A UDINE COME FOSSE COPPA MA NEL SEGNO DI DAVIDE. CHIESA E MURIEL: ARMA LETALE. UN CONTROPIEDE FEROCE. ORA È IL MOMENTO DI ACCELERARE

02.02.2019 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
A UDINE COME FOSSE COPPA MA NEL SEGNO DI DAVIDE. CHIESA E MURIEL: ARMA LETALE. UN CONTROPIEDE FEROCE. ORA È IL MOMENTO DI ACCELERARE
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© foto di Federico De Luca

Sono state ore viola di forti emozioni. La Roma spazzata via dallo tsnuami viola, il pallone giallo finito sette-volte-sette nella porta di Olsen, l’atmosfera dolce e godereccia del giorno dopo, una semifinale di Coppa che riporta la Fiorentina laddove merita di stare, la gente felice perché ci vuol poco per renderla tale, basta qualche giocatore vero e un obiettivo da raggiungere. Poi i 50 anni di Gabriel Batistuta, l’orgoglio di una comunità che si riconosce nell’ultimo fuoriclasse transitato dal Franchi. E i 32 di Pepito Rossi che sarebbe potuto diventare un fuoriclasse se una maledetta sfortuna non gli avesse sbarrato la strada. E’ stata una settimana a forte tinte viola, un affresco splendido che dovrebbe e potrebbe rappresentare sempre Firenze

La semifinale di Coppa Italia è solo un passaggio, la finale è tutta da conquistare, ma essere arrivati qui significa che questa competizione è stata presa molto sul serio dalla Fiorentina e nell’era Della Valle questo era accaduto di rado. Invece le prestazioni con Toro e Roma sono la dimostrazione che la Coppa, pur essendo una strada difficile da percorrere, resta anche l’unica nelle disponibilità di un club che non corre per lo scudetto, né per la Champions e che vede nello strapuntino del treno Europa League la sola speranza. Pensare alla Coppa Italia come ad un traguardo primario, cambierebbe in meglio la mentalità della Fiorentina. Una vittoria sarebbe la panacea di molti mali e garantirebbe subito il jolly per un’altra finale (Supercoppa italiana). Per eliminare l’Atalanta servirà un’impresa, ma questa Fiorentina di coppa ci piace parecchio

Il 2019 è cominciato all’insegna della coppia Chiesa-Muriel: 7 gol il primo, 4 il secondo, totale 11 in due e tanti saluti all’attacco anemico. Ci ha convinti anche Simeone, entrato sul risultato acquisito (5-1 per i viola), ma per niente rassegnato. Il Cholito ha fatto due gol, uno splendido, e quell’abbraccio con Chiesa, Federico era appena uscito, ha spazzato i cattivi pensieri spinti dal venticello maligno delle leggende metropolitane. Sul reparto offensivo è tornato il sole e al di là del talento straripante di Chiesa al centro di una crescita esponenziale, è innegabile che l’inserimento di Muriel abbia rivitalizzato la manovra. Là davanti si respira un’altra aria, sembra tutto facile quel che fino a poco pareva impossibile. Chiesa e Muriel sono gli artefici di un contropiede feroce, con pochissimi paragoni in Italia. Quest’arma va usata fino in fondo perché 30 punti entro il 26 maggio non sono pochi da conquistare. E’ una Fiorentina da ribaltamento di fronte, una fionda che lancia nella prateria questi due cavalli di razza

Considerando lo spirito positivo di inizio 2019, costruito su gol, vittorie e un solo pareggio, questo è il momento di accelerare per raggiungere l’Europa. L’autostima è cresciuta, la condizione è buona, non rimane che spingere sul gas. Udine è un’altra tappa non semplice da affrontare, ma i viola non possono fermarsi. I viola dovranno giocare con lo stesso spirito della Coppa Italia. 

Udine ci fa pensare a Davide Astori, a quella terribile notte in ritiro. Da allora tutto è cambiato, niente è stato più come prima, a cominciare da Udinese-Fiorentina che non sarà più una partita normale. Già leggere sul calendario questa sfida ci fa sentire un brivido che ci attraversa come fosse una frustata. 

Le lezioni non arrivano solo quando si perde, anche nei risultati buoni si trovano spunti per migliorare ancora. Questo inizio anno racconta come la qualità, tipo quella di Muriel, sia il carburante indispensabile per aumentare la velocità di crociera. Per la prossima estate sono stati già presi giovani interessanti come Traorè, Rasmussen e Zurkowski, calciatori che gli addetti ai lavori del mercato hanno giudicato di grande prospettiva. Bene, ma serviranno anche altri elementi già pronti e forti come il colombiano. Se questa sarà la strada allora, davvero, potremo finalmente parlare di svolta.