"CATTIVI PENSIERI", Felipe Melo! Chi era costui?
"Felipe Melo! Chi era costui?", ruminava tra sè il tifoso viola, seduto sul suo seggiolino al centro della curva Fiesole... Forse a qualcuno sembrerà la favola de "La volpe e l'uva" (perdonateci il brusco passaggio dal Manzoni ad Esopo) ma qualcun'altro disse: "L'indifferenza è il maggior disprezzo", ed è questo l'invito che, dal nostro umile scranno, rivolgiamo al popolo viola. Facciamo una prova: "Felipe Melo è andato alla Juventus? Beh, diciamo la verità... non sembrava tutto questo fenomeno, e in fondo in fondo era semplicemente un mediano, mica un numero 10. Come si può rimpiangere uno che si professa "Atleta di Cristo" con tutte le sue forze e poi non è capace di porgere l'altra guancia? (leggi l'indegna gazzarra con il cagliaritano Lopez nel tunnel degli spogliatoi del "Franchi".) Da uno così, poi, c'è da aspettarsi che l'anno prossimo, due-tre mesi prima della fine del campionato, si risparmi tirando indietro la gamba per non pregiudicare i mondiali in Sud Africa...mettiamoci le squalifiche (inevitabili) ed il brasiliano...chi l'ha visto?" Sono discorsi da bar, ci rendiamo conto, ma ci rivolgiamo ancora al tifoso di cui sopra, raccomandandogli un celeberrimo passo dell'Inferno di Dante: "Non ti curar di lui, ma guarda e passa..." .
E poi caro Felipe, a Firenze ne abbiamo passate di peggiori. Vogliamo ricordare la madre di tutte le cessioni, quella di Roberto Baggio? Oppure quella di Nicola Berti (in questo caso si trattò di vero e proprio tradimento.) E ancora: Galli, Passarella e Massaro, tutte nel giugno 1986, tutte in una volta sola. Certamente non fecero piacere nemmeno quelle dell'estate 68' con Albertosi (allora titolare in nazionale) e Brugnera ceduti al Cagliari in cambio dell'ala Sergio Rizzo, con l'inaspettato e meraviglioso epilogo dello scudetto vinto appena 12 mesi dopo. Oppure quella di Luciano Chiarugi al Milan del 72'. In quel caso piansero addirittura in due, la tifoseria viola ed il giocatore, ma tant'é... Sul crinale del cambio di secolo arrivò l'addio di Gabriel Batistuta che si accasò a Roma per 70 miliardi di lire con la segreta speranza (ahimè delusa) che potessero servire a salvare la Fiorentina dal fallimento. La stagione seguente fu la volta di Manuel Rui Costa al Milan (ed in quel caso le lacrime scorsero ancora copiose all'Artemio Franchi, in un torrido pomeriggio del giugno 2001) e di "Francescone" Toldo all'Inter. E siamo ai giorni nostri: nel 2007 se ne va Luca Toni ed oggi...aspetta non mi ricordo...ah si! Felipe Melo. Quello che, grazie a Firenze e la Fiorentina, è diventato titolare della nazionale brasiliana. Quello che, grazie a Firenze e la Fiorentina, va a guadagnare 2,5 mln. di euro l'anno vestendo una maglia costantemente fuori moda, in bianco e nero, e che magari ci ritroveremo contro in Champions League. Quello che ha totalizzato "enne" giornate di squalifica, compresa quella dovuta all'espulsione di Lecce nella partita più importante, quella della Champions, regalando un triste spettacolo su molti campi italiani. Insomma, come si suol dire, ce ne faremo una ragione.
Chiudiamo con una tiratina d'orecchie ed una considerazione: appena ieri Pantaleo Corvino si è concesso una piccola bugia negando l'ipotesi di un incontro imminente con la Juventus e millantandone uno, fantomatico, giovedì con l'Arsenal di Wenger. Glielo concediamo, è il gioco delle parti. Allo stesso tempo il ds di Vernole ha promesso che la cifra ricavata dalla cessione di Melo (ricordiamolo, 20 mln. di euro più l'intero cartellino di Marchionni) sarà reinvestita totalmente sul mercato. Ecco...in questo caso non è una speranza, è una pretesa!