L'ESTATE (E LA PAZIENZA) AGLI SGOCCIOLI
E' già agli sgoccioli l'estate della Fiorentina. Agi sgoccioli il precampionato della squadra che domani esordirà a Torino in campionato. Agli sgoccioli quello dei tifosi che non mancheranno di sostenere i propri colori anche allo Juventus stadium. E agli sgoccioli anche il mercato di Corvino, seppure il lavoro sia ancora molto. La tentazione, perciò, sarebbe quella di lanciarsi nei consueti giudizi e pronostici sulla stagione che verrà.
Una tentazione da mediare con i colpi di scena tipici degli ultimi giorni di mercato, tuttavia, e con l'imprevedibilità che da sempre (nel bene - talvolta - e nel male - un po' troppo spesso) contraddistingue le mosse viola. In pratica, anche se dalla partenza di Mario Gomez non arriveranno più di 1,5 milioni (dunque l'eventuale tesoretto a disposizione, di fatto, è molto ridimensionato) adesso Corvino può proseguire la caccia a un difensore titolare con maggiore rilassatezza. E magari programmare meglio la difesa di elementi come Borja Valero per il quale non sono da escludere prossimi, nuovi, assalti da parte della Roma. Ancor di più se dovesse superare il preliminare di Champions.
Si dirà che anche a gennaio scorso, chiudendo in attivo il deludente mercato invernale, si parló di tesoretti mai più apparsi (e volendo anche qualche mese prima nella sessione estiva) ma un'entrata dietro serviva eccome. D'altronde la fretta con la quale si è chiuso l'affare De Maio è da giustificare con il bisogno di consegnare a Sousa un elemento in più da convocare in vista di domani sera. Non il massimo della programmazione, è chiaro, ma anche questo è il prezzo da pagare di fronte a un cambio di dirigenza e soprattutto a un budget come minimo risicato. E non certo per volontà del d.g. in questione, ma per diktat della proprietà.
Non può essere il francese, in altri termini, l'approdo definitivo di una ricerca che va ormai avanti da più di un anno. Quando fu Sousa in primis a denunciare una falla nella retroguardia, e quando gli allora dirigenti in carica si affrettarono a rassicurare tutti su un arrivo "pesante" che sarebbe dovuto essere prima Lisandro Lopez, poi Mammana, infine Benalouane. Almeno ce lo auguriamo.
Sarà anche per questo motivo, perciò, che da un lato si alimentano speranze di nuovi interventi con l'arrivo di un centrale di maggiore spessore rispetto all'ex Genoa e Anderlecht (più un altro paio di operazioni tra centrocampo e attacco?) mentre dall'altro l'aria di sfiducia e disillusione si propaga a macchia d'olio, persino esponenzialmente sui social network (vero e proprio terreno fertile per qualsiasi tipo di sfogo). Una distonia ben raccontata anche dal clima e dall'atmosfera cittadina (piuttosto dimessa, in contrasto con gli oltre 3500 tifosi al Franchi per l'allenamento a porte aperte) ben lontana dalle ultime cifre inerenti la campagna abbonamenti.
In mezzo a sì tante deluse perplessità, infatti, quasi nessuno sembra voler rinunciare al proprio posto allo stadio per il prossimo anno. Testimoniando per forza un attaccamento probabilmente unico a livello italiano, ma anche una pazienza non ancora del tutto esaurita. L'attesa della sfida alla Juve passata quasi in secondo piano ne è ulteriore conferma. La diatriba è ormai totale, a 360 gradi, più o meno su ogni ambito della vita societaria del club. Le fazioni sono conosciute e da tempo definite, come i principali accusati che restano i Della Valle al di là della dirigenza, le divisioni altrettanto nette. Eppure resiste una fiducia a termine certamente concreta.
Il campo, e i risultati, possono allora diventare il miglior antidoto all'apatia (e all'antipatia) di un'estate ormai passata tra uno sponsor finalmente arrivato (la Vorwerk porterà nelle casse viola circa 11 miloni nei prossimi tre anni e, al di là di riferimenti che non sono piaciuti nei comunicati stampa di ieri, non sono spiccioli) un tecnico più realista del re e l'era Gomez definitivamente chiusa con la cessione al Wolfsburg.
Anche in questo caso il risparmio sul mega ingaggio (numeri ai quali aggiungere altre cessioni a cominciare da Babacar) non può che accentuare le residue speranze sul mercato. Affinchè Corvino riesca ad assicurare a Sousa, oltre a un gruppo titolare confermato in toto (vero e primo intendimento rilanciato dalla società in più di una circostanza, senza i proclami degli ultimi anni) anche una buona rosa di alternative.
Elementi all'altezza di un campionato, inutile negarlo, destinato a farsi più complesso vista la concorrenza all'orizzonte e nel quale le ambizioni sono scese dalla consueta rincorsa alla Champions degli ultimi tre-quattro anni, alla conferma in pianta stabile tra le cinque/sei forze italiane destinate a giocarsi anche la qualificazione all'Europa League.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it