DOPO IL TRIONFO CON LA JUVE: SOUSA, ECCO COME DEVE GIOCARE LA FIORENTINA. I PIANI DI RIMONTA. SEMPRE TRE CENTROCAMPISTI E CHIESA. DILEMMA KALINIC: TELEFONATA DI CANNAVARO. MA ADV TIENE DURO: NON VUOLE VENDERE. IRROMPE RAMADANI. ZARATE PUÒ PARTIRE

17.01.2017 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
DOPO IL TRIONFO CON LA JUVE: SOUSA, ECCO COME DEVE GIOCARE LA FIORENTINA. I PIANI DI RIMONTA. SEMPRE TRE CENTROCAMPISTI E CHIESA. DILEMMA KALINIC: TELEFONATA DI CANNAVARO. MA ADV TIENE DURO: NON VUOLE VENDERE. IRROMPE RAMADANI. ZARATE PUÒ PARTIRE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La Grande Gioia è tornata a far ribollire il cuore di Firenze. Finalmente una Cosa Viola. Finalmente una notte di cuore, emozione e passione. La prima a dare un senso alla serata è stata la curva Fiesole con il tributo ad Antognoni, la riscossa è partita da lì: brividi puri. Mai visto una roba del genere per un ex che non gioca più da trent’anni, la Fiesole in queste cose non ha uguali al mondo. Ma forse anche Antognoni è unico al mondo. Poi in campo è apparsa la Fiorentina vera, quella che non si vedeva da quasi un anno. E’ esploso Chiesa, sempre più la faccia bella della Fiorentina e (speriamo) del nostro calcio. Bernardeschi è sembrato tatticamente maturo come un veterano. La Juve distrutta. Che notte. Antognoni, Chiesa, Bernardeschi, finalmente un filo viola si riannoda per il verso giusto. E la Juventus in ginocchio fa sempre un certo effetto. Raramente abbiamo visto i bianconeri in difficoltà come domenica sera sovrastati tatticamente e tecnicamente.

Una notte perfetta per gioire e per tornare a sperare che il girone d’andata dell’anno corso possa diventare il girone di ritorno di oggi. Che la Fiorentina possa ripartire dopo questo trionfo per cambiare il corso di una stagione grigia. E’ il momento di fare i complimenti anche a Sousa, il suo lavoro si vede, la squadra ha personalità e conoscenze tattiche importanti, ma la cosa mi fa anche un po’ rabbia: ci voleva un girone intero per trovare la formazione e la strada giuste? Ci voleva così tanto per rendersi conto che la Fiorentina presentata fino alla gara contro il Napoli era una squadra senza equilibrio e senza prospettive?

Quante volte ho sottolineato (i pezzi sono nella memoria di questo giornale online) che in Italia è difficilissimo, non si può giocare con due soli centrocampisti come ha sempre fatto la Fiorentina pagando dazio. Badelj, Vecino e Borja dovrebbero sempre giocare tutti e tre assieme, l’ho auspicato spesso. Per mesi ho auspicato pure l’esclusione di Tello (non sa difendere), giocatore superfluo. Avrei lanciato stabilmente Chiesa già da tempo, la sua esplosività era evidente nei pochi minuti di utilizzo. Su Sanchez mi ero fermato al possibile impiego sulla fascia sinistra al posto dello scialbo Milic: qui Sousa ha fatto meglio scoprendo un buon centrale. Finalmente.

Ora, questa Fiorentina riveduta e corretta ha meno giocatori morbidi che sanno solo attaccare ( fuori Ilicic e Tello), può pressare alto e recuperare palla, protegge meglio la difesa ed ha trovato un equilibrio perfetto fra le due fasi. Ci voleva tanto? Serviva la Juve per ridare all’allenatore concentrazione e serenità? E allora ben venga la Juventus e questa quadratura tardiva se da oggi si riparte verso qualcosa di nuovo e di diverso. La gioia di una vittoria straordinaria non deve rimanere fine a sé stessa, novanta minuti di gloria non possono bastare a nessuno: questa stagione può ancora avere un senso. E’ questa la grande sfida che aspetta la Fiorentina. Sabato il Chievo, poi fra una settimana c’è il Napoli in coppa Italia: serve una continuità immediata per dimostrare che questa non è una squadra da una sola partita. Un lampo abbaglia, serve una luce vera.

Uno dei protagonisti della serata, direi il migliore in campo, è stato Nikola Kalinic. E’ un uomo di ghiaccio e si sapeva. La Cina, il suo futuro, la montagna di soldi che spunta sul suo orizzonte non l’hanno condizionato. Se andrà via avrà chiuso in bellezza: sarà ricordato. Se resterà dovrà essere solo per diventare un simbolo di questa squadra. Ma come finirà? Situazione complessa, ha ragione Della Valle. La prestazione al top di Kalinic ha confuso ancora di più le idee del presidente onorario viola che già non gradiva l’idea di vendere a meno dei 50 milioni della clausola. Ieri la sua bussola si è fermata sul "non vendo" fisso. L’appuntamento ipotizzato a Milano con gli intermediari di mercato è saltato. Si farà fra oggi e domani, ci sarà anche Cognigni: le parti per ora hanno parlato solo per telefono. Adv non vuole indebolire la Fiorentina e ha ragione, le soluzioni di mercato non convincono e nel frattempo nella vicenda si è inserito anche Fali Ramadani, fidato consigliere del presidente Cognigni. Ramadani ha affiancato il procuratore di Kalinic, l’obiettivo è portare l’ingaggio per il croato a 15 milioni.

Il giocatore vorrebbe andare, sa che un’occasione così non tornerà più: è la sua fortuna. Ha già parlato con l’allenatore Cannavaro. Le intenzioni sono note anche ai compagni più vicini a lui, non a caso un giocatore viola ha già comprato per Nikola il suo regalo d’addio in un negozio del centro di Firenze. E allora? Cosa si aspetta? L’entourage di Kalinic, evidentemente, da una parte non si sbilancia perché sa che c’è la clausola e aspetta le mosse della Fiorentina, dall’altra intanto spera comunque di convincere i cinesi ad alzare la proposta di ingaggio a quindici milioni.

Adv, invece, non sa che strada prendere. Tenere Kalinic controvoglia, non fare il colpo economico anche a 40 milioni, sarebbe un errore e Adv ne è consapevole. La clausola a cinquanta lo libererebbe delle sue paure, gli consentirebbe di dire ai tifosi: "Io non lo volevo vendere, purtroppo c’era la clausola". Ma così non si può fare, bisogna decidere da uomini e da dirigenti veri. A costo di pentirsi o di sbagliare, con una plusvalenza simile se reinvestita bene, si può davvero cambiare la Fiorentina.

Il gioco attendista è rischioso. Gli intermediari cinesi, dopo un mese sembra chiaro, hanno un mandato che non va oltre i quaranta. Nel frattempo  altri intermediari si sono mossi per Diego Costa (ha chiesto trenta milioni di ingaggio, troppi) e per Icardi (ha rifiutato seccamente), se la Fiorentina non decide nel giro di pochi giorni cambieranno obiettivo. Conviene ai viola? Dipende da cosa ha in mano Ramadani. Se a giugno è convinto di poter vendere il giocatore in Inghilterra a 40 milioni e ha già l’acquirente pronto, conviene aspettare. Ma per un giocatore di 29 anni chi può tirare fuori cifre del genere? Kalinic dovrebbe giocare come ieri tutte le partite da qui alla fine dell’anno.

La squalifica del croato (sabato con il Chievo non ci sarà) consente qualche giorno di riflessione in più, ma un punto fermo va messo prima possibile anche per evitare che i cinesi decidano di pagare per ripicca la clausola l’ultimo giorno di mercato lasciando in mutande la Fiorentina. E’ chiaro che questa vicenda condiziona non poco i piani di Corvino. Le intenzioni erano quelle di non fare niente a gennaio, ma lavorare per il futuro. Anche Sportiello era in questa ottica solo l’infortunio a Perin e la concorrenza, hanno accelerato l’operazione. Se dovesse andar via Kalinic? Un sostituto serve. Chi? Importante e costoso, pronto subito tipo Muriel? O un altro profilo. Corvino sta valutando e si farà trovare pronto. Nel frattempo Zarate ha chiesto di giocare di più, in queste condizioni non è felice. Il suo procuratore sta lavorando per la cessione e il Watford di Mazzarri è una soluzione. Gioca di ripartenza, negli spazi Zarate si esalta. A tre milioni si può fare, ma anche qui poi, nel caso, servirà un sostituto.

Nel frattempo Cognigni, come un Gino Paoli qualsiasi "eravamo quattro amici al bar", sabato scorso ha deciso di parlare ai tavoli del bar Marisa, fra i tifosi. Della serie "come sono umano io…" Per sua fortuna le sue parole sono state spazzate via da questa straordinaria vittoria e in pochi le hanno commentate, ma se davvero la Fiorentina ha come modello l’Atalanta, il caffè è meglio che Cognigni se lo prenda nella macchinetta della sede. Ne riparleremo.