QPR, Zidane al posto di De Canio
SARA' anche la bufala dell'anno, ma intanto dall'Inghilterra da oltre una settimana i tabloid inglesi continuano a farla rimbalzare: Zinedine Zidane, l'idolo della Francia, il campione che chiuse la sua carriera due anni fa con la famigerata testata a Materazzi, il testimonial globale che ora gira il pianeta come ambasciatore delle Nazioni Unite contro la povertà, sarebbe il prossimo allenatore del Queens Park Ranger di Londra. Che non è propriamente il Chelsea o il Manchester United. Il QPR infatti è il club di seconda divisione - nemmeno Premier League - che nel settembre 2007 i due boss della Formula 1, Flavio Briatore e Bernie Ecclestone, hanno acquistato con 90 milioni di euro. La stagione non è andata granché, il QPR ha chiuso appena al 14° posto, e il tecnico italiano Luigi De Canio, 50 anni, ex scuderia Gea, ex Napoli e Siena, arrivato a Londra con tanti sogni, dopo averlo risollevato dal fondo della classifica, se ne è andato. Divorzio consensuale, dice il comunicato. "Sarà anche stato divorzio consensuale - precisa lui - ma non eravamo d'accordo su nulla". Ecclestone per ora ha smentito: "Non abbiamo parlato con Zidane, dobbiamo ancora definire una lista dei candidati". L'obbiettivo del prossimo anno è la promozione in Premier League. Davvero Zidane può inaugurare da questa squadra la sua nuova vita nel pallone? Forse, chissà. Di certo fino ad ora Zidane ha avuto un gran da fare: è come non avesse mai smesso. Tre mesi fa è stato visto a pranzo a Milano insieme a Marcello Lippi, l'allenatore campione del mondo che gli ha tolto la soddisfazione del secondo titolo di campione del mondo, ma anche il tecnico di due scudetti e un'Intercontinentale con la Juve. Cinque anni chiusi nel 2001 con trasferimento record da 150 miliardi. Un semplice incontro fortuito si disse. Sempre pochi mesi fa si faceva addirittura il suo nome in accoppiata con l'ex presidente Florentino Perez per tentare di riprendere il potere al Real Madrid e spodestare così l'attuale n.1 Ramon Calderon. Si diceva anche che il Real, dove Zizou ha giocato altri 5 anni (oltre 200 partite e 44 gol per 6 milioni di euro a stagione), volesse affidargli il settore giovanile per far crescere campioni come lui. Il legame di Zidane con Madrid è forte. Vive ancora nella capitale spagnola; i due figli avuti con la danzatrice spagnola sposata nel 92, ad appena 20 anni, Veronique Fernandez, Enzo e Luca, giocano nel settore giovanile della sua ex squadra. Zizou gira forsennatamente il mondo spedito ovunque dai suoi sponsor: l'Adidas piuttosto che l'Audi. E dai suoi innumerevoli impegni di beneficenza. Il suo manager Alain Migliaccio gli tiene l'agenda. Una partita in Svizzera, insieme a Francescoli - il suo idolo da ragazzo - Laudrup e Cantona per la lotta contro la malattie genetiche; oppure un'altra a Malaga "Amici di Ronaldo" contro "Amici di Zidane".
E ancora in Thailandia, in Brasile e in Australia. E così via. Dopo il Mondiale uscì persino un film su di lui: "Zidane, un ritratto del XXI secolo". Due registi, uno scozzese e un altro algerino, lo avevano ripreso con 17 telecamere - di cui due ad alta definizione usate dall'esercito americano - in Real-Villarreal ultima partita di Zinedine al Real prima di chiudere con la nazionale e poi ritirarsi nel modo che sappiamo. Curiosamente anche in quel match Zidane fu espulso. A proposito della testata: a parte la bufera e la frase esatta di Materazzi che gli fece saltare i nervi, ("Preferisco la puttana di tua sorella") è stato Buffon recentemente a rivelare un altro particolare: fu il portiere azzurro ad avvertire di ciò che era successo il guardalinee, che fece così intervenire l'arbitro. Quella testata ormai non ha più segreti. Nella sua carriera Zidane ha vinto tutto: un Mondiale, un Europeo, due scudetti, una Champions con il Real, una Liga e un Pallone d'Oro. I francesi hanno fatto classifiche dei giocatori più grandi di tutti i tempi e lo hanno messo accanto a Pelè, Platini e Maradona: due francesi su quattro, non male... Zizou è un'istituzione. Rispettato, celebrato, amato ora più che mai. Musulmano non praticante, come lui stesso si è definito, disse frasi commoventi dopo la morte dell'Abbé Pierre nel 2007: "Come molte persone oggi sono triste, lui ha vissuto per gli altri non ha fatto che quello". No, Zizou non può chiudere così col calcio, dicevano. Lui il campione nato a La Castellana, sobborgo di Marsiglia, un idolo della multirazzialità: sulla piazza Tartane dove giocava e faceva già vedere la splendida "Ruleta" ci sono ancora i murales con la sua immagine. Una volta ritirato a 35 anni, il campione francese di origine algerina, ha avuto molte offerte per tornare a giocare. Soprattutto dagli Usa: i Red Bull di New York e i Chicago Fire volevano ricoprirlo d'oro per farne la risposta ai Los Angeles Galaxy di Beckham. Ha detto no.
Il patron della Danone intanto, suo amico, sta insistendo per portarlo nel consiglio d'amministrazione del gruppo: dal calcio agli yogurth. Una stilista invece ha creato un paio di scarpe col tacco alto cui ha dato il suo nome. Insomma il lavoro non manca...