IN BOCCA AL LUPO FRANCK, ETERNO INNAMORATO DEL PALLONE. BURDISSO, IL VIOLA PARK E LA NUOVA STRADA VIOLA. TORREIRA TITOLARE A BERGAMO, LA FIORENTINA MERITA FIDUCIA

05.09.2021 11:08 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
IN BOCCA AL LUPO FRANCK, ETERNO INNAMORATO DEL PALLONE. BURDISSO, IL VIOLA PARK E LA NUOVA STRADA VIOLA. TORREIRA TITOLARE A BERGAMO, LA FIORENTINA MERITA FIDUCIA

Innanzi tutto bentornato Franck. E in bocca al lupo. Vederlo alla Salernitana fa strano, una neopromossa che compra un campione in effetti non è cosa di tutti i giorni, soprattutto in un calcio sempre più inchinato al denaro e sempre meno orientato alle scelte di cuore. 

Quella di Ribery, 38 anni e un palmares con 9 scudetti e 4 coppe internazionali, però, resta comunque una storia bellissima. Di un fuoriclasse che abbraccia l’ennesima sfida della sua carriera, in una città che lo accoglie come il suo Maradona e in una squadra che di sicuro farà molta fatica a guadagnarsi la salvezza. Avrebbe potuto dire tranquillamente basta, Franck, oppure dire sì ai petrodollari arabi in attesa di appendere le scarpe al chiodo. Invece ha scelto ancora il calcio. Voleva la serie A e se l’è presa, anche in una squadra che non parla la sua lingua. Anche così si diventa esempi, anche così si firma una dichiarazione d’amore a uno sport che resta il più bello del mondo. 

Su queste colonne l’ho sempre scritto e senza difficoltà lo ribadisco: mi avrebbe fatto piacere vederlo ancora viola, magari come chioccia per Sottil o come lussuoso ricambio al fantastico Nico. Vedendo lavorare la società però si capisce come è nato l’addio al francese. Commisso ha detto sì all’oneroso acquisto di Gonzalez guardando in prospettiva. Prendere un ragazzo di 23 anni che già ha esperienza in Europa e in Nazionale, non può che essere una mossa vincente. Eppoi c’è Burdisso, arrivato alla Fiorentina proprio per dare un valore aggiunto di conoscenze, di rapporti in Sudamerica, di possibilità di mettere le mani su talenti precoci e già interessantissimi per un club ambizioso ma che non ha i budget delle top europee. In questi mesi Burdisso ha trattato Gonzalo Plata, Menino, Farias, Cabral e chissà quanti altri. Per un motivo o per un altro, non sono arrivati, ma il futuro passa da lì. Nella fiducia delle scelte del nuovo talent scout e naturalmente nella nascita del Viola Park, la casa viola che dovrà diventare prima possibile fucina di talento per la prima squadra. 

Italiano intanto lavora sodo sui nuovi. Per Torreira e Odriozola è una sosta benedetta, in queste due settimane potranno trovare condizione e feeling con la nuova realtà. Il regista lo aspettiamo titolare già a Bergamo, primo perché ha caratteristiche perfette per completare il centrocampo, secondo perché è un brevilineo ed entra in forma in fretta e terzo perché l’orrendo calendario internazionale costringerà Pulgar a farsi un volo Colombia-Italia a 24 ore dalla partita contro l’Atalanta. Se questo, a proposito, è il modo per far fronte alle difficoltà causate dal Covid, c’è poco da stare allegri. Alla ripresa infatti, i campionati (tutti, non solo quello italiano), saranno falsati, perché decine di grandi giocatori arriveranno spaesati dal jet leg e stanchi dai mille impegni. Servirebbe un moto di protesta dei club per cambiare gli orizzonti, altrimenti, anche dopo la prossima sosta, ci troveremo a fare i soliti discorsi. Di sicuro Italiano saprà solo all’ultimo momento se e quanto potrà contare su Pulgar, Quarta e soprattutto Nico Gonzalez, il vero valore aggiunto della nuova Fiorentina

La sensazione è che possa partire titolare Sottil, con l’argentino arma micidiale da usare a partita in corso. L’Atalanta in ogni caso non sta meglio, perché Zapata e Muriel resteranno in dubbio fino all’ultimo, De Roon è squalificato, mentre Gosens e il giovane Piccoli si sono infortunati in Nazionale. Comunque vada a Bergamo, questa Fiorentina si è guadagnata la fiducia di tutti. Vederla giocare è un piacere, anche contro Gasp ce la metterà tutta per mettere in crisi la squadra diventata la più bella realtà del nostro calcio. Per capire se davvero questa nuova Viola potrà diventare la sorpresa, bisognerà che Callejon dimostri di poter essere un titolare, che Kokorin dia segnali di vita, che Sottil faccia l’ultimo salto, che la difesa e il centrocampo si compatti meglio in nome di quell’equilibrio che resta fondamentale per ottenere risultati. Le basi però ci sono. Anche perché il giovane Dusan promette di bissare lo scorso campionato. Sfumato Berardi, la ciliegina a mercato chiuso sarebbe il rinnovo di contratto. E prima della partenza di Commisso per gli USA, c’è da credere che, anche da quel punto di vista, qualcosa succederà.