VLAHOVIC, SVOLTA A UN PASSO: PRONTO A RESTARE A FIRENZE. DECISIVO IL FACCIA A FACCIA CON COMMISSO. STASERA A ROMA PRENDE LE MOSSE UNA FIORENTINA TRA ENTUSIASMO E FARI SPENTI. FASCIA A BIRAGHI: UNA SCELTA INDISCUTIBILE
Ci siamo, ancora poche ore e inizierà ufficialmente anche il campionato della Fiorentina, il terzo dell’era Commisso. Una stagione in cui la squadra viola, pur tra qualche incognita di mercato ancora da risolvere (mancano all'appello un esterno alto, un nuovo terzino destro, un vice Vlahovic e, forse, anche un regista al posto di Pulgar), ha scelto di partire a fari spenti, senza dichiarare alcun tipo di obiettivo: “Dal nono posto in su” ha auspicato da Marina di Gioiosa Jonica il presidente e la speranza, stavolta, è che possa avere davvero ragione (l’anno scorso aveva chiesto di migliorare la decima posizione del 2020 e invece il piazzamento finale è stato un triste tredicesimo posto in classifica). Acqua passata, però: la Fiorentina che stasera farà il suo esordio a Roma è una squadra in cui - grazie alla ventata d’aria fresca portata da Italiano e il suo staff - si respirano solo ottime sensazioni. Tutti, a cominciare dalla Curva, hanno definito la nuova stagione “l’anno zero” e al momento tanto la società quanto la squadra sembrano calati nella propria missione di riscatto.
A cominciare da Dusan Vlahovic. I tifosi viola ormai hanno fatto il callo in questi anni ai “casi” estivi di mercato. Da Bernardeschi con la dissenteria a Kalinic con i ladri in casa, passando per il malato immaginario Veretout e lo stizzito Chiesa, di storie su chi ha forzato la mano per andarsene ne sono state raccontate tante. Eppure la situazione attorno al classe 2000 è stata gestita in modo diametralmente opposto da Moena in poi. E l'epilogo, dopo settimane di fuoco in cui l'apice del rischio è stato toccato venerdì sera con la telefonata al serbo da parte di Simeone, sembra essere ormai dietro l'angolo: il golden boy pare aver scelto di restare a Firenze. Una decisione più che logica visto che, tra l'altro, la Fiorentina non ha mai avuto intenzione di ascoltare le offerte che erano arrivate sul suo conto da Atletico, Tottenham e Manchester City. La svolta è avvenuta ieri mattina, dopo l’allenamento: è stato allora che è andato in scena un faccia a faccia in call conference tra Vlahovic e Commisso svelato in anteprima proprio da Firenzeviola.it. Sono state ore di riflessione ma alla fine (dopo che i due si sono rivisti a Roma) è arrivato lo stop ad una telenovela che ha tenuto col fiato sospeso migliaia di tifosi. E per certi aspetti anche Vincenzo Italiano. Per il patron, tuttavia, sarà fondamentale adesso che il serbo estenda il suo contratto alle cifre pattuite a luglio (con clausola di 80 milioni) fino al 2025. Solo allora l'opera di convincimento potrà essere completa. Ma è fuori discussione che la società abbia gestito fin qui più che bene (e con coerenza, come fu nel 2019 per Chiesa) una potenziale patata bollente.
Chiusura doverosa con Cristiano Biraghi, il nuovo capitano viola. Le scelte che uno spogliatoio prende - per quanto alla piazza o a parte della stampa possano sembrare non adeguate - non si discutono. Si rispettano e basta perché il compito prioritario di un capitano è quello di dare voce alla squadra nei momenti di tensione o difficoltà. Chi vi scrive, oltretutto, in passato si è trovato più di una volta nella condizione di doversi confrontare con il terzino (per un articolo venuto male o un’opinione risultata poco simpatica) per cui absit iniuria verbis: il giudizio è mai come oggi incondizionato. Biraghi peraltro è un dei pochi calciatori ancora in rosa che il 4 marzo 2018 ha vissuto il dramma della scomparsa di Astori sulla sua pelle e al di là di qualche incomprensione di troppo con la piazza ha sempre dimostrato carisma e personalità. Negli anni scorsi, tanto per fare un esempio, quando al termine di una gara finita male i compagni (o il capitano stesso…) preferivano non parlare alla stampa, il difensore ha sempre dato la sua disponibilità mettendoci la faccia. Lo stesso ha fatto a Moena, dando l’ennesimo esempio di leadership. Carattere spigoloso a parte (ma nessuno è perfetto), la scelta di premiarlo con la fascia è ineccepibile.