TUTTO SU FABIO, L'ULTIMO ARRIVO IN VIOLA. SARA' IL DOPO FREY?
Il nome è di quelli che evocano i colori brasiliani solo a sentirlo sussurrare. In molti si augurano che anche il rendimento sia all’altezza dei recenti portieri carioca approdati in Italia. Tra questi c’è sicuramente anche Pantaleo Corvino, visto che stiamo parlando di Fabio Deivison Lopes Maciel, detto semplicemente Fabio, il numero uno che il ds gigliato ha appena prelevato dal club brasiliano del Cruzeiro. Un affare da cinque milioni di euro che la Fiorentina ha perfezionato sugli spalti del "Franchi" durante la partita di Coppa Uefa contro il Psv Eindhoven. L’accordo con giocatore e società, ha ricevuto la spinta decisiva nel momento in cui si è aperta la strada che nei prossimi mesi renderà comunitario il portiere sudamericano. Compirà 28 anni il trenta di settembre Fabio, nato a Nobres, e i suoi esordi calcistici partono da una delle platee più modeste e sconosciute del calcio brasiliano il piccolo club del Uniao Bandeirante. I mezzi però sono buoni e Fabio entra nel giro delle maggiori squadre verdeoro disputando le successive stagioni tra Atletico Parananense e Cruzeiro. Lo spazio che riesce a ritagliarsi non è tantissimo, ma il nome di Fabio continua a circolare grazie alle apparizioni con la maglia della nazionale brasiliana, versione giovanile. Il 1997 è il suo anno magico: non è ancora maggiorenne quando vince il primo campionato sudamericano e con la maglia della nazionale si laurea campione mondiale Under 17. Cresce la considerazione anche in patria, e viene acquistato dal Cruzeiro che però decide di mandarlo in prestito per le quattro stagioni successive. E’ il 2000 quando arriva il trasferimento al Vasco de Gama. Quattro stagioni, in cui Fabio colleziona 84 presenze, seppur non sempre accompagnate da un rendimento esaltante ma che lo portano comunque alle soglie della nazionale maggiore. Con la seleçao Fabio ha da subito un rapporto particolare. Convocato con regolarità, non scala mai le gerarchie dei c.t. Da Rogerio Ceni a Dida, fino alla coppia ‘italiana’ Doni e Julio Cesar, Fabio accetta sempre la sua condizione di secondo o terzo portiere. Tanto che fa parte del gruppo vincitore della Coppa America in Perù nel 2004 e dall’estate del 2006 viene chiamato dal c.t.
Dunga per quasi tutte le uscite della nazionale ma è ancora in attesa del suo esordio ufficiale. Il Cruzeiro in ogni caso lo riporta tra le sue file nel 2005 e gli affida il ruolo di titolare. Esperienza e sicurezza crescono, collezionando 177 presenze in poco più di due stagioni. Portiere da 190 cm, Fabio rientra in pieno nella nuova scuola dei portieri brasiliani (che tanto successo ha riscosso in Italia e in Europa), reattivi, elastici e in grado di disimpegnarsi bene con i piedi. Punto forte di Fabio sembrano essere anche i nervi e la convinzione in se stesso. Oltre alle lunghe ‘guerre’ psicologiche sostenute nel definire le gerarchie all’interno di club prima e nazionale poi, il numero uno brasiliano ha saputo lasciarsi alle spalle anche il classico momento no della carriera. E’ l’inizio del 2007, quando commette alcuni errori grossolani e la tifoseria del Cruzeiro gli volta le spalle tanto da chiederne la cessione. Il punto più basso viene toccato nel match contro l’Atletico Mineiro. Subisce un gol incredibile, quando camminando all’interno dell’area, volta le spalle all’azione e si disinteressa del pallone facilmente calciato dall’avversario nella porta sguarnita. E’ la stessa partita in cui rimedia un problema muscolare, apparentemente di poco conto, finisce invece per restare lontano dai campi per tre mesi. Contro le attese e le peggiori previsioni, da metà luglio ritorna titolare e inanella una serie di prestazioni super. Sufficienti per convincere Corvino e la Fiorentina. Adesso la conferma più difficile: quella del campionato italiano.