"OCCHI PUNTATI SU.." La colpa e la fanciulla

07.11.2011 01:39 di  Stefano Borgi   vedi letture
 "OCCHI PUNTATI SU.." La colpa e la fanciulla
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La domanda è di una banalità sconcertante... Di chi è la colpa? Chi sta sbagliando? E ancora... Perchè la Fiorentina versa in queste condizioni? E infine... Basterà mandar via Mihajlovic per risolvere tutti i problemi? Rispondiamo: non lo sappiamo, e ci viene in soccorso un famoso proverbio toscano... "La colpa morì fanciulla" cioè vergine, perchè nessuno la voleva sposare. Tradotto: nessuno si prende la responsabilità di ciò che sta accadendo, sopratutto alla Fiorentina. Permetteteci una brevissima divagazione: abbiamo accolto con grande soddisfazione (e non lo nascondiamo, con sincero stupore) le scuse di Montolivo e Gamberini circa il loro comportamento durante il minuto di silenzio. Un'ammissione di colpa in piena regola che non fa parte del DNA della Fiorentina (presa nella sua totalità... società, giocatori, allenatore). E invece, per una volta i due calciatori hanno preso il coraggio a piene mani (e messo da parte l'orgoglio), ed hanno chiesto scusa. Questo ci riconduce al tema principale delle nostre considerazioni: la difficoltà endemica di dire... "Scusate, ci siamo sbagliati", la mancanza di analisi personale e soggettiva dei propri errori. Prendete le prime parole di Teotino a fine partita: "Mihajlovic non è in discussione, la colpa è di quei giocatori che non stanno rendendo per quanto sono stati pagati. Jovetic escluso..." Nessun accenno alla dirigenza, alla proprietà, niente di niente. E sì che un altro proverbio dice che... "Il pesce puzza sempre dalla testa". Intanto registriamo un errore macroscopico di comunicazione che fa il paio con la dichiarazione di Mihajlovic di qualche giorno fa... "In squadra ci vorrebbero undici Behrami" ebbe a dire il tecnico serbo dopo il 2-2 casalingo col Catania. Adesso viene fuori che Jovetic e Behrami sono quelli buoni e tutti gli altri sono cattivi? E ammesso che tutto ciò sia vero, una dichiarazione simile è deleteria per gli stessi giocatori con l'aureola e per la compattezza dello spogliatoio, talmente facile da capire che risulta incredibile come certe frasi siano state solo pensate e pronunciate. Non sarebbe stato più semplice ammettere la difficoltà del momento, scusarsi con i tifosi (anche al "Bentegodi" erano in trecento, sotto un diluvio torrenziale) e rimboccarsi le maniche? Forse non se ne sono accorti, ma al fiorentino innamorato della Fiorentina da noia proprio questo, lo scaricabarile, la presunta immunità di allenatore e dirigenti, la continua ricerca di alibi sempre più fragili: dagli infortuni, alle contestazioni, allo scarso impegno dei giocatori. Insomma, altro che fanciulla, la colpa in questione è una sorta di neonata che piange e disturba, e tutti se ne tengono alla larga.

E la Fiorentina sprofonda, scende in classifica, con l'Europa che si allontana. Da qui la seconda parte del nostro ragionamento. Nelle ultime ore (nonostante le dichiarazioni di facciata) sembra sempre più probabile l'esonero di Mihajlovic. La posizione dell'allenatore è certamente il problema più immediato, ed anche quello più facile da risolvere. Mandi via una persona, invisa alla quasi totalità della piazza e riparti con un volto nuovo che, guarda caso (parliamo di Delio Rossi), è gradito dalla stessa quasi totalità della piazza. Tutto a posto? Tutto risolto? Non crediamo, e poi così facendo daremmo troppa importanza alla figura di un uomo che, per quanto inadatto al ruolo, non può essere l'unico responsabile. E allora ci vengono in mente altre magagne, altri problemi da risolvere che elenchiamo velocemente. Primo: il contratto di Corvino. Lo diciamo con tutto il bene possibile verso una persona che in questi anni ha fatto grande la Fiorentina, ma Pantaleo non ci sembra coinvolto come un tempo nel progetto Fiorentina. Il famoso adagio... "Il contratto? Lo rinnoviamo in cinque sacondi, basta trovare il tempo" non ci convince, e allora cosa aspettiamo? Se Corvino ha la fiducia della proprietà, il contratto si rinnova subito, sennò le strade si dividono. Crediamo poco alla tempra del professionista che si automotiva piuttosto che trarre stimolo dalla precarietà di un contratto in scadenza. L'uomo (in generale, non Corvino in particolare) vive di sensazioni, di vibrazioni, in parole povere non si accende o si spegne con uno schioccar di dita. Servono argomenti convincenti, serve il nero su bianco. Il tema Corvino, poi, ci porterebbe lontano: pensiamo agli ingaggi capestro di Marchionni e Felipe, ad un settore giovanile vincente ma che non produce elementi per la prima squadra, alle difficoltà acclarate con un certo giro di procuratori, alla grottesca gestione del caso Montolivo, alla difesa strenua ed immotivata di Mihajlovic (ma, abbiamo visto, questo problema dovrebbe essere superato). Sono domande, dubbi, crediamo legittimi, purtroppo senza risposta. Secondo: il controllo sui giocatori, l'ascendente sugli stessi, la disciplina interna, la motivazione di elementi come lo stesso Montolivo, Vargas, Cerci, l'involuzione di altri come Lazzari e De Silvestri (la buttiamo là, manca forse un direttore generale?) Terzo: la presenza dei Della Valle sul territorio. Coinvolgiamo nel discorso anche Diego che (una tantum) potrebbe e dovrebbe far sentire la propria voce invece di dire che la Fiorentina è un hobby, un passatempo. Caro patron (per noi è sempre lui, Andrea è il presidente), forse lei non sa che a Firenze questa dicitura (hobby) non piace per niente, anzi infastidisce, sa di "contentino", di tappabuchi, di riempitivo, e la Fiorentina è tutt'altro... la Fiorentina è una cosa seria, la Fiorentina riempie la vita dei fiorentini. Andrea viene in città il venerdì, a volte presenzia la domenica in tribuna, manca in trasferta da tempo immemore... Caro Andrea, serve qualcos'altro, serve la voce del padrone, magari anche qualche sfuriata ma serve dell'altro.

Comunque... cominciamo dall'immediato, cominciamo da un nuovo allenatore, da un entusiasmo che con Delio Rossi (se toccherà a lui) rifiorirà immediatamente, da due settimane di lavoro umile ed intenso, da una fiducia da ritrasmettere ai giocatori (quelli che la vogliono ricevere, per gli altri consigliamo la tribuna), da qualche allenamento in più aperto ai tifosi, da una voglia ritrovata di parlare di calcio e non di scappatelle notturne o viaggi non autorizzati. Firenze non aspetta altro, sopratutto Firenze e la classifica non possono più attendere.