LA STRATEGIA PER IL FUTURO TRA BEL GIOCO E SQUADRA PIÙ ITALIANA. UNA TABELLA PER LA CHAMPIONS. SCIOCCHEZZE SU BERNA. BORJA VERSO IL RECUPERO

08.03.2016 00:10 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
LA STRATEGIA PER IL FUTURO TRA BEL GIOCO E SQUADRA PIÙ ITALIANA. UNA TABELLA PER LA CHAMPIONS. SCIOCCHEZZE SU BERNA. BORJA VERSO IL RECUPERO
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© foto di Federico De Luca

Le dieci giornate della Fiorentina, potremmo chiamarle anche così. Dieci giornate per conquistare quel terzo posto e quindi lo spareggio Champions, che i viola meriterebbero per aver espresso un gioco migliore, ma anche una maggior continuità di rendimento, rispetto a Roma e Inter anche loro in corsa per lo stesso obiettivo.

Le possibilità ci sono nonostante le sberle di Roma e tre punti da recuperare sui giallorossi e per convincersene basta dare un’occhiata al calendario. La Fiorentina ha ancora un solo avversario difficile da incontrare e stiamo parlando della Juventus al Franchi. Per il resto tutte squadre abbordabili (e non ho scritto facili) a cominciare dalla prossima con il Verona. Una tabella potrebbe portare a pensare a 25 punti. Troppi? Servono

La Roma, infatti, dovrà vedersela con Inter, Napoli, Milan e pure con la Lazio nel derby. L’Inter con Roma e Napoli. E’ chiaro, però, che servirà una squadra diversa rispetto a quella vista contro i giallorossi, molto più simile a quella del primo tempo con il Napoli. Fondamentale sarà la reazione nervosa e caratteriale alla nettissima sconfitta dell’Olimpico, se come crediamo, quello viola è un gruppo maturo e coeso, sarà facile farsi scivolare delusioni e dubbi per riprendere il cammino.

Proprio le difficoltà emerse nell’ultimo periodo (eliminazione dell’Europa League, mantenere il livello del gioco), molto simili a quelle dell’anno scorso più o meno nello stesso periodo, dovrebbero indurre a una profonda riflessione. Premesso che sono convinto che questa squadra possa ancora farcela anche con l’aiuto del suo straordinario pubblico, secondo me le difficoltà primaverili non sono un caso e derivano tutte dallo stesso motivo: questi giocatori hanno reso di più del loro livello tecnico.

L’analisi mi sembra chiara. I dirigenti, di sicuro per volontà di ADV, al momento della scelta dell’allenatore partono dall’idea del bel gioco, vogliono tecnici capaci di far giocare la Fiorentina in modo brillante, europeo. La Fiorentina deve essere bella e divertente. Montella è stato bravo, Sousa di più. Comunque abbiamo visto bel calcio, della Viola ha parlato mezzo mondo, sono arrivati elogi incondizionati degli addetti ai lavori.

Questo modo di pensare e di fare calcio ha consentito alla Fiorentina di conquistare tre quarti posti consecutivi, una finale di coppa Italia, due semifinali (Europa League e coppa Italia) e quest’anno anche di essere in testa alla classifica per sei domeniche, ben oltre la griglia del valore economico e sportivo che colloca la società viola tra il sesto e il settimo posto. Possono bastare queste soddisfazioni parziali? Bastano gli elogi? In parte. Noto sempre più nella proprietà la giusta astinenza da un trofeo. Dopo tanti anni e tanti soldi spesi, sarebbe la giusta conseguenza. Anche i tifosi, dopo tanto bel gioco e divertimento, avrebbero bisogno di un bagno di folla, di una coppa da alzare o roba del genere. A Firenze ormai sono passati tanti anni (quindici) dall’ultimo trionfo. Cosa fare allora?

E’ chiaro che è difficile e complicato vincere quando si ha un organico inferiore ad altri competitor. La scelta di un allenatore che privilegia il bel gioco e da una organizzazione alla squadra di sicuro consente a molti giocatori di rendere di più del loro valore (e torniamo lì), ma giocare costantemente al di sopra delle tue possibilità per esprimere un gioco d’attacco, per importi, logora molto. In certi casi moltissimo. Ecco spiegato perché a un certo punto della stagione ci sono dei passaggi a vuoto.

Dunque, se per la Fiorentina è imprescindibile giocare bene (e sono d’accordo), e si vuol provare a vincere, c’è solo una strada: ci vuole una rosa con 20-22 giocatori di livello medio alto. E’ dimostrato dalle ultime stagioni che quindici-sedici non bastano più. Oltre all’usura fisica e mentale per un lavoro superiore alle qualità tecniche, ci sono da mettere in conto infortuni  e squalifiche. Avere una ventina di giocatori importanti può comportare un aumento del monte ingaggi e qui c’è il rischio di sforare i parametri imposti dalla società e dal fair play finanziario. Per superare l’ostacolo, devono far meglio gli addetti allo scouting andando a scovare gli elementi giusti a prezzi accessibili (vedi Kalinic) con le indicazioni dell’allenatore. Lavoro lungo e difficile.

Allora non mi resta che fare una provocazione. E se si cambiasse filosofia? E se si tornasse a un calcio più italiano, meno brillante in certe occasioni, ma più equilibrato e più attento alla fase difensiva? Non sono per le barricate (quelle mai) che non fanno parte della mia cultura calcistica, ma un calcio più utilitaristico anche se organizzato, di sicuro è meno dispendioso fisicamente e mentalmente. Il volpone Ranieri è in testa alla Premier con un Leicester che gioca con una grande difesa e folate offensive all’inglese, ma sempre folate.

Semplici riflessioni calcistiche aspettando il ritorno del campionato e delle famose dieci giornate con una convinzione che avvalora quanto detto: se la Fiorentina (come speriamo) dovesse conquistare il terzo posto sarebbe comunque un’impresa da ricordare per il valore della rosa, il potere economico della società e tutto il resto che sappiamo. Tutti quindi (società, tecnico, giocatori) sarebbero andati oltre le loro possibilità… Bravini no?

Tornando al campionato, oggi è prevista la ripresa con i campini aperti. Un’occasione da non perdere per far sentire la vicinanza della tifoseria. In questo momento il calore della città può servire e spingere, contiamo molto sul cuore di tanti viola dentro.

Oggi sapremo qualcosa di più sugli infortunati. Per il Verona si punterà molto sul recupero di Borja Valero per farlo giocare in mezzo al campo a guidare le operazioni in assenza di Vecino e Badelj. Al suo fianco Tino Costa. Per Vecino, invece, i tempi dovrebbero essere più lunghi. Speriamo non tanto più lunghi.

Nel frattempo ho letto e sentito un monte di sciocchezze su Berna. Il calo fisico e mentale è normale per un ragazzo alla prima, vera stagione in serie A. Facciamolo rifiatare. Chi ha cominciato a puntare il dito sulla vita privata sbaglia di grosso, le fidanzate (anche se belle) non hanno mai fatto male a nessuno. Anzi. Il problema è il non fare vita da atleta (orari notturni, poco riposo, stravizi alimentari) e questo non è il caso di Berna. Tranquilli.