ULTIMATUM A SOUSA. TRE SETTIMANE PER DECIDERE IL FUTURO. O CAMBIANO LE COSE O CAMBIA L’ALLENATORE. ECCO TUTTI GLI ERRORI DI PROGRAMMAZIONE DELLA FIORENTINA. UN ANNO BUTTATO
E adesso? L’interrogativo inquietante circola con insistenza da Casette d’Ete al centro sportivo di campo di Marte. Che si fa? E’ la domanda delle domande. Le risposte di facciata lasciano il tempo che trovano. "Dobbiamo lavorare e lavorare", è quasi una imbarazzante parola d’ordine. E "Sousa non si tocca" è il messaggi di Corvino, lanciato perché lo deve fare.
Il presidente onorario ADV presente ormai solo quando c’è qualche prima di film con vippame vario (preferibilmente Renzi), lo spettacolo di Pieraccioni o targhe da scoprire, se n’è andato senza parlare. Forse è meglio così, ma nei momenti difficili di solito i comandanti non vanno via, affrontano le situazioni. Facile parlare quando si vince. Stando così le cose, purtroppo, temiamo che ADV dovrà star zitto ancora per un po’.
E il presidente Cognigni? Non c’era, o almeno non l’abbiamo visto, forse è rimasto in ufficio a mettersi avanti con i bilanci. Non si sa mai. Meglio una plusvalenza oggi di un giocatore domani… Morale? Da gennaio la Fiorentina ha vinto soltanto quattro volte, il trend è questo e proprio il trend è quello che da mesi mi preoccupa ed ha cancellato tutto il mio proverbiale ottimismo. Insomma, ho perso il trend. Ma tutti i numeri sono devastanti, in serie A solo Empoli e Palermo hanno segnato meno. E’ crollato anche il possesso palla. Non parliamo dei tiri. Prendere pochi gol in questa situazione è un altro dato negativo, significa che hai una squadra ferma davanti alla sua area.
Purtroppo da gennaio in poi questa società non ne ha fatte molte giuste, salvo prendere Corvino. Ma anche qui con grave, assurdo ritardo. Per il resto nada de nada. Ma di questo scriverò fra poco, ormai indietro non si torna. Guardando avanti, invece, c’è da rispondere a quelle due domandine facili facili: adesso che si fa? Appunto, che si fa?
Che giocare così sia prima inaccettabile e poi imbarazzante, è evidente da un po’. Che i tifosi abbiano perso la pazienza è una conseguenza normale. Che Sousa non sappia più da dove ripartire mi sembra ormai assodato. Che i giocatori sembrino senza motivazioni e mosci come una pelle di daino passata su un parabrezza è la triste realtà.
Facendo due conti, calcisticamente però non è ancora tutto perduto. Sette partite e mezza sono un bel test, ma potrebbe anche darsi che questa squadra debba ancora ritrovarsi, abbia bisogno di altro tempo. Ne dubito, è dal precampionato che gioca così, ma il calcio è strano.
Talmente strano che la Fiorentina sta pensando di valutare ancora Sousa per 3-4 settimane prima di metterlo veramente nel mirino. Quindi per come vanno le cose di solito nel calcio e per come stanno andando anche nella Fiorentina, la fiducia sarà totale fino alla sosta novembrina del campionato, il tredici non si gioca. Se da oggi ad allora non ci sarà stata una forte discontinuità, se la Fiorentina continuerà a giocare più o meno così, visto che non si possono cambiare venti giocatori, giocoforza la scossa si dovrà darla all’allenatore.
Quanto forte? In certi casi letale, arrivederci e grazie. Con un piccolo problema: va pagato e bisogna prenderne un altro. Chi lo dice a Cognigni? Di questo ci sarà modo di parlare.
Nel frattempo l’ultimatum è partito, l’allenatore ha tre-quattro settimane per farci rivedere una Fiorentina accettabile. E Sousa lo sa. Tutto è ancora possibile, la classifica in fondo è corta, per i distratti ricordo solo che l’anno scorso dopo dieci giornate la Juventus aveva soltanto dodici punti e poi ha vinto lo scudetto. Altra storia, ovvio, ma nel calcio impreviste cadute e miracolose resurrezioni sono una costante. Ce la farà la Fiorentina a ritrovarsi e a ritrovare la voglia e la gioia di giocare al calcio? Ai "poster" l’ardua sentenza, diceva un direttore di giornale non propriamente laureato alla Sorbona che io conosco bene. Ma anche molto prima dei posteri, come detto basta aspettare qualche settimana.
Sugli errori ho già scritto e detto anche troppo. Sul timore che questa squadra sia dentro un ciclo finito, pure.
Credo che l’apatia abbia radici nello scorso gennaio quando la Fiorentina era ancora nelle zone altissime della classifica e Cognigni disse "compreremo due-tre giocatori importanti per giocarci tutto fino alla fine". Poi, invece, arrivarono solo delle controfigure di giocatori (Tello, discorso a parte) e con loro un brutto messaggio inconscio allo spogliatoio: questa società non vuole investire, non interessa provare ad andare in Champions. Frustrante. Non dico niente di nuovo, l’anno scorso Sousa questo lo ha sottolineato più volte, forse ne ha parlato pure con i giocatori. Fatto sta che da allora la Fiorentina vera è sparita e dieci mesi dopo nessuno l’ha più ritrovata. Gli errori gravi sono stati sostanzialmente quattro:
1) Aver sopravvalutato il gruppo dell’anno scorso. Kalinic è questo, un buon giocatore e basta. Ma anche per altri il discorso è analogo, alcuni poi sono a fine corsa e comunque dentro quei quattro mesi meravigliosi c’erano delle anomalie che andavano analizzate. Ad esempio la strana continuità di Ilicic…ma non solo
2) Aver deciso di tenere tutto il gruppo, sostanzialmente per non spendere per nuovi acquisti, ma praticamente scontentando quelli che volevano andar via (Badelj) e altri che intravedevano ingaggi più consistenti in altre squadre. Decisione strana perché senza grandi budget in mano, la forza viola degli ultimi anni era stata proprio quella di vendere gioielli e gioiellini (Jovetic, Nastasic, Ljajic, Savic, ma anche altri) per poi reinvestire su linfa nuova senza creare malumori nel gruppo o troppi scontenti. Ora c’è troppa gente senza motivazioni e con rimpianti vari
3) La decisione di cambiare management è stata fatta in tempi sbagliati. Pradè ancora a maggio faceva mercato per la prossima Fiorentina e in società non erano certi di poter arrivare a Corvino. Il Corvo è tornato a giugno e a giugno le squadre non si fanno, anche per questo la Fiorentina di oggi non può essere la sua Fiorentina. Inoltre ha dovuto fare un mercato creativo, senza budget, con l’imput di vendere tutto il vendibile fra i giocatori di contorno, per fare cassa e abbattere il monte ingaggi. Operazione riuscita, ma il problema (come sempre temuto) è la squadra titolare, quella che doveva essere trainante e che invece è la brutta copia dell’anno scorso. E sui giocatori arrivati in estate si può contare relativamente, sono poco più che onesti panchinari. E i giovani acerbi.
4) Altro errore non aver riflettuto abbastanza su Sousa. L’anno scorso la rottura era stata profonda. Le parole dell’allenatore spesso furono pesanti contro le filosofie societarie. Certe situazioni si rimettono a posto, ma la colla a volte non tiene. Il Sousa di quest’anno mi è sempre sembrato diverso da quello dell’anno scorso, nella mimica, nell’atteggiamento e nelle dichiarazioni.
Forse sbaglio, ma le motivazioni chi le deve dare se non l’allenatore? E le soluzioni di gioco chi le deve trovare se quelle vecchie non funzionano più? Con queste domande che tutti si fanno dovrà confrontarsi proprio Sousa e dare presto delle risposte, il tempo sta per scadere.