IL BLACK FRIDAY LASCIA STRASCICHI, IACHINI TRABALLA MA ANCHE LA SOCIETÀ HA COMMESSO ERRORI. CHIESA PROMESSO SPOSO BIANCONERO ANCORA SENZA FEDI: E SE IL FINALE FOSSE A SORPRESA? LA SQUADRA VA RINFORZATA: SARÀ UN LUNEDÌ THRILLING
Il tonfo ha fatto rumore. E’ bastata una sconfitta per mettere in discussione tutto. La panchina di Iachini già traballa, Chiesa, discusso e discutibile capitano contro la Samp, al centro del mercato e la società criticata per essersi ridotta all’ultimo tuffo sul mercato. Il black friday viola insomma lascerà strascichi, a meno che domani, nell’ultimo giorno di trattative, la Fiorentina non batta un colpo. Callejon è un grande giocatore, ha colpi, gol nel sangue e un ottimo senso tattico. Ma ha 33 anni e da solo non può bastare per coprire un’eventuale cessione come quella di Chiesa. Proprio qui però potrebbe esserci la clamorosa sorpresa: la Fiorentina è tutt’ora dubbiosa che la Fiorentina possa andare in porto. La Juve non ha ancora ceduto gli esuberi e in più, la formula di pagamento pluriennale non convince. Resiste insomma l’ipotesi che Chiesa non vada dove vorrebbe. Sarà una corsa contro il tempo, dove tutto è realmente possibile. Chiesa o no, a questa Fiorentina servirebbero un centravanti di livello e un grande difensore che non obblighi a giocare con Ceccherini quando manca Pezzella. Martinez Quarta però rischia di slittare a gennaio (lo sapremo oggi), mentre Milik resta un’operazione difficile, anche perché il giocatore ancora tentenna all’ipotesi di trasferirsi a Firenze. Ancora più complicato, a questo punto, pensare a operazioni tipo De Paul o Boga, visto che il tempo è poco e che chi cede dovrebbe ovviamente trovarsi alternative. All’interno del club comunque c’è chi giura che il colpo è in canna, che lunedì sarà annunciato un grande acquisto. Ancora poche ore e sapremo, quasi tutto come noto dipende dal destino di Chiesa.
Nel frattempo però, va detto anche che quanto fatto dalla società quest’estate, lascia dei dubbi. Non sulla volontà di crescere o sulla buona fede di Commisso, ma semmai su come si è arrivati ad aspettare l’ultimo giorno prima di completare una squadra che è migliore dello scorso anno, ma non ancora abbastanza per lottare per obiettivi ambiziosi.
La sensazione è che ci siano troppe correnti di pensiero e che (idea dello stadio a parte) manchi una programmazione chiara su come riportare la Fiorentina in alto. La conferma di Beppe da parte di Rocco, mentre i dirigenti contattavano Juric e altri, è stato il primo segnale, ma anche adesso c’è chi rema per Iachini e chi lo vorrebbe cambiare, chi vuole la punta e chi invece pensa che la squadra vada bene così. La storia della fascia sul braccio di Chiesa è un’altra vicenda che lascia perplessi. Un quasi juventino capitano è logico che per i fiorentini sia fumo negli occhi, come non ci si sia pensato prima resta un mistero. La versione ufficiale è che la scelta è stata di Iachini e fin qui la cosa è ovvia, visto che ogni allenatore è il capo indiscusso nel proprio spogliatoio. Il fatto però che i tifosi abbiano chiesto e ottenuto che Chiesa non indossasse la fascia di Astori, fa capire come anche il club, in qualche modo, abbia messo bocca sulla cosa. E, quindi, di come abbia sottovalutato la reazione della gente nel vedere Chiesa capitano mentre flirta con la Vecchia Signora.
Detto questo, la Fiorentina non ha certo perso per la fascia. La partita, diciamolo tranquillamente, è stata un disastro. Il forcing è durato venti minuti, poi l’errore clamoroso di Kouame (non il primo del giovane ivoriano sotto porta) ha appannato le idee e fatto calare l’autostima. Alla modesta Samp così è bastato chiudere gli spazi e far male in contropiede per prendersi lo scalpo viola, con Iachini agitato in panchina ma incapace di cambiare l’inerzia della partita. Né con i cambi, né con un’idea alternativa al solito, stantio 3-5-2, che lascia Chiesa troppo spesso lontano dalla porta e Amrabat, il fiore all’occhiello di un mercato finora deludente, in un ruolo non suo. Beppe insomma ha le sue colpe e non a caso c’è chi pensa ai soliti noti come allenatori del futuro. Sarri (e in subordine Spalletti) resta però un sogno difficile da realizzare, un po’ per lo stipendio (6 milioni netti), un po’ perché a certi livelli non basta essere toscano e simpatizzante della Fiorentina per dire sì. Iachini comunque avrà l’occasione di rifarsi, a patto naturalmente che il Covid non si impossessi del campionato come in questo fine settimana. L’alibi infatti ce l’ha. A inizio estate, l’allenatore aveva chiesto tre cose: la conferma in blocco della difesa titolare, il regista e il bomber. A oggi, non ha avuto quasi niente di quello che voleva, anche perché la jella a messo fuori uso Pezzella. Torreira infatti è stato mollato dopo aver preso Bonaventura (eppure i ruoli sono ben diversi…), mentre davanti, dopo aver tentato - con scarsi risultati - con qualche big, si è deciso di puntare sui giovani. Una scelta che finora non ha pagato e che, anzi, rischia di lasciare la Fiorentina nel limbo del campionato.
Prima di tirare le somme però, aspettiamo questo lunedì thrilling: Paratici, dopo aver piazzato Rugani, tratta De Sciglio al Siviglia e tenterà di vendere anche Douglas Costa. Poi, forse, Chiesa potrà andare a far coppia con l’amico Berna. Oppure dovrà ingoiare il boccone amaro e restare ancora qui, coi tifosi sul piede di guerra. Proprio per questo, un dietrofront, un clamoroso nulla di fatto, a questo punto non pare augurabile per nessuno. La vera sfida, come già detto anche prima della Samp, è rendere la Fiorentina più forte. Subito. Con o senza Chiesa.