OTTO E MEZZO
Fiorentina-Roma, lunedì sera. Più che un girone dopo, sarebbe più corretto scrivere un campionato dopo. Sì, perché la prima Serie A con il calendario asimmetrico porta in dote anche questo particolare effetto: tra andata e ritorno tra viola e giallorossi corrono otto mesi e mezzo, un’eternità nel mondo del calcio.
L’andata era nientemeno che la prima giornata, lo scorso 22 agosto, e guardando ai protagonisti della sfida dell’Olimpico, sì, la sensazione di lontananza cresce senza indugio. Da ambo le parti, visto che anche nella Roma qualcosa di diverso rispetto a oggi lo si trova: il modulo di partenza (dal 4-2-3-1 di quegli inizi, Mourinho è poi passato a tre dietro) o la presenza tra i titolari di Vina e Veretout, due che col passare del tempo il campo avrebbero iniziato a vederlo sempre di meno.
Soffermandosi sulla Fiorentina, però, sembra quasi un’altra epoca. Intanto mancavano all’appello due futuri titolari mica da ridere: Odriozola, ma soprattutto Torreira. Entrambi ancora erano rispettivamente al Real Madrid e all’Arsenal. Guardando però pure i presenti, qualcosa di particolare si riscontra: nel 4-3-3, unica e grande certezza di sempre per Italiano, la porta era difesa da Dragowski - espulso al 17’, inaugurando incertezze in serie che gli sarebbero costate il posto - senza che a nessuno suonasse strano e a centrocampo c’era addirittura Pulgar dal 1’.
No, non ci siamo dimenticati di lui: il riferimento dell'attacco era Dusan Vlahovic. In una delle sue prestazioni iniziali tutt’altro che scintillanti, solo introduzione ad una nuova sgassata e a un addio a gennaio che sta lasciando scorie in ciascuna delle parti coinvolte. A Firenze mancano i suoi gol, mentre per quanto riguarda lui e la Juventus parla l'immagine della sua faccia ieri sera in panchina.
Il serbo però, fa appunto parte del passato: otto mesi e mezzo dopo quella partita i mondi di Fiorentina e Roma, che stanno vivendo periodi diametralmente opposti, sono chiamati a fronteggiarsi di nuovo. Con un esito che potrebbe essere determinante sia per l’una che per l’altra parte.