DELIO, BRAVO E BELLO COME MONTI

La rubrica settimanale di Leonardo Petri
19.11.2011 00:00 di  Leonardo Petri   vedi letture
DELIO, BRAVO E BELLO COME MONTI
© foto di Firenze Viola

Delio Rossi sta a Firenze come Mario Monti sta all'Italia. Sono loro i più bravi e i più belli. Con le dovute proporzioni, in città tutti applaudono Rossi, oggi il miglior allenatore del mondo, mentre gran parte del Paese e la quasi totalità delle forze parlamentari hanno regalato la fiducia al dottor Monti praticamente a scatola chiusa. Qualunque cosa facciano nei prossimi giorni sia Rossi che Monti godranno dei benefici del vizio cronico italiano, salire sul carro dei vincitori e dei potenti. Uno sport a cui pochissimi decidono di non allinearsi. Detto questo contro il Milan, personalmente, non mi aspetto fuochi d'artificio. Troppo poco e con troppi pochi uomini Delio ha potuto lavorare in queste settimane in cui non  si è mancato di sottolineare la sua ironia, la sua chiarezza, la sua determinazione, le sue capacità tattiche, la sua applicazione, la sua meticolosità, la sua riservatezza, la sua professionalità, la sua capacità di far giocar bene le proprie squadre, la sua propensione offensiva, il suo splendido approccio con la città, la sua apertura nei confronti dei media e dei tifosi. Rossi ha problemi di formazione ma qualsiasi cosa scelga può stare tranquillo perchè, come è giusto che sia, la sua luna di miele con Firenze non finirà contro il Milan. Anzi, dovesse andar bene, si potrebbe cominciare a parlare di Rossimania, magari di Europa e, chissà, i più arditi addirittura di Champions League. Per il momento mi limito a pensare che la Fiorentina di Rossi nei prossimi mesi giocherà bene, meglio che nell'ultimo anno,  e che molti giovani viola dimostreranno di essere più bravi di quanto pensava Mihajlovic. Al tempo stesso osservo che questa è stata una settimana di particolare loquacità per il presidente Cognigni, che a nessuno vuol far sapere di essere presidente. A sentirlo parlare, il numero uno della Fiorentina, viene da rileggerlo, poi ancora da rileggerlo finché ti arrendi e pensi, ma perché quest'uomo è presidente-dirigente di una squadra di calcio? E dicendo questo credo di far piacere a Cognigni perché lo trovo distante anni luce dal mondo del pallone per formazione, cultura e modo di pensare. Forse proprio da lui è partita l'idea del cartellino viola, una buona idea che segue le tante idee sul fair play che hanno fatto buona pubblicità alla Fiorentina. Infine una buona notizia per chi ritiene Sandro Mencucci fondamentale per la Fiorentina: le norme Noif contro la sospensione dei condannati in primo grado per Calciopoli dovrebbero essere modificate (con qualche buona ragione) e lui potrà restare al proprio posto, l'unico sempre in trincea dal primo giorno della Fiorentina dei Della Valle. Evviva.

Leonardo Petri