FIORENTINA-TRENTINO, I più ed i meno tra i viola
Questi i più ed i meno in casa Fiorentina dell’amichevole di oggi pomeriggio tra i viola di Stefano Pioli ed il Trentino Team:
I PIÙ
HAGI: conferma tutte le ottime impressioni già arrivate nel corso della prima amichevole di pochi giorni fa, pur giocando sull’out destro e non come trequartista puro. Gli basta un quarto d’ora per trovare ancora una volta il gol che bissa il gol siglato da Maxi. Replica in chiusura di prima frazione con una bella conclusione che suggella una prestazione fatta come sempre di estro e colpi d’autore.
SPORTIELLO: lo si segnala per dovere di cronaca per una paratona su Corda a metà del primo tempo, con il numero 10 del Trentino che ha impegnato severamente l’ex Atalanta con una punizione all’incrocio che ha esaltato i riflessi dell’estremo difensore. Resta inoperoso per tutto il corso della partita ma questo basta ed avanza.
MELI: Pioli lo riconferma dietro la punta in posizione di trequartista e questa volta il classe 2000 - dopo qualche difficoltà negli scorsi giorni - si trova a suo agio, sfornando alcune interessanti giocate nello stretto e dimostrando una discreta visione di gioco. Il “millennial” resta un prospetto interessantissimo e non è un caso che la Fiorentina abbia scelto di blindarlo con un contratto di 5 anni.
I MENO
REBIC: esattamente come contro il Val di Fassa, anche stasera il croato difetta di particolare lucidità sotto porta, preferendo provare ad accentrarsi ed andare al tiro piuttosto che servire i compagni di reparto. La sua presenza, lo ribadiamo, è semplicemente di passaggio e la sua conferma è improbabile.
MAGANJIC: rispetto alla gara di pochi giorni fa, dove nella parte finale era stato un vero e proprio mattatore, quest’oggi il ’99 croato difetta a trovare i varchi giusti per servire i compagni o per andare al tiro, affaticato dalle tossine accumulate in questi giorni (dove tra i baby è apparso quello più in difficoltà).
DIAKHATE: gioca in un ruolo totalmente non suo ma, complice l’assenza di Gaspar per infortunio, Pioli è costretto a farlo giocare sull’out destro in difesa. Il classe ’98 è propositivo ma si dimostra troppo di frequente indisciplinato sotto l’aspetto tattico, salendo in zone di campo non di sua competenza e finendo per essere richiamato da Pioli.