ERRARE E' UMANO, MA PERSEVERARE...

10.02.2013 00:32 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
ERRARE E' UMANO, MA PERSEVERARE...
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

All'indomani di Roma-Fiorentina avevamo titolato: "Montella, stavolta l'ha persa lui". All'indomani di Juventus-Fiorentina saremo più morbidi, meno diretti, ma il senso non cambia: "Caro Vincenzo, errare è umano... ma perseverare è diabolico". Il soggetto è ancora l'aeroplanino, l'oggetto invece la marcatura dell'uomo più pericoloso, il fulcro del gioco avversario. Francesco Totti per i giallorossi, Andrea Pirlo per i bianconeri. Francesco fu il vero e proprio deus ex-machina del 4-2 dell'Olimpico,  Andrea è stato devastante allo Juventus Stadium tra le belle statuine del centrocampo viola. Niente paura, è stata diramata la scusa ufficiale: "Se marco Pirlo a uomo - obietta Montella - lancio un segnale negativo alla squadra, un segnale di debolezza. L'input presidenziale è quello di cercare sempre il gioco, di essere sempre noi stessi. Sempre e comunque, senza star dietro agli avversari". Vincenzo ci perdonerà, ma non ci convince. Anzi, la spiegazione ci irrita pure, sa di presa in giro. Sopratutto vedendo come sono finite le due partite in questione. Ma come... la storia ci insegna come certi avversari vadano marcati, quantomeno limitati (ricordi Gentile su Maradona? Ne prendiamo uno a caso...) e tu continui, perseveri nell'errore? La rabbia, poi, aumenta vedendo come si sono comportati gli avversari. Eh già, perchè anche noi abbiamo un Totti, un Pirlo, e si chiama David Pizarro. Ma sulla panchina avversaria non c'è un'idealista come Vincenzo, un Tommaso Moro del calcio, un Don Chisciotte del gioco a tutti i costi. Un Arrigo Sacchi post-litteram che, buon per lui, disponeva di Gullit, Van Basten, Rijkaard, Maldini, Baresi... Montella, ahilui, dispone di Roncaglia, Romulo, Migliaccio, al massimo Cuadrado e Borja Valero. E allora che fare? Mettere una gabbia sul miglior uomo avversario come fece Buso con Piangerelli su Kakà? E magari perdere la partita 6-0 come successe in quel nefasto 12 dicembre 2004?  No, ovviamente. Ce lo insegnano ancora i latini: "In medio stat virtus", c'è sempre una via di mezzo. C'è (per esempio) la seconda punta che pressa il portatore di palla (eppure all'andata funzionò, ricordate Ljajic sullo stesso Pirlo?). Ci sono gli attaccanti che vanno a disturbare il rilancio dell'azione. Ci sono i centrocampisti che, a turno, raddoppiano, triplicano il regista avversario impedendogli di ragionare. Proprio cio' che ha fatto la coppia Conte-Alessio su Pizarro. Ci sarebbe, poi, anche la marcatura a uomo (perchè vergognarsene?). Chessò... Romulo, inutile (anzi, dannoso) alla manovra della squadra, che poteva staccarsi ed andare tra le linee per marcare in prima battuta Andrea Pirlo. Niente da fare, come Totti all'Olimpico anche il regista bresciano ha goduto di totale libertà. E come successe all'Olimpico la Fiorentina ha perso la partita. Nettamente, senza discussioni, tra gli "olè" avversari, beffardi, irriverenti, umilianti.

No, stavolta non diremo che l'ha persa Montella (che dire di Roncaglia? E Gonzalo? E Toni? Per non parlare di Jovetic che ha oramai stancato tutti, compreso lo stesso Montella). Di certo Vincenzo ha sbagliato, ha perseverato, e la Fiorentina non è mai stata in partita. Ha deluso Diego, Andrea, e tutta la dirigenza. Ma sopratutto: chi lo racconta ai 2500 tifosi viola che hanno sfidato il freddo di Torino e pagato 40 euro di biglietto? Meditate gente...