FINALMENTE UNA SMENTITA CHE FA PIACERE ASCOLTARE. IL VIOLA PARK SIA D'ESEMPIO PER IL FRANCHI, FIORENTINA E COMUNE SI METTANO D'ACCORDO. COL BOLOGNA IN GIOCO UN PEZZETTINO DI FUTURO
La giornata di ieri non è stata banale per il club Fiorentina vista la visita dei sindaci dell'area metropolitana al Viola Park che ha animato la mattinata della società, in primis quella del direttore generale Joe Barone. Mentre tutta la settimana Firenze si divideva sull'estetica del progetto per il restauro del Franchi, la Fiorentina ha concentrato le attenzioni sul Centro Sportivo, che molto prima dello stadio diventerà un'arma in più per il club viola, un asset per parlare come quelli che masticano i termini di ambito finanziario.
Il Viola Park continua a crescere e tutto fa pensare che entro il 2023 la Fiorentina avrà il suo fiore all'occhiello. E questa è la prima buona notizia di giornata. La seconda, arriva per bocca dello stesso Barone, che ha rassicurato tutti sullo stato di salute di Rocco Commisso, stranamente silenzioso nell'ultimo periodo, tanto da alimentare voci poco piacevoli sulle sue condizioni. Precisazioni che al di là di come la si pensi sull'operato del presidente, fanno estremamente piacere. Anzi, mai smentita fu più piacevole da ascoltare.
Altro tema importante è relativo alla volontà di Commisso e della società di non passare la mano. Barone ha smentito anche le voci relative a un futuro cambio di proprietà addirittura imminente per gli insider dei social. Niente di vero, anzi la Fiorentina sta pensando anche a un cambio di look dello storico stemma da portare sul petto: una V che dovrebbe campeggiare in un cerchio insieme a un giglio stilizzato, anzi forse addirittura senza alcun giglio. Una semplificazione del marchio per attirare le attenzioni del mercato straniero, esattamente come in passato hanno datto Juventus e Napoli. Un cambio che su questo sito Andrea Giannattasio aveva anticipato in tempi non sospetti e che nei prossimi mesi diventerà realtà. Una decisione che farà molto discutere.
Dunque se è vero che Commisso e il suo silenzio rumoroso avevano fatto chiacchierare una città pettegola come Firenze, evidentemente la realtà porta ad un'altra strada, quella del lavoro a 360° che parte dal campo con giocatori e tecnico, passa dal mercato con Pradè e Burdisso e arriva fino alle infrastrutture con Barone e chiaramente il presidente dagli Stati Uniti. Proprio lo stadio sarà un tema importante da affrontare nelle prossime settimane, perché è chiaro a tutti che un Franchi restaurato senza Fiorentina, sarebbe un assurdo spreco di denaro. Le parti dovranno parlarsi e confrontarsi. Dovranno venire a patti e rinunciare entrambe a qualcosa pur di fare il bene della Fiorentina e dei propri tifosi. Anche perché se si perderà quest'occasione, è lecito pensare che il Franchi non possa avere un futuro. E questo sarebbe un male per tutta la città. E allora prendiamo per buona un'altra apertura di Barone arrivata ieri, quella relativa ai colloqui con gli architetti di Arup Italia che dovranno attrarre il club e magari anche convincerlo a investire su questo progetto.
Intanto oggi la Fiorentina è chiamata sul campo a chiarire gli obiettivi della propria stagione. Con 11 partite da giocare, c'è tutto il tempo per credere ancora in quello che in estate sembrava impossibile. Non c'è spazio se non ad una vittoria e Italiano lo sa bene. Non vincere significherebbe terminare con largo anticipo la stagione, trascinando nel limbo squadra e città fino alla prossima estate. Piatek e compagni dovranno sfruttare lo status del Bologna di squadra senza obiettivi, dimostrare di credere in qualcosa che avrebbe del miracoloso e soprattutto di avere nelle corde quella determinazione per restare attaccati alla classifica fino all'ultima gara della stagione. Anche perché è bene essere chiari anche sotto questo punto: il miracolo che fa rima con Europa, cambierebbe d'un tratto tutte le prospettive viola. Soprattutto quelle del mercato. E allora forza e cuore, poi ci sarà il tempo per pensare alle prossime sfide. Compresa quella di Coppa Italia, tutt'altro da dare per già persa.