anche all'imperatore Fatih Terim) con l'inserimento di un esterno di destra (Fuser o Brocchi) e di una seconda punta da scegliere tra Borgonovo e Prati. A noi piace, voi che ne dite?