UNA FIORENTINA TROPPO BRUTTA. SERVE CAPIRE IN FRETTA I PROBLEMI, SQUADRA MOLTO NERVOSA. PER ORA NESSUN RIBALTONE MA IACHINI E’ SOTTO LA LENTE. LE OMBRE DI SARRI E MAZZARRI
La Fiorentina di Cesena è stata troppo brutta per essere vera oppure troppo vera e allora il brutto deve ancora venire. Ci sono partite che si mettono bene, altre male. Quella con lo Spezia appartiene al primo caso: dopo 240 secondi la Fiorentina era in vantaggio 0-2 contro un avversario al primo anno di A, rimaneggiato, messo bene in campo d’accordo, ma con una cifra tecnica a tratti imbarazzante, diciamo assai modesta. I viola si erano ritrovati al doppio vantaggio con merito e con fortuna perché raramente nei primi 4 minuti capita di farne due. Ma non conta il modo con cui si ottiene una chance, quanto come difenderla. Considerando che davanti ai viola non c’erano il Milan o Napoli, gestire in controllo una simile opportunità doveva essere abbastanza facile. Lo Spezia avrebbe dovuto scoprirsi aprendo autostrade al contropiede della Fiorentina. E invece questo non è accaduto, anzi: nella ripresa, salvo il gol clamorosamente sbagliato da Castrovilli, in campo si è fatto notare soprattutto lo Spezia. I liguri, seppur gravati dai loro molteplici limiti, hanno giocato a calcio, inseguendo un canovaccio di gioco, trascinati dai cambi di Italiano, in particolare Nzola, attaccante che avrebbe fatto molto comodo alla Fiorentina…
Dopo la sconfitta in casa con la Samp, tutto questo è inspiegabile, inaccettabile. E’ vero che Iachini ha avuto più di dieci nazionali in giro per il mondo e solo da giovedì ha cominciato a lavorare col gruppo, ma questo è un fattore comune a tante buone squadre del campionato. Quindi non basta a giustificare lo sciopero del gioco attuato dai viola a Cesena. Errori in serie, poco ordine, difficoltà nell’accendere l’interruttore delle idee, per arrivare ad una pochezza offensiva ormai diventata un caso. Vlahovic ha usufruito dell’ennesima chance e non l’ha sfruttata. Cutrone è entrato in campo svagato e ha sbagliato un passaggio a Ribery che avrebbe potuto essere l’anticamera del gol. Kouame è entrato nel finale, impalpabile, lo si è visto anche in un elementare stop gestito male nell’area avversaria. Viene da pensare che l’alternanza tra i tre centravanti, o presunti tali, sia diventata perniciosa, soprattutto dannosa. Iachini forse dovrebbe battezzare un titolare lasciando agli altri due la possibilità di fargli concorrenza partendo dalla panchina.
La ferita dell’attacco è ben lungi dall’essere suturata: un nodo irrisolto, la verità è sotto gli occhi di tutti.
Anche i difensori, di solito affidabili, hanno fabbricato molte disattenzioni, a cominciare da Caceres. Il centrocampo, con Amrabat centrale - poi nella ripresa Iachini gli ha messo Pulgar al fianco -, è stato in perenne difficoltà. Callejon, subentrato per pochi minuti, non ha avuto tempo disponibile per dimostrare il proprio valore.
Ci sono chiari campanelli d’allarme nella Fiorentina, problemi per i quali è necessario individuare in fretta la diagnosi per procedere alla cura. I viola in 4 partite hanno realizzato altrettanti punti subendo però 8 gol. Tanti, troppi. Significa che la fase difensiva nel suo sviluppo totale deve essere rivista. La mediana non filtra come dovrebbe. Nessun dramma, siamo all’inizio del campionato, ma far finta di niente votandosi dall’altra parte sarebbe un errore gravissimo. Iachini va consigliato e supportato, ma Beppe deve invertire la tendenza, capendo esattamente ciò che non funziona. E’ lui l’allenatore, il gioco deve passare dalle sue disposizioni. La Fiorentina è incompiuta, ma è certamente migliore dello scorso anno. Oggi tra i viola e lo Spezia c’era un’enorme differenza, ma non si è vista. Questo è il punto su cui concentrarsi. La squadra, poi, si è mostrata nervosa in campo: battibecchi tra compagni e un finale di gara con Biraghi molto agitato, ma la società ha smentito la polemica con Carillo, vice di Iachini. Speriamo che i nervi siano riconducibili solo ad una gara sbagliata perché altrimenti sarebbero un segnale pericoloso per la Fiorentina.
Tocca alla società intervenire su tutto, mantenendo freddezza e lucidità nell’azione. Rocco Commisso si è posto alcuni traguardi: le infrastrutture prima di tutto, ma è necessario anche costruire una società di forte competenza calcistica, in grado di elevare le ambizioni e contestualmente gestire frangenti come questo.
Iachini è sotto la lente di ingrandimento. Il ruolo dell’allenatore è il più delicato, ma stante quanto filtra dalla Fiorentina, in vista non ci sarebbero ribaltoni in panchina. Di sicuro i prossimi appuntamenti, domenica arriverà l’Udinese e poi ci sarà la Coppa Italia, diventeranno tappe fondamentali. Iachini ha la pelle dura e la necessaria esperienza per ignorare anche le voci che viaggiano sulla sua testa come nubi: Sarri è il nome più gettonato, ma si fa largo anche quello di Mazzarri, ex viola delle giovanili inizio anni Ottanta. Toscani entrambi: il primo del Valdarno, il secondo della costa degli Etruschi. La speranza è che Iachini riesca a ricacciare indietro i fantasmi: un suo esonero sarebbe la fotografia del fallimento tecnico, figlio di annate all’insegna della mediocrità. I tifosi non le vogliono più perché su questo terreno hanno già dato molto.