LA RETORICA A COSE FATTE: NIENTE DI NUOVO NEL MONDO DEL CALCIO. FIORENTINA, OCCHIO A PIATEK E PRANDELLI
Dunque domani si gioca regolarmente l’ultima giornata del girone d’andata. Scontri e ululati di San Siro passano immediatamente in cavalleria, e mentre i vertici del pallone e il mondo della politica preannunciano interventi (ma che siano tutti in ritardo resta un'evidenza) la chiusura della curva interista fa quasi sorridere. Non perché i “buu” bel confronti di Koulibaly nella gara con il Napoli non si siano sentiti, ma perché come in tante altre vicende di questo paese si dà fiato alla bocca soltanto quando di mezzo c’è la cronaca nera. Quando ci renderemo conto che il problema ha radici profonde come la cultura sportiva e un senso civico ormai incattivito e sempre meno disposto all'ascolto sarà probabilmente troppo tardi.
Di certo, ancora una volta, il match di Milano ha dimostrato come l’applicazione delle regole resti esercizio sporadico, e se il calcio è semplice specchio di un paese, nel bene e nel male, non c’è da stupirsi troppo di fronte a provvedimenti che non hanno certo stoppato le derive preoccupanti degli ultimi tempi. Il segnale, che Mazzoleni avrebbe potuto lanciare interrompendo il match è stato ancora una volta rimesso alla personale sensibilità dell’arbitro, e come del resto capita anche con il VAR se la soggettività si prende la ribalta a dispetto dei fatti oggettivi è difficile pensare che le regole possano essere applicate indiscriminatamente.
Intanto la Fiorentina fa visita al Genoa di Prandelli. Un po’ per tutti trovarsi di fronte il tecnico del primo lustro di serie A con i Della Valle sarà un vero e proprio tuffo nel passato. Dal suo arrivo sulla panchina rossoblu il Genoa ha Infilato un’unica vittoria, un pareggio e due sconfitte: segno che il lavoro che attende Prandelli è lungo e complesso. Ma qualche novità l'ex tecnico viola ha già saputo trasmetterla ai suoi, ripartendo peraltro dalla deroga alla difesa a 4 abbandonata a favore dell'attuale 3-5-2.
Dall’altra parte Pioli farà bene a non fidarsi troppo del Grifone, e non solo per i rischi legati al capocannoniere della A Piatek. La sconfitta con il Parma ha manifestato - di nuovo - lacune e incertezze di un gruppo che fatica a trovare la giusta maturità. Senza Hugo e Gerson (ma sperando nei recuperi di Milenkovic e Mirallas) la formazione sembra già fatta. Quel che dovrà cambiare semmai sarà l’atteggiamento, visto che non sempre può bastare il lampo del singolo come avvenuto a San Siro.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it