FACCE TIRATE E SGUARDI BASSI GIÀ ALL’INTERVALLO: È LA PAURA IL VERO NEMICO DELLA FIORENTINA. ROCCO, PRADÈ, MONTELLA E GLI ERRORI DA NON RIPETERE. CON L’INTER RIBERY E PEZZELLA A TUTTI COSTI, MA A GENNAIO SERVONO GIOCATORI VERI
Facce tirate, sguardi bassi, sfiducia a chili. Già nell’intervallo della partita di Torino, raccontano di una squadra con l’autostima sotto i tacchi, piena di dubbi e insicurezze. Alla Fiorentina sembrano tornati i fantasmi del passato, quelli che solo pochi mesi fa rischiavano di farci precipitare in serie B. Prima degli errori dell’allenatore, di quelli di chi ha fatto il mercato e degli stenti dell’attacco, è la paura il primo nemico da sconfiggere per uscire dal tunnel, la fragilità psicologica che blocca i muscoli e ti impedisce di giocare con la spensieratezza che l’arrivo di Commisso e l’entusiasmo travolgente della gente avrebbero dovuto trasmettere.
I viola giocano col freno a mano tirato e la reazione di domenica, sul 2-0 e dunque nel momento della disperazione, ne è un’ulteriore riprova: solo così si può spiegare la prova di Chiesa, quasi nullo per 80 minuto e poi improvvisamente imprendibile quando ormai i buoi erano scappati dalla stalla. La Fiorentina regala primi tempi con sconcertante regolarità, fa fatica a reagire e, manco a dirlo, segna pochissimo coi suoi attaccanti. Montella ovviamente non può essere esente da colpe, ma il carattere dei giocatori è una caratteristica difficile da cambiare: o ce l’hai, o non ce l’hai. E la Fiorentina, tranne qualche raro caso, ne è completamente sprovvista. Non a caso per domenica prossima si proverà a far di tutto per mettere in campo l’acciaccato Ribery, il dolorante Pezzella (che giocherà ancora una volta con la maschera) e perfino Badelj, che sì, sarà stato anche deludente, ma che resta uno dei pochissimi ad avere la personalità che serve per diventare punto di riferimento.
Commisso a Torino era quasi senza parole. Non si aspettava un crollo simile, non si aspettava che la sua squadra, pur imperfetta e piena zeppa di giovanissimi, fosse così molle. Anche il presidente però si è infilato in un cul de sac: ha scelto di tenere Montella nonostante una piazza bollente e nonostante statistiche impietose, che bocciano l’Aeroplanino senza appello. L’allenatore andava cambiato qualche settimana fa, ma Rocco ha scelto di andare in direzione opposta perché non vuole sbagliare la scelta di quello che sarà il suo primo, vero allenatore viola. Aspettare giugno per affidarsi a un grande nome sarebbe l’ideale, ma l’idea cozza con le regole del calcio e con il tracollo di queste ultime settimane. In questo modo infatti Montella resta il precario col vento in faccia, mentre la classifica si fa sempre più nera e il toto traghettatore impazza come non mai. La situazione insomma è seria e infatti lo stesso Commisso ha già annunciato un mercato da protagonisti. Pradè, un altro certo non esente da colpe, avrà la possibilità di riscattarsi: servono rinforzi in tutti i reparti, serve una punta che segni (ma perché non si è neppure provato a prendere Ibra?) e soprattutto serve personalità. Politano è una traccia da seguire, anche perché all’Inter, non è un mistero, piace tanto Chiesa. Di sicuro l’imperativo è uno e uno solo: basta giovani, basta scommesse. Di queste ne abbiamo anche troppe. Ora servono certezze, perché a Natale, con Inter (anche se stanca e delusa dalla Champions) e Roma alle porte, guardare la classifica potrebbe far paura per davvero.