MUTU, L'occhio della tigre
Grinta. Carica. Attesa. Il vocabolario di Adrian Mutu è ricco di termini e vocaboli del genere. La voglia matta del Fenomeno è inesauribile: sei mesi senza pallone sono eternità, per uno nato, vissuto e cresciuto a suon di dribbling e gol. Mesi giustificati però da una squalifica per un errore grave da parte del rumeno; gli sbagli si pagano e lui lo sta facendo, lavorando e preparandosi per il gran rientro.
L'occhio della tigre è quello di un tempo, se non di più. Già a Cortina, Mutu guidava il gruppo viola, nelle corse, negli esercizi, con o senza il pallone. Ora resta da capire quale esito avrà la querelle con la Fiorentina sul caso-stipendio, altresì da verificare se ci saranno sviluppi nella vicenda con il Chelsea. Sembran quasi dettagli accessori, però, per l'Adrian d'ottobre. Che conta, giorno dopo giorno, le ore ed i minuti che mancano al ritorno.
Quale sarà lo schema, con o senza Ljajic, insieme o senza il baby serbo, è problema oggi lontano. 4-2-3-1, 4-3-3, albero di Natale o cos'altro, è questione che un giorno sarà annosa. Meglio, però, averne di problemi simili, in squadra, piuttosto che fare con quel che c'è, magari adattando un D'Agostino e spremendolo nonostante non sia al 100%. Grinta. Carica. Attesa. La Tigre Rumena non vede l'ora di sfogare la sua voglia matta sul terreno di gioco.