VIOLA, UN PASSO INDIETRO. CARATTERE OK, FASE OFFENSIVA NO. PRANDELLI VUOLE UNA ROSA SNELLA. CAICEDO E TORREIRA, PISTE CALDE. EL SHAARAWY GRADISCE FIRENZE

04.01.2021 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
VIOLA, UN PASSO INDIETRO. CARATTERE OK, FASE OFFENSIVA NO. PRANDELLI VUOLE UNA ROSA SNELLA. CAICEDO E TORREIRA, PISTE CALDE. EL SHAARAWY GRADISCE FIRENZE
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Falsini

Resta l’amaro in bocca, ma era prevedibile. Quando sei reduce da una prestazione sontuosa come quella di Torino ti aspetti ancora un retrogusto dolce e se non arriva la sensazione è brutta. Il pari col Bologna è giusto nello sviluppo della partita: prima parte rossoblu, seconda con una Fiorentina diversa, quantomeno vogliosa di vincere. Il Bologna ha finito schierando dieci uomini di fronte alla propria area di rigore, non ripartiva più. Ma se pensiamo ai primi 45 minuti negli occhi ci restano tre-interventi-tre di Dragowski, decisivi. Palacio murato due volte, una respinta velenosa su Barrow. Il polacco è stato il migliore dei viola, dopo di lui Ribery. Se Dragowski va sul podio ancora significa che qualcosa non funziona. Spesso i viola sono stati trapassati centralmente, seppur su errori individuali, ci ricordiamo la palla persa da Borja, imbucata di Soriano, Palacio libero nel mezzo; poi il liscio di Pezzella e di nuovo Palacio a sfondare sulla destra. Come dire, basterebbe intanto smettere di perdere palloni così velenosi e già la Fiorentina sarebbe un pezzo avanti col lavoro. Il problema più grande, la grande ferita della Fiorentina e che mette in risalto il maggior errore commesso sul mercato la scorsa estate, rimane l’attacco.

I viola non tirano in porta. Ribery ha preso un palo in apertura, ma di manovra corale c’è stato poco o nulla: iniziativa personale del transalpino e legno. E’ successo anche nella ripresa: i polmoni di Ribery sparavano ancora energia e lui scatenato, da solo, teneva sotto pressione la terza linea di Mihajlovic. Se non era Ribery-Bologna poco ci mancava. Frank è al servizio della causa viola, crede ciecamente nel lavoro di Prandelli, di questo prendiamone atto e ce ne rallegriamo. Ma non è sufficiente.

Vlahovic non è stato assistito dal centrocampo e lui non ha fatto molto per farsi assistere. Anche per Dusan è stato un passo indietro rispetto a Torino. Forse due. Non parliamo di Kouame entrato nella ripresa al posto del serbo. L’ex genoano sembra avulso dalla squadra. Pare quasi che la partita non lo riguardi, poco convinto. Tutto molto strano. Restiamo dell’idea che sia una buona seconda punta, ma non un centravanti. E questo lo pensava anche Prandelli, lo aveva spiegato bene. Cesare ci ha sorpreso schierandolo al posto di Vlahovic. L’unica spiegazione è che Prandelli, uomo di buon senso, abbia capito che la Fiorentina attuale sia ancora in malattia e non riesca a sostenere due attaccanti e un trequartista. Bonaventura, infatti, ha sostituito Borja sistemandosi sotto punta.

La svolta dopo Torino non c’è stata e nemmeno la ripartenza auspicata da Prandelli: la strada è ancora lunga, ma la Fiorentina ha temperamento, non molla mai. Questo è un dato positivo su cui insistere. Gennaio, però, è anche il momento delle scelte da fare nel mezzo ad un percorso di altre 6 gare, compresa la Coppa Italia con l’Inter. Il primo input di Cesare è arrivato ufficialmente: “Ho chiesto alla società di asciugare la rosa perché non posso allenare 28 giocatori”. Come dargli torto. Diventa pure difficile fare la partitella il giovedì e dare le casacche: qualcuno rimane fuori pure dal test in famiglia. E’ avvilente e improduttivo, la Fiorentina infatti non gioca in Europa, le partite non sono tantissime. Interessa di più il mercato in entrata e su questo fronte Prandelli è stato abbottonato, come recita il manuale.

Il tema centrale è la punta con il solito valzer di obiettivi, alcuni poco raggiungibili, altri più alla portata. Caicedo è catturabile, la Fiorentina ci pensa da tempo: proverà a fare lo sforzo decisivo. Può stuzzicare, però, anche l’idea El Shaarawy: l’italo-egiziano rientrato da poco nel giro della Nazionale, desidera rientrare in Italia al più presto dopo la parentesi in Cina. Su di lui c’è pesante la Roma, ma il giocatore già un po’ di tempo fa aveva fatto sapere che Firenze e la Fiorentina erano gradite. Il “Farone” sarebbe l’ideale per supportare Vlahovic, più di altri profili.

A centrocampo Torreira è obiettivo consolidato: Pradè ha ottimi rapporti col regista uruguagio, lo ha avuto alla Sampdoria. Il diesse viola anche la scorsa estate ci aveva provato, ma il giocatore aveva virato verso Madrid, sponda Atletico. Adesso pure lui avrebbe voglia di rivedere il nostro campionato. Il Torino attraverso Giampaolo esercita una forte pressione sul giocatore, il duello sul mercato coi viola c’è tutto. Vedremo come finirà. Si attendono volentieri altre sorprese, positive semmai.