ALTRO CHE STELLE: LA DEMOCRAZIA VIOLA E' LA FORMULA GIUSTA. DA BADELJ A NETO, STORIE DI BRUTTI ANATROCCOLI DIVENTATI CIGNI. ED A ROMA NON E' UN SUCCESSO MA UN TRIONFO
Avanti tutta, Fiorentina. Su tre fronti, ed alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato. Perché è una rosa piena d'errori e di sfortune, ma la bravura nel riconoscerli da parte della dirigenza e nel capire per migliorare i propri di Montella ha trasformato tutto questo in un vero e proprio miracolo. La vittoria di Roma non è solo un successo ma un trionfo. Tre gol segnati dai difensori, perché quello di Montella è calcio totale, globale. E' la democrazia viola, dove tutti per uno ed uno per tutti è la politica universale di un gioco che, senza Rossi e con questo Gomez, non brilla di stelle ma è galassia di talento. Tutti contano, anche chi pareva giocatore misterioso o presunto tale. Badelj, e chi scrive è stato il primo ad additarlo, è la bella novella del brutto anatroccolo. E siccome la penna a volte scivola sin troppo rapida, Neto è ben più che un portiere ma saracinesca che ha sicumera e certezze. Una sola stona, quella dell'addio, ma vivaddio se adesso non è il caso di parlarne. Ora è il momento di celebrare ma non ditelo a Montella ed a Pradè. Che saranno le colonne portanti pure della Fiorentina che verrà e che, conoscendoli, da questa mattina inizieranno già a pensare ai prossimi impegni. Perché oggi c'è il sorteggio d'Europa, poi l'Udinese. Poi una pausa che magari non ci voleva o forse sì, perché in questo tour de force, al di là delle ali dell'entusiasmo, la Fiorentina ha volato troppo spedita per tener sempre dritto il ritmo senza altri inciampi come quello dell'Olimpico contro la Lazio. Europa League, Tim Cup e sogno Champions. C'è di che godere.
Di Marco Conterio
Caporedattore, Tuttomercatoweb.com