E’ TORNATA LA MAGIA DEL CALCIO A FIRENZE: VENTUNOMILA ABBONATI, TRENTAMILA ALLO STADIO. UNA STRORDINARIA ENERGIA CHE SPINGE LA SQUADRA, UNA PASSIONE CHE I DELLA VALLE NON POSSONO PIU’ DISPERDERE. LA TREGUA DELLA CURVA DA APPREZZARE
La Fiorentina è l’unica squadra imbattuta della serie A assieme alla Juventus. L’anno scorso di questi tempi, dopo due partite, zero punti oggi sei. Ventunomila abbonati, trentunomila spettatori al Franchi per vedere l’Udinese. Qualcosa è cambiato, E’ TORNATA LA MAGIA DEL CALCIO A FIRENZE. Una magia che va oltre tutto e tutti, più forte del valore tecnico della squadra, più forte della polemiche con la proprietà, una magia che unita alla passione diventa qualcosa di unico e di incredibile, una miscela forse difficile da capire per chi non conosce Firenze, non vive Firenze, non ama Firenze. C’è una città intera che diventa un corpo unico con la sua squadra, in nome e per conto di un colore (il Viola), dell’amore, della tradizione e della storia. Firenze e la Fiorentina sono tornate una cosa sola.
Forse era dai tempi della C2, dalla ormai famosa neve di Gubbio, che non si avvertiva questo clima di positività, questa voglia di andare allo stadio per esserci, per divertirsi, per incitare, sostenere e spingere la squadra. La voglia di Fiorentina, la voglia di calcio che è clamorosamente riesplosa. Evidentemente la gente non ne poteva più di divisioni, di polemiche, di frustrazioni e negatività, forse inconsciamente ha deciso di tornare a fare quello che ha sempre fatto e che più piace: tifare la maglia e tifare la squadra. Amare il calcio. Tutto il resto oggi interessa poco, è tornato ad essere un contorno. Di sicuro la spinta parte da lontano, forse arriva dalla tragedia che ha portato via Davide Astori, uno choc troppo forte per non avere voglia di sostenere una squadra devastata nel profondo. Ritrovarsi a fianco a fianco, nel dolore, è servito. Poi ci ha messo del suo questa squadra coinvolgente, che non molla mai e trasmette semplicità, valori, compattezza.
Una squadra diversa, che profuma di un calcio antico, più vero. Una squadra giovane, la più giovane di tutte: Firenze ha deciso di adottarla. Qualcuno penserà, ora è tutto facile, hanno vinto due partite. Ma non è così, sono sicuro che questo atteggiamento e questa empatia continueranno anche quando arriveranno i tempi difficili. I tifosi conoscono benissimo i pregi morali e caratteriali di questo gruppo, ma sanno benissimo anche quali sono i limiti tecnici. Non è una squadra nata per vincere, ma quello che piace è un’altra cosa: questo gruppo le vuole provare tutte e ci proverà con tutti. L’atteggiamento positivo piace, l’attaccamento alla maglia si percepisce e la guida di una persona come Stefano Pioli infonde fiducia. I tifosi sono attaccati all’uomo Pioli prima che all’allenatore, al suo equilibrio, alla sua normalità. Sanno che lui ha plasmato questi ragazzi, da lui sono arrivati gli insegnamenti e i valori giusti. Nel calcio serve lavorare tutti i giorni con impegno, rispettare le regole, avere motivazioni forti, lottare, ma sempre con il sorriso e il rispetto. Questo fanno e questo piace, colpisce la diversità di questi ragazzi rispetto al mondo degli ingaggi dorati, delle bizze, dei tatuaggi, dei tradimenti.
Non so dove arriverà questa Fiorentina, ci sono molte cose sulle quali non mi sono trovato d’accordo, che ho criticato, si poteva fare una squadra migliore, ci sono troppi prestiti, l’autofinanziamento è una tagliola, ma sono pronto a scommettere che questi ragazzi potranno vincere o perdere, ma non ci deluderanno mai. Ci piacciono così perché i primi a sapere che per arrivare sesti o settimi dovranno fare meglio di squadre più forti di loro sono proprio questi ragazzi.
E alla lunga, così, hanno conquistato anche la Fiesole. Vedere arrivare allo stadio la scorta dei motorini è stata un’emozione unica. Soltanto a Firenze può succedere una roba del genere. Forse anche per rispettare questa squadra e non rovinare il momento, è stato apprezzabile anche l’atteggiamento degli irriducibili della Fiesole. La tregua in sostanza c’è stata. Ognuno resterà della sua idea e terrà la sua posizione, ma contestare oggi non ha senso. Sarebbe una situazione tafazziana. Anzi, spero che tutto quello che sta succedendo stia stato capito e apprezzato. Spero soprattutto che tutto questo durerà a lungo, non per i Della Valle, ma per Firenze e la Fiorentina. Anzi, per i Della Valle deve essere una lezione. Hanno toccato ancora una volta con mano, visto da vicino, cosa significa fare calcio a Firenze. Avere il privilegio di possedere una società del genere, perché di privilegio trattasi. Questo è un patrimonio unico che andrebbe sfruttato per fare grandi cose, per programmare un futuro calcisticamente migliore che questa città e questa tifoseria meritano.Una cosa è certa: ora ai Della Valle non è più consentito disperdere questo patrimonio.
La Sfida è lanciata e l’hanno lanciata i 21 mila abbonati, i 31 mila che erano allo stadio. Ora la palla passa a loro, sono loro che giorno dopo giorno dovranno ricominciare a fare bene calcio, ripartendo dalla passione, dall’attaccamento, dalla partecipazione. Liberatevi dei lacci della negatività, dei rapporti, dei bilanci, dei risultati, provate a vivere e partecipare alla gioia del calcio.Si riprenderà a giocare fra due settimane, ma anche in questo periodo mi aspetto più presenze e meno assenze, l’interesse costante e l’interessamento. Il cordone va riallacciato un pochino tutti i giorni.
Ho parlato poco di calcio giocato, ma la Fiorentina ha battuto l’Udinese anche perché è stata spinta da tutto quello che ho appena descritto. La Fiorentina ha voluto vincere per questi tifosi, per questa città, per questo clima ritrovato. E ha vinto. In altri tempi una partita del genere sarebbe finita zero a zero. E qui vengono fuori proprio le qualità di questo gruppo che non molla mai. Alcuni limiti tecnici sono apparsi chiari anche domenica contro una difesa molto chiusa, c’è da lavorare soprattutto nei meccanismi della fase offensiva, ma il carattere e la voglia non mancano. Chiesa ha un passo che altri non hanno e la scossa parte sempre da lui. Lo rivedremo protagonista in Nazionale. Simeone è maturato. Vogliamo parlare di Benassi? I gol ok, ma sta tornando un centrocampista completo. A Napoli debutterà Veretout, la forza del centrocampo. Mi aspetto lui davanti alla difesa e Edimilson nel suo ruolo naturale di interno: l’equilibrio sarà maggiore. Ultima, ma non ultima: avete visto il primo dribbling di Pjaca. Ecco un giocatore diverso e i giocatori diversi fanno la differenza…