PEKKATO DI GOLA
L'infortunio di Pizarro non è un infortunio come gli altri. Nel senso che non è casuale, non è fortuito. Come lui stesso ha ammesso: "E' colpa mia se mi sono fatto male. Non dovevo entrare, ho insistito io col mister per giocare. Il problema è che avevo troppa voglia, e allora..." Parafrasando il soprannome del regista viola, un "Pek"-kato di gola, un'imprudenza dettata dal troppo entusiasmo, dall'amore verso la maglia. Comunque una grave ingenuità. Il risultato potrebbe essere tremendo: di certo uno stiramento, forse uno strappo, anche se al momento non sappiamo l'entità dell'infortunio. Però se uno è il miglior medico di se stesso, le parole del cileno lasciano poche speranze. "Spero sia un infortunio di poco conto - ha chiosato il Pek - ma non credo. Ho paura di essermi fatto male sul serio, proprio ora che comincia la stagione". Qualcuno ha detto: l'ennesima follia di Pizarro, dopo le dichiarazioni estive che lo volevano lontano da Firenze. Poi il riavvicinamento, la ricucitura, le dichiarazioni contro il "palazzo" (altra piccola follia), il deferimento. Quindi il ritiro di Moena, trascorso senza intoppi, tra l'entusiasmo della gente e l'allegria dello stesso Pizarro che più volte è apparso sopra le righe. Come l'ultimo giorno quando ballava da solo in mezzo al campo al ritmo di: "Au se te pego" di Michel Telò. Oppure quando sfidava i compagni a colpire la traversa da centrocampo (e proprio lui vinse la sfida con una prodezza balistica d'altri tempi). E ancora, quando a fine allenamento usciva urlando, ebbro di una felicità artificiale, certamente inconsueta per chi lo conosce bene. Quasi a testimoniare lo scampato pericolo di non giocar più ad alti livelli, conscio dell'errore ad aver seguito i consigli di un improvvido procuratore. Ora il rientro in nazionale e quei 20 minuti vissuti come un miraggio, anche se le condizioni fisiche consigliavano il riposo. Tutto questo fa parte di un Pekkato di gola per il quale il cileno pagherà le conseguenze. Lui e la Fiorentina, che sappiamo non averla presa bene... a pochi giorni dal preliminare di Europa League.
CIAK, SI (RI)GIRA! Adesso per Montella comincia un nuovo film, per di più senza il regista titolare. Si va dalle due settimane ai due mesi di stop, e comunque l'assenza contro il Grassoppher è certa. Che fare? Mantenere il 3-5-2 cambiando il cileno con Ambrosini, oppure strambare sul 4-3-3 con un centrocampo muscolare ed il tridente (Cuadrado-Rossi-Gomez) libero di offendere? Oppure ancora: varare un 4-2-3-1 rinunciando ad un centrocampista, ed inserire Ilicic dietro la coppia Rossi (Ljajic)-Gomez? Per fortuna le alternative non mancano, però i problemi non finiscono qua. E se l'infortunio fosse più grave del previsto? Ecco che la sedia del regista rimarrebbe vuota a lungo e dovrebbe esser rigirato tutto il film, da cima a fondo. Perchè uno come Pizarro non si sostituisce facilmente, si surroga fin quando è possibile ma poi... E non c'è Bakic che tenga, troppa la differenza di spessore ed esperienza tra i due. Allora tornano di moda le voci di mercato: Xabi Alonso sarebbe il sostituto naturale, ma chi li paga 4 milioni di ingaggio? A ruota viene il nome di Naingollan, ma chi lo sente Cellino che chiede la bellezza di 15 milioni? (ora a maggior ragione sapendo la necessità dei viola). Avevano ragione i nostri nonni: chi troppo vuole nulla stringe, e persino Dante la pensava così mettendo i golosi all'Inferno. Ancora una volta Pizarro ha esagerato, ancora una volta ha sbagliato misura. Speriamo solo sia l'ultima...