ASTORI, LA PRIMA DRAMMATICA VERITÀ SULLA MORTE: AVEVA UN PROBLEMA AL CUORE. MERCATO: ECCO LA PROPOSTA DELLA FIORENTINA PER MERET. CESSIONE CHIESA, VIA LIBERA DI PIOLI. DECIDONO I DELLA VALLE

12.06.2018 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
ASTORI, LA PRIMA DRAMMATICA VERITÀ SULLA MORTE: AVEVA UN PROBLEMA AL CUORE.  MERCATO: ECCO LA PROPOSTA DELLA FIORENTINA PER MERET. CESSIONE CHIESA, VIA LIBERA DI PIOLI. DECIDONO I DELLA VALLE
© foto di Federico De Luca

La prima drammatica verità dall’autopsia sul corpo di Davide Astori arriva nella tarda serata di ieri attraverso una breve nota di agenzia ripresa da tutte le testate online, che riporta le conclusioni dei periti: "Il giocatore aveva una patologia cardiaca".

Tradotto vuol dire che Astori aveva un disturbo al cuore, una situazione di sofferenza non emersa. E’ quello che si temeva e, purtroppo, adesso a dolore si aggiunge dolore. Onestamente era difficile credere che ad aver provocato la morte fosse stato qualcosa di assolutamente improvviso, un cuore che si mette a battere troppo o troppo poco senza una causa, qualcosa di anomalo nel corpo di Astori c’era. Adesso però è ancora più difficile capire e accettare come certe cose possano succedere ad un grande atleta, a un uomo di trent’anni. Il cuore è l’organo più subdolo, spesso nasconde o maschera situazioni anche ai controlli sistematici e periodici, accuratissimi, che vengono fatti agli atleti. E Astori era stato controllato soltanto il mercoledì precedente quella drammatica domenica. Non resta che lasciare lavorare in pace la magistratura e i periti, per capire, per andare fino in fondo e fornire alla scienza medica elementi che possano essere utili in futuro per evitare che drammi del genere nello sport possano ripetersi. Ora nasceranno mille interrogativi del tipo "poteva essere salvato?", "si poteva intervenire prima?", "poteva essere fermato?", tutte domande legittime e comprensibili. Tipiche di situazioni come questa che, purtroppo, nello sport e nel calcio in particolare, abbiamo già tristemente vissuto. Probabilmente a questi interrogativi non saprà rispondere nessuno anche in questo caso come in altri, purtroppo la macchina-uomo ha dei lati, degli aspetti e delle reazioni ancora sconosciuti anche alla scienza più evoluta. Vedremo.

Intanto è tempo di mercato e Corvino adesso deve stringere, ha poco meno di un mese per consegnare a Pioli una squadra fatta per almeno l’ottanta per cento, come ha chiesto il tecnico.

Tutto, ovviamente, ruota attorno a Chiesa. Proviamo a ricapitolare.

Per la Fiorentina ufficialmente il giocatore non è in vendita, ma i manager viola sanno che una proposta di acquisto attorno ai settanta milioni sarebbe "irrinunciabile".

Per adesso una proposta del genere non c’è ancora stata. Si sa però che ci sono al lavoro degli intermediari che in nome e per conto di Inter (soprattutto), Juventus e Napoli, stanno cercando di confezionare una base di intesa che possa smuovere la Fiorentina e portarla a una trattativa. Tutti lavorano su una cifra cash molto forte (sessanta?) più alcuni giovani interessanti con l’ingaggio dentro i parametri della Fiorentina. I nomi sono sempre gli stessi già fatti, la situazione è ferma alla riflessione.

Cosa farà la Fiorentina?

Come detto i manager sono per vendere e reinvestire, ne verrebbe fuori una squadra più forte. Se avete sentito o letto cosa ha detto Pioli a Sassuolo, c’è anche l’ok dell’allenatore che in sostanza ha detto: "Vorrei ancora allenare Chiesa, ma so benissimo che dal mercato ci si può aspettare di tutto". Traducete voi. Lui sa tutto e si adegua, non si mette di traverso perché sa che davvero con 70 milioni reinvestiti bene potrebbe nascere una squadra davvero forte. 

L’ultima parola spetterà ai Della Valle che devono valutare fino in fondo tutti i pro e i contro di una cessione del genere. Compresi gli aspetti ambientali e politici, l’orgoglio della famiglia. Una posizione dura potrebbe prenderla solo Diego, ma oggi è difficile scrutarne le intenzioni. Tutti quelli vicini a lui gli hanno consigliato di vendere Chiesa. Aspettiamo la sua decisione. Il momento non è facile. Dopo venti giorni in estremo Oriente, ha fatto un blitz a New York, dovrebbe tornare oggi, poi c’è la settimana della moda a Milano da preparare. Ddv si sta spendendo molto per il rilancio della Tods e Adv ha acquisito maggiori responsabilità. Il momento non è facile. Probabile però che per Chiesa entro qualche giorno si arrivi a un input definitivo per i manager, portare questa vicenda alle lunghe la complicherebbe come successo con Bernardeschi l’anno scorso.

In attesa, Corvino deve lavorare sul portiere e sul regista basso, due ruoli delicati e scoperti. Per il portiere è partita l’offerta per l’Udinese: cinque milioni per il prestito oneroso, obbligo di riscatto fissato a venti milioni fra due anni. Il giocatore è felice, ritiene la Fiorentina un posto ideale per la sua carriera. A Udine stanno riflettendo. Vorrebbero venticinque milioni subito, in società c’è anche chi spinge per tenere Meret come titolare con Scuffett girato alla Spal in prestito. Molti sono convinti che alla fine di un campionato intero giocato da titolare in seri A, Meret possa valere anche molto di più dei 25 di oggi, per qualcuno dell’Udinese è meglio di Donnarumma. Corvino è in pressing, non molla e aspetta.

Per il regista un obiettivo vero non c’è, si gioca su più tavoli. Pulgar del Bologna è un giocatore interessante, ma non vale il prezzo richiesto (tredici milioni). Difficile arrivare a Mandragora se non si sblocca la trattativa per Chiesa. Passando all’esterno d’attacco, sul possibile arrivo di Pjaca ci sono molte controindicazioni, a cominciare dall’ingaggio del giocatore e dalla sua volontà di giocare almeno in Europa League.

Questa calma piatta comincia ad agitare un po’ le acque. Intanto Corvino ha avuto l’input di vendere quei 10-15 giocatori che Pioli non vuole più, quelli non da Fiorentina, e c’è riuscito soltanto con Bruno Gaspar. A proposito, è assai probabile che se dovessero essere ancora viola al momento del raduno, questi giocatori in esubero non partiranno per il ritiro ma resteranno a Firenze ad allenarsi con un’altra guida tecnica. Non si vogliono ripetere gli errori dell’anno scorso.

A proposito della prima cessione, Bruno Gaspar venduto per cinque milioni allo Sporting Lisbona, ha scatenato la claque dei trombettieri e del club della bistecca che hanno parlato di straordinaria plusvalenza. Se vogliamo dirla tutta, il giocatore è di Mendes ed è stato Mendes a riportarlo in Portogallo. Ha fatto tutto lui restituendo alla Fiorentina il costo del cartellino (quattro milioni e rotti), lo stipendio pagato al giocatore e le commissioni per i trasferimenti. Il più potente operatore di mercato del momento sa riconoscere gli errori, pone rimedio e si va avanti. La Fiorentina ci ha rimesso soltanto sotto l’aspetto sportivo: sedici partite scarse. Ora Mendes si dovrebbe riprendere anche Gil Dias, il favore di farlo giocare gli è stato fatto, e speriamo che un giorno o l’altro fra i tanti giocatori buoni che ha nella scuderia, ne ammolli uno anche a Corvino e Freitas.