ECCO PERCHÉ ADV NON VERRÀ AL FRANCHI NEPPURE CONTRO IL TOTTENHAM. SOUSA-COGNIGNI, CONTATTO COSTANTE. BERNARDESCHI SEMBRA DAVVERO CRUIJFF: VALE GIÀ 30 MILIONI. ZARATE RISCHIA IL NAPOLI
Andrea Della Valle non verrà al Franchi neppure giovedì prossimo. La partita di Europa League contro il Tottenham la seguirà sul maxi schermo di Casette D’Ete, mentre parteciperà in videoconferenza ai lavori del consiglio d’amministrazione previsto nel pomeriggio. Questo almeno fino a ieri e salvo (difficili) contrordini.
La pausa di riflessione sul rapporto con la città e con la tifoseria, come ha annunciato il presidente Cognigni, prosegue. Non sarà facile far tornare il sorriso a Adv che già in passato aveva subito delle contestazioni che lo avevano portato anche a dimettersi dalla carica di presidente e lo avevano pesantemente amareggiato.
La sua posizione è chiara. Non riesce ad accettare che il suo impegno personale e quello della famiglia, la sua grandissima passione che lo coinvolge quotidianamente e spesso lo prende più del suo lavoro di imprenditore, non siano capiti ed apprezzati. Non è concepibile che si possano sottolineare solo la bravura dell’allenatore, la bellezza del gioco della squadra e la eccezionale posizione di classifica, dimenticando che tutto quello che succede è frutto della programmazione e del lavoro della società e del suo team di manager.
Dietro a certi comportamenti Adv vede qualcosa di poco chiaro, non è possibile che a una situazione ottimale dal punto di vista calcistico (da almeno quattro anni) non corrisponda una serenità di rapporti e un apprezzamento degli sforzi dei DV. Se siamo contestati quando le cose vanno bene, cosa succederà il giorno (speriamo mai) che dovessero andare peggio? E’ questa una delle domande di Adv.
E poi un’altra. Brutalizzo: siamo sotto di 270 milioni, investo di tasca mia, tengo la Fiorentina ad alto livello e mi devo anche prendere le contestazioni?
E’ su questo che Adv riflette, ma la sua è una riflessione intimistica, una profonda delusione da uomo di sport e di passione. Non prelude a niente e non lascia spazi a dietrologie di sorta su eventuali disimpegni o men che meno vendita della società.
Come ha sottolineato Cognigni, nessuno in casa Della Valle pensa a cedere la Fiorentina, il piano è sempre quello di crescere e di provare a vincere, le voci messe in giro nei giorni scorsi non hanno fondamento.
La lontananza di Andrea dal Franchi è quella di un uomo deluso e sotto questo aspetto è comprensibile. Tanto più che proprio lui, Adv, è sempre quello che per primo è pronto ad aprire i cordoni della borsa e vorrebbe una Fiorentina sempre più forte.
Molti non ci crederanno, ma lo sapete che Adv soffre al punto da non guardare la partita quando la palla è nell’area della Fiorentina e si gira dalla parte opposta?
Lo sapete che quasi sempre non rientra in tribuna dopo l’intervallo perché non regge la tensione, ha bisogno di camminare negli spogliatoi, di stare da solo ad ascoltare il rumore dello stadio, per sfogare gioie e delusioni?
Spesso Adv appare quello che non è e qui torniamo al discorso fatto e rifatto sulla comunicazione. Dove comunicare non vuol dire soltanto parlare, ma anche fare, avere rapporti, costruire. Adv sta riflettendo anche su questo.
Qualche errore l’ha sicuramente fatto anche la Fiorentina e continua a farlo se in città non c’è la percezione completa di quello che viene fatto e i successi sportivi (il quarto posto e ora il terzo sono successi) non vengono apprezzati appieno .
La società viola si è strutturata in molti settori, ultimo quello dello scouting internazionale, ora dovrà farlo anche sotto questo aspetto trascurato e invece essenziale nel calcio, ma non solo.
Poi ci saranno sempre quelli contrari ai Della Valle, quelli che hanno opinioni diverse su come fare calcio, tutte rispettabili, nessuno deve convincere nessuno, ma allacciare un rapporto continuo con tutte le componenti cittadine, tifosi in primis, rendere la Fiorentina un patrimonio di tutti, avere il cordone ombelicale viola sempre collegato, fare cose, programmare iniziative, lavorare assieme alla città deve diventare un obiettivo primario e inderogabile.
La riflessione e i momenti intimistici spesso servono anche per crescere e Andrea Della Valle quando avrà smaltito il suo malessere, tornerà per rilanciare. La passione non passa e non può passare per uno striscione. Del resto ha chiamato Cognigni, Sousa e alcuni giocatori appena dopo il fischio finale dello scarso Mazzoleni.
Detto questo che, purtroppo, è diventato tema del dibattito di ieri, non possiamo non tornare sulla stupenda rimonta contro l’Inter che ha rilanciato la Fiorentina dopo qualche domenica appassita. L’adrenalina che lascia una vittoria come questa sarà un carburante importante. Da sottolineare anche la riacquistata serenità tra società e allenatore, merito del lavoro di ricucitura del presidente Cognigni che si è confrontato a lungo con Sousa in diverse puntate. E’ stato proprio Cognigni a scegliere l’allenatore in estate, a ricordarsi di Sousa già monitorato prima di prendere Montella: fra i due c’è stima e feeling.
Sousa vuole crescere, ha idee ambiziose, ma sono le stesse dei dirigenti della Fiorentina. L’allenatore portoghese conosce troppo bene il calcio per non aver capito di aver esagerato nel criticare il mercato della società in pubblico e questi fraintendimenti non ci saranno più. La società, dall’altra parte, sa benissimo di aver trovato un personaggio carismatico e l’idea è quella di costruire assieme a Sousa qualcosa di importante.
La presenza di Cognigni nei giorni scorsi (anche prima di Bologna) è stata fondamentale a dimostrazione che al di là di alcuni evidenti errori e anche sfortune sul mercato, la presenza a Firenze del massimo rappresentante della famiglia Della Valle è spesso decisiva. Tutto ricucito, anche l’arrabbiatura di Diego Della Valle che vuole i manager sempre coesi con la società. A proposito, DDV era all’estero, la sua assenza contro l’Inter era già scontata da tempo.
Con il sereno e l’unità di intenti è tornata anche la Fiorentina e forse non è un caso. Meraviglioso anche il pubblico, il finale e le emozioni, mi hanno ricordato il 4 a 2 sulla Juve firmato Pepito Rossi.
La vittoria contro l’Inter è stata anche la partita di Bernardeschi. Non ha segnato ma ha stupito per come ha giocato, con naturalezza, potenza, efficacia e intelligenza. Riportato più vicino alla porta e soprattutto a sinistra, ha dimostrato di poter essere devastante. Ieri, scrivendo, mi sono trattenuto nel fare paragoni per non contribuire a far lievitare troppo un ragazzo che deve sempre stare umile come oggi, ma l’allenatore Mondonico ha avuto e le ha raccontate, le mie stesse sensazioni. Bernardeschi mi ricorda Cruijff, ha detto il Mondo. Concordo. Berna è più potente fisicamente, come impone il calcio di oggi, ma ha le stesse movenze, le penetrazioni, i dribbling che ricordano l’olandese. Mi immagino per Berna un futuro da todocampista capace di fare l’attaccante e il centrocampista. Immarcabile. Auguri.
Nel frattempo dopo Ancelotti si sono mosse per lui anche altre squadre. Il meglio d’Europa è sempre sulle tribune, spesso in incognito, per valutare la crescita del ragazzo di Carrara. Dando un’occhiata ai prezzi che corrono, oggi Bernardeschi può valere trenta milioni, ma se fosse mio figlio gli consigliere di lavorare ancora a Firenze per almeno un altro anno, soprattutto se ci sarà la Champions, per crescere sotto la sapente guida di Sousa e maturare ancora. Un talento così va curato nei minimi particolari, la fretta non sarebbe utile a nessuno, le tappe le sta percorrendo nel modo giusto, anche Conte ha già deciso di convocarlo in Nazionale come abbiamo anticipato ieri, non c’è niente da bruciare.
Da buttare, invece, potrebbe essere la sentenza del giudice sportivo attesa per oggi. Alonso sarà squalificato, ma quante giornate prenderà Zarate? In casi analoghi il giudice è stato molto severo, in genere tre turni di stop. Per Zarate le attenuanti sono molte, dalle provocazioni ai colpi proibiti ricevuti dagli interisti. Come saranno valutate? Il timore è forte, con due turni Zarate rischia di saltare la supersfida del 29 febbraio (lunedì) con il Napoli a Firenze. Tocchiamo ferro perché entrando a partita in corso l’argentino scompagina parecchio le difese.