KALINIC SPINGE PER ESSERCI. GENOVA PER I VIOLA È UNA FINALE. SFIDA DEL GIOCO CON LA SAMP. TOTO ALLENATORE: ROSA PIÙ STRETTA, ACCANTO AI SOLITI NOTI CRESCE PIOLI

08.04.2017 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
KALINIC SPINGE PER ESSERCI. GENOVA PER I VIOLA È UNA FINALE. SFIDA DEL GIOCO CON LA SAMP. TOTO ALLENATORE: ROSA PIÙ STRETTA, ACCANTO AI SOLITI NOTI CRESCE PIOLI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Il vento della Croazia spinge Kalinic a provarci. Il centravanti vuole giocare a Genova, la sua presenza potrebbe compensare almeno in parte l'assenza certa di Bernardeschi - Federico fa bene a curarsi la caviglia - e quella di Vecino. Babacar ha il motore caldo, col Bologna ha marcato il territorio, ma Kalinic sul piano della manovra garantirebbe un apporto diverso ai viola. Magari il senegalese potrebbe fare una staffetta con Kalinic. 

Che stagione strana per i viola. Certamente deludente fino ad oggi, improvvisamente uno squarcio di sole si è fatto largo tra le nubi diffuse. Cinque risultati utili consecutivi, di cui quattro senza prendere reti, ultime tre partite concluse con nove punti. Insomma, un sussulto di orgoglio dopo la bruciante eliminazione in coppa. Inter e Milan hanno incoraggiato i dolci pensieri di rilancio dei viola e la mediocrità di Cagliari, Crotone e Bologna ha aiutato la Fiorentina a credere più in se stessa. Le congiunture favorevoli non arrivano mai a caso, solo che per farle lievitare serve continuità.

La Samp è avversario diverso da questo trittico: nelle ultime dieci gare ha vinto in sei occasioni, ma soprattutto la squadra blucerchiata è portatrice sana di ottimo gioco, con una particolare attenzione alla linea difensiva. Giampaolo è maestro nell'organizzazione maniacale del reparto arretrato, addestrato a dovere nell'uscire esclusivamente sulla palla, mantenendo una postura corretta e se volete divertirvi osservate anche la posizione dei piedi dei difensori. Pensate solo alla coppia centrale Silvestre-Skriniar, sulla carta tutt'altro che irresistibile, in campo invece assolutamente convincente. Dimostrazione che l'allenatore conta, eccome. Un po' quello che accaduto due anni fa a Napoli quando il popolo chiedeva la testa di Albiol e Koulibaly, ma quando è arrivato Sarri sono diventati un tandem di acciaio. 

La Samp gioca un calcio propositivo senza dimenticare la fase difensiva. Per la Fiorentina il test sarà probante. L'ultima svolta possibile di un'annata in chiaroscuro. Se i viola si arrendessero sarebbe finita la speranza per il sesto posto, se in caso contrario vincessero, la volata diventerebbe concreta con una grande crescita dell'autostima. Genova vale una finale, altro che. Sarà il confronto, comunque, tra due formazioni che giocano a calcio e che lasciano spazi agli avversari. Si avverte il profumo della bella partita. 

Il toto allenatore non si è placato, semmai leggermente attenuato dal ritorno in classifica della Fiorentina. Di Francesco c'è, ma sale Pioli. Forse perché l'Inter sembra intenzionata a cambiare e Stefano a Firenze tornerebbe di corsa. Un profilo perfettamente inserito nell'identikit della società viola, un nome da monitorare con attenzione. Ma prima Marassi, perché è una finale.