MONTELLA NO, COSÌ NON VA

05.10.2012 00:00 di  Massimo Sandrelli   vedi letture
MONTELLA NO, COSÌ NON VA

No, caro “aeroplanino” Montella, così non va. Due vittorie (Udinese e Catania) due pareggi (Parma e Juventus) e due sconfitte (Napoli e Inter), con 7 gol fatti (4 Jovetic, 1 Roncaglia, Toni e Romulo) e 6 subiti sono numeri che disegnano un bilancio modesto, comunque non in grado di evidenziare quella “discontinuità” con il recente triste passato. Vero è che la società non è riuscita a completare in tempo la rosa: manca un attaccante che possa finalizzare la gran mole di lavoro del centrocampo. Ed è fin troppo facile per gli altri mettere Jovetic in gabbia con le buone o le cattive, mortificandone il rendimento. Detto ciò in certi frangenti, tocca, al tecnico, mostrare la sua capacità e le sue doti creative.

E’ piuttosto inutile “fare il piccoso” cercando di imporre Adem Ljajc nelle vesti di goleador quando il giovanotto  ha mostrato di non avere la rapidità di gambe e di pensiero che occorre in area di rigore. Bravino tecnicamente, anche se l’episodio con Delio Rossi non si può archiviare senza una adeguata riflessione, finisce quasi sempre per giochicchiare senza costrutto e soprattutto senza far da utile spalla a Jovetic. Ebbene riproporlo come titolare partente quattro volte su sei sembra un incaponimento davvero difficile da digerire. Meglio, in specie nelle partite interne, un vecchio mestierante come Toni che, seppure in difetto di condizione, può far da punto di riferimento, sa far salire la squadra e magari è capace di fare qualche prezioso assist per Jovetic o per qualche altro compagno, costituendo una preoccupazione costante per gli avversari se non altro nel gioco aereo. Comunque sia, là dove Toni non sia ritenuto adeguato, meglio continuare l’esperimento del giovane Seferovic e quindi Mounir El Halmadoui.

La squadra ha incantato spesso per la qualità del suo “possesso palla”. I tifosi sono contenti: finalmente si è ritrovato una squadra che sa far gioco. Ma c’è bisogno di un ordine tattico più costante. I sei gol subiti (contro l’Inter avrebbero potuti essere anche molti di più) sono la dimostrazione lampante di squilibrio. Si prenda ad esempio il gol di Cassano. Al funambolico centrocampista arriva la palla in perfetta solitudine. Nè Cuadrado, né Romulo né altri sono riusciti a fare la diagonale sulla destra, forse perché troppo distratti da altri impegni. Ma si può? Romulo è senza dubbio un elemento di grande dinamicità. Cuadrado possiede un delizioso talento offensivo. Entrambi, però, non hanno alcun apprezzabile senso tattico. Una squadra come la Fiorentina che si permette il lusso del doppio regista (Valero e Pizzarro, senza considerare Aquilani) deve per forza di cose puntare su un elemento solido che le consenta di supportare il centrocampo e di proteggere la difesa. Allora chi meglio di Migliaccio può svolgere un compito tanto delicato?

Caro Montella, non si faccia illusioni “zemaniane” Il bel gioco resta tale nel tempo solo là dove riesca a coincidere con una buona classifica. Ci resta in gola quell’impresa sfiorata con la Juventus e svanita nello spazio di un mattino. Fa rabbia aver intravisto la possibilità di vittoria con il Parma, per finire com’è finita. Certi episodi finiscono per  penalizzare anche l’autostima dei giocatori. Allora, col suo folto gruppo di collaboratori, organizzi un “brainstorming” e lei, che è senz’altro un promettente buon allenatore rinunci all’idea di reinventare il calcio. A volte un pizzico di buon senso è sufficiente a risolvere anche il rebus più maligno.

Massimo Sandrelli. Giornalista, Rtv38.