LO CELSO, SI STUDIA LA FORMULA PER CONVINCERE IL TOTTENHAM. È SICURO: UN COLPO GROSSO SI FARÀ. MILENKOVIC, C'È SPERANZA. ITALIANO GASATO PUNTA LA CHAMPIONS. CABRAL E IKONÉ COME ALTRI DUE NUOVI ACQUISTI. JOVIC DEVE LAVORARE
Una cosa è certa: arriverà un centrocampista di grande qualità, l’uomo che collega centrocampo e attacco, che unisce tecnica e intelligenza per esaltare il gioco. Ho fatto l’identikit di quello che potrebbe essere il quinto grande acquisto della Fiorentina, ma non chiedetemi il nome. Il nome sono tanti, come direbbe qualcuno.
I dirigenti della Fiorentina stanno lavorando in sintonia con l’allenatore e prima dell’inizio del campionato la scelta sarà fatta. Probabilmente già in settimana l’obiettivo sarà più chiaro dopo un vertice fra Italiano e il direttore della Viola che tornerà a Moena.
I nomi che circolano per il ruolo sono più o meno gli stessi, ma qualche asso potrebbe essere ancora nella manica. Non ci vuole furia, come abbiamo detto più volte.
Ora, ad esempio, l’attenzione è focalizzata su Giovani Lo Celso, argentino del Tottenham. Ha tutte le caratteristiche giuste, è un elemento di livello internazionale.
Fa parte di quella lista di nomi di giocatori da rilanciare, che devono ritrovarsi o vogliono ritagliarsi un futuro in una squadra in crescita. Fa parte di quell’idea operativa che fino a oggi ha funzionato, sul tipo di quanto fatto con Odriozola.
Perché non prendiamo Lo Celso in prestito poi vediamo? Appunto.
Gli intermediari sono al lavoro, ma il Tottenham che ha speso più di trenta milioni per portare a Londra l’argentino, sarebbe stufo di prestiti. E, soprattutto, non intenderebbe partecipare a pagare l’ingaggio.
Gli inglesi vogliono in qualche modo rientrare e dopo gli ultimi sei mesi passati da Lo Celso al Villareal (ha fatto molto bene) non sarebbero più orientati ad altri prestiti secchi anche se onerosi, ma punterebbero alla cessione. La richiesta è di venti milioni, non poco. Naturalmente a quelle cifre non è possibile trattare, ma dopo un primo approccio si sta comunque cercando un compromesso e le formule oggi non mancano per cercare di accontentare tutti fra obblighi vari e rilanciare il giocatore che avrebbe comunque già dato l’ok per il trasferimento a Firenze. Vediamo se si troverà una strada, nessun accordo, ma anche nessuna rottura definitiva.
Nell’incontro fra la società e Italiano che dovrebbe esserci alla fine del ritiro di Moena per decidere anche chi tenere e provare ancora e chi tagliare fra i quaranta al lavoro sulle Dolomiti, si analizzeranno anche altri nomi.
Lo Celso teniamolo vivo, piace a tutti. Difficoltà sono insorte invece per Puig che all’inizio aveva trovato consensi anche dall’allenatore, il ragazzo lascia qualche perplessità sulla voglia di umiltà da ritrovare. Luis Alberto piace sempre, ovvio. La Fiorentina è alla finestra, ma sembra che le cose con la Lazio siano migliorate. Forse non è più fra i cedibili e se dovesse chiedere di andar via lo farebbe solo per tornare al Siviglia dieci anni dopo.
Comunque, al di là del nome è chiaro che arriverà il centrocampista e arriverà buono. Più le cose si definiscono, più le grandi si accorgeranno di aver bisogno di sfoltire e più ci saranno soluzioni per la Fiorentina. Non soltanto per il centrocampo, ma per (eventualmente) coprire anche altri ruoli nel gioco del “due titolari” per ogni maglia.
Italiano ci spera, è lui che sta spingendo molto sull’acceleratore della squadra e degli obiettivi e la società lo sta seguendo.
L’allenatore sa che ha fra le mani una squadra ambiziosa, ricca di talento, un gruppo di giocatori che vuole migliorarsi: giocando un calcio divertente sta alzando l’asticella.
Sentite infatti sempre più giocatori che nelle interviste dicono “Puntare alla Champions League? Perché no? Abbiamo tutto per provarci e ci proveremo fino in fondo”.
Questa è la mentalità giusta per crescere, l’allenatore spinge tutti i giorni e devo dare perfettamente ragione ad Arrigo Sacchi che l’altra sera mi diceva, “Italiano mi piace, farà grandi cose. E’ un martello come me”. Investitura importante, ma anche meritata.
Ve l’ho scritto dal primo giorno, per me Italiano è un mix tra Sacchi e Conte, uno di quegli allenatori che tirano fuori il massimo da tutte le squadre in nome del bel gioco e dell’ambizione: spero che a Firenze lo abbiano capito tutti.
Ma pensare alla Champions senza averne le basi sarebbe utopia inutile e dannosa. Invece Italiano e i giocatori dicono e pensano certe cose perché il lavoro di tutti i giorni li premia, si vedono i progressi, si vede l’intensità, la volontà di migliorarsi e crescere è evidente.
E si parte da una base già fatta, figlia di un anno di grande lavoro che ha già dato un risultato importante come la Conferenze League.
Un anno fa si partiva da zero, oggi si costruisce su basi solide.
E ai soliti asini che ragliano di calcio e non si sa bene perché, quelli che l’anno scorso dopo le prime sconfitte chiedevano l’esonero di Italiano, tanto per dire da chi siamo circondati, ribatto che questo mercato è già da sette e mezzo-otto per i quattro arrivi mirati (Jovic, Mandragora, Dodò e Gollini), e aggiungo che c’è anche da considerare che ci sono pure due giocatori importanti come Cabral e Ikonè che in pratica sono nuovi acquisti. Nei cinque mesi della passata stagione hanno fatto poco (soprattutto Ikonè), hanno faticato a inserirsi nel nostro calcio e nei metodi di Italiano, oggi sono giocatori nuovi.
Chi li ha visti a Moena e rapporta questi allenamenti con quelli della passata stagione vede giocatori più pronti fisicamente e tatticamente. Fisicamente c’è maggiore velocità e reattività, tatticamente i movimenti sono in sintonia con la squadra, la rapidità nelle decisioni è aumentata. Mi dicono che lo staff di Italiano che confronta tutti i giorni i dati sia particolarmente soddisfatto.
Dei nuovi, ovvio, ha impressionato la qualità di Jovic, ma per il serbo servirà più tempo, deve ritrovare per intero tutto quello che negli ultimi due anni non ha avuto: il ritmo partita. Succede giocando poco, ma non è un problema. Jovic stupisce per l’umiltà e la voglia di lavorare per tornare a grandi livelli per la Fiorentina e per i Mondiali.
Non parlo più di visite mediche per Dodò, già fissate e saltate più volte. Confermo per l’ennesima volta che il brasiliano è un giocatore della Fiorentina. Anche lui è fermo da tempo, ma la sua esplosività è ben nota e non ci saranno problemi di inserimento.
Resta il tema Milenkovic. Ve lo scrivo da due mesi e (scusate) continuo pure oggi anche se la Juve ha venduto DeLigt e il Napoli Koulibaly: il giocatore non ha deciso di andar via.
I colloqui continui con l’allenatore finora lo hanno convinto, è dentro a un grande progetto, è cresciuto e può crescere ancora anche pensando alla Nazionale. Forse non è proprio l’anno per mettersi a cambiare squadra, ma l’offerta irrinunciabile potrebbe anche arrivare. Vedremo. Per ora pensiamo positivo come fa l’allenatore che lo considera un punto fermo.
Per il resto posso solo dirvi per l’ennesima volta e sottolineare per i soliti noti che insistono in un mondo tutto loro, lontano dalla realtà, che Italiano non vuole un quinto esterno. Come detto preferisce un grande centrocampista.
Invece molto probabilmente resterà aggregato alla prima squadra il giovane centrocampista Bianco che l’anno scorso s’era rivelato, quest’anno è più avanti tatticamente e quindi quasi pronto. Comunque da tenere nel gruppo. Gli altri quasi sicuramente andranno a giocare, è interesse loro, per crescere. Come non ci sono chances per Kouamè e compagnia esuberi, finiranno sul mercato come Zurkowski, ottimo, interessante giocatore, che però non sembra avere le caratteristiche tecniche giuste per il calcio di Italiano che comunque lo valuterà fino in fondo.