QUANTI RISCHI COL TORO, ALLA FIORENTINA IL COMPITO DI RIALZARE LA TESTA. CHIESA PUÒ SALTARE ANCHE LA ROMA, LA FESTA PER BATIGOL È UN MODO PER DIRGLI GRAZIE. MA SEIMILA POSTI RISCHIANO DI ESSERE POCHI

31.03.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
QUANTI RISCHI COL TORO, ALLA FIORENTINA IL COMPITO DI RIALZARE LA TESTA. CHIESA PUÒ SALTARE ANCHE LA ROMA, LA FESTA PER BATIGOL È UN MODO PER DIRGLI GRAZIE. MA SEIMILA POSTI RISCHIANO DI ESSERE POCHI

Emozioni e nostalgia. La festa di Bati è un tuffo nel passato, negli anni in cui Firenze godeva del ruggito del suo campione e sognava a suon di gol. Il paragone col presente crea amarezza, quella di Re Leone era una squadra zeppa di campioni capace di sfiorare lo scudetto e vincere in templi del calcio internazionale, quella di oggi è aggrappata all’all-in in coppa Italia ma convive con una classifica anonima e con la delusa inquietudine dei tifosi. Con il Toro allora sarà lui, il bomber dei bomber, a catturare l’attenzione, anche se quelle frasi sul rapporto con i Della Valle (“Non contano su di me”) aumentano la distanza su quello che i tifosi vorrebbero e la realtà della Fiorentina attuale

Prima della sosta abbiamo lasciato una squadra stanca, spenta, giù di morale, quasi rassegnata ad alzare bandiera bianca a due mesi abbondanti dalla fine del campionato. Se la pausa sarà servita almeno a ricaricare le batterie lo dirà la partita col Toro, che, vista anche l’assenza di Chiesa, si presenta tosta. Complicata. Addirittura pericolosa vista la delusione generale della tifoseria. In caso di ulteriore brutta figura c’è il rischio che i tifosi si ribellino, che la mega festa di Batistuta si trasformi in una manifestazione di protesta contro l’attuale società: proprio quello che Gabriel vorrebbe evitare

Alla Fiorentina allora il compito di rialzare la testa. Oggi inizia una settimana densa (mercoledì c’è la Roma, domenica il Frosinone), Pioli dovrà sfruttarla per ritrovare il carattere perduto, la compattezza e la forma di inizio 2019. Solo così infatti, potrà presentarsi a Bergamo nella condizione di pensare davvero all’impresa. A chiederlo sono anche e soprattutto i Della Valle, che non a caso tengono tutti sulla corda e aspettano di vedere i risultati prima di scegliere la strada da prendere per il futuro: questa stagione potrebbe diventare speciale, ma anche essere l’ennesimo boccone amaro. In questo caso, nessuno avrebbe la conferma assicurata. Chiesa naturalmente è l’altro punto fondamentale dell’avvicinamento alla coppa: oggi resterà fuori, ma il programma prevede zero rischi e allenamenti mirati per qualche altro giorno. Le possibilità che salti anche l’Olimpico insomma sono altissime. Fede così avrebbe solo Frosinone e Bologna per testare la sua salute e tornare quel giocatore micidiale in grado di segnare a raffica: basteranno? La Fiorentina è convinta di sì e lui, da parte sua, farà di tutto per lasciare il segno nella partita dell’anno. Tutto tace invece sul suo futuro. E questo è allarmante. Mentre le grandi, Juve in primis, tramano per portarselo via, la Fiorentina non ha ancora fatto la sua mossa. Vero, 100 milioni sarebbero un assegno buono per rifare la squadra. Ma Chiesa è Chiesa, per il giocatore che è e quello che rappresenta: andrebbe difeso con le unghie e con i denti, andrebbe messo nelle condizioni di restare ancora qui. Con un contratto più lungo e con la garanzia di avere intorno una squadra almeno da Europa League. Il tempo comincia a stringere, aspettare la coppa potrebbe essere molto rischioso. Anche perché, nel frattempo, Veretout, un altro pilastro, si sta avviando sulla strada di Napoli. 

Intanto però c’è Batigol. Per lui sono pronti i vecchi compagni di squadra, un filmato coi gol di Wembley, del Camp Nou, della schitarrata alla Juve, del record di Pascutti e il pallonetto a Pagliuca, una mega torta a cinque piani, una cena di gala (e benefica, in aiuto ai bimbi del Meyer) con tanti personaggi del calcio e chissà quali altri sorprese. Occhio però: Bati da queste parti è un Re. E per questo i 5.900 posti disponibili in Piazza della Signoria rischiano di essere pochi. Troppo pochi.