CHIESA IN VENDITA PER 70 MLN: LA VIOLA HA DECISO. CORVINO, UN MESE PER FARE LA SQUADRA O SALTARE. IL BUDGET C’E’. PORTIERE E REGISTA: SIAMO GIA’ IN RITARDO. SERVONO GIOCATORI PRONTI. QUINDICI DA VENDERE SUBITO. CENTRO GIOVANILE: QUATTRO OPZIONI
Federico Chiesa è il tema del giorno e sarà il grande dibattito dell’estate: la previsione fatta tempo fa era sin troppo facile.
Allora, Chiesa è da vendere o non è da vendere?
Questo, chiaramente, è il problema. Se fino a una settimana fa dentro la società Fiorentina la linea prevalente era "non vendere e tenere il ragazzo almeno un altro anno" con l’idea di farlo crescere ancora, oggi l’aria è cambiata.
Le partite con la Nazionale hanno fatto cadere gli ultimi dubbi e le piccole perplessità rimaste sulle sue indubbie qualità. Anche ieri sera il ragazzo viola ha incantato in meno di mezz’ora di gioco, suo l’assist per il gol di Zaza, suoi gli spunti più interessanti. Tutti gli operatori di mercato sono concordi, gli uomini di calcio pure, a cominciare dal commissario Costacurta: Chiesa è il più grande talento giovane del calcio italiano, ha qualità, personalità, forza, umiltà e intelligenza. Lo vogliono in tanti e questo si sapeva.
Ma adesso lo vogliono subito anche se il suo valore è aumentato in maniera esponenziale. Il Cies, organismo specializzato, ha valutato Federico attorno ai settanta milioni. E su questi settanta milioni si è focalizzata la Fiorentina facendo due conti e ragionando di calcio. Settanta milioni sarebbe quella che si chiama "un’offerta irrinunciabile". Impossibile da rifiutare per una società come la Fiorentina. E non si può non essere d’accordo. Fra l’altro trattasi di una plusvalenza incredibile con una quantità di denaro da reinvestire per fare una squadra competitiva da subito per l’Europa League e forse anche oltre.
Se qualcuno si facesse avanti sulla base di 70 milioni la Fiorentina oggi è pronta a trattare, lo impone la legge del calcio.
Il corso delle cose nel calcio non si deve fermare, pensate all’errore di Cairo che non ha venduto l’estate scorsa Belotti per settanta milioni. Ora ne vale poco più della metà.
Morale? Juve, Inter e Napoli adesso lo sanno, se vogliono investire sul più grande talento giovane del calcio italiano devono alzare il telefono per parlare con la Fiorentina. Del resto con il babbo Enrico molti stanno parlando da tempo proponendo soluzioni e contratti faraonici, in alcuni casi il doppio dei due milioni percepiti dalla Fiorentina. Ora è il momento di andare a bussare alla porta della società.
So bene che fino a pochi giorni fa la linea viola era "non si vende, ha rinnovato da poco". E so anche bene che certe cifre un conto è pensarle, ipotizzarle, un altro è metterle su un contratto. Però oggi la situazione è più chiara.
Per quaranta milioni, dice la Fiorentina, val la pena tenere duro e far crescere Chiesa un altro anno con una squadra più forte. Con settanta milioni sul piatto sarebbe invece tutta un’altra storia.
E’ anche bene dire, però, e sottolineare che una proposta del genere alla Fiorentina ancora non è arrivata, nessuno è andato oltre i cinquanta.
Il problema, poi, sarebbe reinvestire la cifra e personalmente sono terrorizzato al pensiero di come sono stati spesi cento milioni nelle ultime campagne acquisti, ma è chiaro che Corvino dovrà dimostrare di essere ancora quel re del mercato di una volta, sia in questa ipotetica operazione, ma anche in quello che già deve fare al momento.
Questo è il mese di Corvino. Il suo futuro a Firenze passa da questo mercato, il Dg sa benissimo di avere avuto dalla società una fiducia a termine: ora o mai più. La sua posizione a febbraio era segnata, poi si è deciso di andare avanti ancora con lui, ora non ci saranno altre deroghe.
In sostanza, Chiesa a parte, Corvino ha avuto il preciso input di costruire una squadra pronta almeno all’ottanta per cento per il ritiro di Moena. Pioli è stato chiaro nel post gara con il Milan, l’ultima di campionato. Ha detto quello che gli serve, quello che vuole per continuare a far crescere questo gruppo. Corvino non può più sbagliare.
E il budget non gli manca come i suoi trombettieri stanno dicendo in giro. Corvino ha già a disposizione una ventina di milioni e altrettanti dovrà recuperarli vendendo quindici giocatori che Pioli considera zavorra. I nomi li abbiamo già fatti, da Cristoforo a Olivera, da Sanchez a Tomovic, da Zekhnini a Bruno Gaspar a Dragowski, la lista è lunga compresi molti ritorni da prestiti vari.
Come detto, Corvino ha un mese di tempo. Pioli vuole la squadra pronta per Moena, non è disposto a tollerare un mercato come quello dello scorso anno che l’ha costretto a giocare le prime due di campionato (e non solo) in modo assurdo. Fra l’altro quest’anno le contrattazioni chiuderanno prima dell’inizio del torneo: gli alibi sono finiti.
Corvino in sostanza deve 1) Vendere in fretta i tanti esuberi 2) Comprare quattro-cinque giocatori di personalità e di qualità 3) Dare la squadra a Pioli per l’inizio del ritiro
Purtroppo, e spero di sbagliare, l’avvio del mercato è corviniano. Caso Badelj. Non entro nel merito della cifra offerta, per me era molto bassa e l‘ho già detto. Sappiamo però che dal primo febbraio il giocatore era libero, qualsiasi direttore si sarebbe preoccupato di risolvere la situazione da tempo e tenerla in stand-by. Quello è un ruolo determinante, il più delicato. L’addio di Badelj andava preso in considerazione e oggi mi sarei aspettato una soluzione già pronta. Invece no. Siamo ancora alla ricerca a largo raggio con i prezzi che ora aumentano (ora tutti sanno che la Fiorentina vuole un regista basso) insieme alle difficoltà.
Lo stesso discorso vale per il portiere. Possibile aspettare la fine del campionato per decidere di non riscattare Sportiello? Hanno avuto tutto l’anno per capire se era buono o no, non è logico che la decisione sia stata presa dopo gli ultimi due errori. Il risultato è che adesso è tutto più complicato. Portiere e regista basso sono ruoli fondamentali, c’era da aspettarsi idee più chiare. Ma il tempo per rimediare e costruire non manca, spero di essere smentito, chiedo a Corvino di mettere tutti gli scettici a tacere. Compreso chi vi scrive.
La situazione è molto rischiosa, i Della Valle lo sanno e Corvino è stato avvertito. Per accompagnare il momento della riconciliazione post-Astori e di un rinnovato equilibrio, servono investimenti e una squadra all’altezza del nome della Fiorentina. Tanto tutto viene dal campo. Con una buona squadra e i risultati, l’ottimismo è una conseguenza automatica. Se saremo invece alle incertezze, ai braccini, agli evidenti errori, sarà più complicato fare abbonamenti, riportare la gente allo stadio e continuare nella positività.
In attesa dei primi colpi e soprattutto delle prime uscite, la Fiorentina si muove sempre per il centro giovanile. I soldi, una dozzina di milioni, sono già stati accantonati. Erano tre le aree sotto osservazione, ora sono quattro: piace anche una vasta superficie del comune di Campi. Chi la spunterà?
L’area dove si potrà costruire più facilmente e rapidamente, con meno ostacoli burocratici e tecnici da superare. La decisione ultima entro luglio, non si può più attendere.