STADIO&CITTADELLA: QUEL CHE C'È NON BASTA... A FIRENZE S'APPRESSA UN BUON SANTO NATALE IMMOBILIARE
I Della Valle vogliono di più, anzi se fossimo in curva, bagnati fradici a godere con gli occhi questa bella Fiorentina costruita con una rivoluzione, diremmo che meritano di più. Vogliono di più e lo dicono, per bocca di un autorevole membro del loro consiglio d'amministrazione viola, amico fraterno di Diego ed Andrea, che così ha parlato in tema di "stadio e cittadella" (LEGGI QUI) .
Certo, per non aver voglia di discuterne si può sempre dire che l'editore e direttore di Milano Finanza nonché vicepresidente della Fiorentina abbia detto così tanto per dire. Oppure far finta che Matteo Renzi, ieri stimolato sull'argomento, non abbia risposto freddo freddo e apparentemente fuori tema:" Ho ottimi rapporti con Diego e Andrea Della Valle". Insomma, considerare la partita Mercafir, stadio nuovo, cittadella e magari qualcos'altro, un tema poco interessante per la città e per la Fiorentina.
Ma noi siamo pessimi attori, nessuna pantomima quindi, solo un ragionamento. Un'uscita come quella di cui sopra può avvenire, a nostro avviso, solo per due motivi distinti: la voglia di buttarla in caciara, chiudendo ogni discorso, insomma "non si vuol fare e non si fa". Ipotesi che riteniamo improbabile, anche perché dopo anni e anni di discorsi, dire urbi et orbi "ragazzi s'è scherzato" farebbe fare a tutti i protagonisti una pessima figura. Oppure "esco parlando a nuora affinché suocera intenda". Dire "voglio di più" pensando a qualcosa di ben preciso. Qualcosa che io so, che tu sai, che io so. Interessa di nuovo Castello? Interessano altre aree pubbliche che il Comune ha già in programma di dismettere? Interessa insomma una "giuntina" agli ettari di Novoli? Sbilanciarsi vorrebbe dire congetturare, quindi ci asteniamo. Ma è un fatto che il nuovo impianto calcistico immaginato alla Mercafir dentro ai 32 famosi ettari - che sono anche di aree commerciali, direzionali e ricettive, quindi tutt'altro che "solo stadio" - non basti a chi deve caricarsi l'onere (e riscuotere l'onore) di realizzare il progetto che vale alcune centinaia di milioni di euro.
La Fiorentina ha parlato, Renzi per ora nicchia, le parti si incontreranno a brevissimo, questo sostengono i bene informati. Si incontreranno e tratteranno, da due posizioni diverse: quella dell'amministratore pubblico obbligato a tenere ben fermo al centro del mercanteggiare l'interesse collettivo, e quella dei privati, impegnati a perseguire un sacrosanto e legittimo interesse aziendale e personale.
La domanda - davvero solo una domanda - è se un'amministrazione comunale, un sindaco, ancorché potente, amato, legittimato, possa così liberamente disporre della cosa pubblica trattando con un privato, graziosamente e amabilmente tinto di viola, ma pur sempre privato. Concedendo "di più", quel "di più" che a ben guardare è stato altrove concesso. Si osservi infatti l'esempio torinese, progressista, riformista, di sinistra e fassiniano: alla Juve il cadeau è stato preparato con tanto di fiocco. E' quindi se non legittimo almeno comprensibile che altri imprenditori (non diciamo per forza i Della Valle), in altre parti d'Italia, si sentano in diritto d'ottenere un trattamento simile a quello ottenuto in Piemonte dai bianconeri di casa Agnelli.
La partita è grossa. E' interessante. Un po' tabù per la libera stampa locale poiché trattasi di argomento spinoso. Scivoloso. Di questioni tra potenti, divinità laiche, evolute, magnanime e democratiche, ma talvolta pronte all'olimpico lancio di saetta. Entro dicembre, così ci è sempre stato detto, s'arriverà al D Day… insomma per Firenze e la Fiorentina s'appressa un Buon Santo Natale… Immobiliare.
Stefano Prizio
giornalista di Radio Toscana e Squer.it