CALIENDO, Vi racconto il Baggio di Firenze
Previsto un tuffo nel passato, questa sera, per la città di Firenze. Il capoluogo toscano ospiterà la Nazionale di Cesare Prandelli che affronterà le Far Oer in una gara valida per la qualificazione ad Euro 2012. Ad assistere alla partita, stasera, ci sarà il nuovo presidente del settore tecnico di Coverciano, uno dei calciatori e degli uomini più amati in quel di Firenze e non solo, ovvero Roberto Baggio. Il ritorno del figliol prodigo, quindi, stasera, nella Firenze che lo ha tanto amato e poi, forse, almeno inizialmente, un po' odiato a causa del suo passaggio alla Juventus.
Del Divin Codino che fu di quella Firenze pronta stasera ad accoglierlo a braccia aperte, Tuttomercatoweb ne ha parlato con il suo ex procuratore, ovvero Antonio Caliendo.
Caliendo, partiamo da quel famoso rifiuto di Baggio che in sede di presentazione da nuovo giocatore della Juventus non volle indossare la sciarpa bianconera.
"Beh, quello fu un gesto d'amore verso Firenze, incancellabile come l'affetto che nutre ancora oggi per la città toscana".
Ci svela qualche retroscena legato al Roberto Baggio di Firenze?
"Un retroscena che mi viene in mente è che lui mi ha sempre pregato di non trasferirlo, però era molto giovane e non poteva capire l'importanza di andare in un club dove avrebbe affrontato il calcio a livello mondiale. Quello che posso dire è che lui, più di una volta, rifiutò di lasciare Firenze, arrivammo quasi alla rottura. Non voleva muoversi da Firenze".
E come lo convinse?
"Gli dissi che doveva imparare da Maradona. Maradona lasciò il Barcellona perché vide che non aveva la squadra alla sua altezza e andò al Napoli dove gli venne promesso di creare una compagine alla sua altezza. Il sogno di Roberto Baggio era quello di far vincere uno scudetto alla Fiorentina e segnare il suo nome nell'albo viola. Io ho insistito dicendogli che le uniche squadre dove sarebbe potuto andare erano Milan e Juventus. In un primo momento era in orbita Milan ma poi Pontello lo ha venduto ai bianconeri".
Adesso Baggio è il presidente del settore tecnico di Coverciano. Come lo vede in questo ruolo?
"Il calcio ha fatto un grandissimo acquisto. Ho parlato con Baggio di recente, l'ho trovato molto entusiasta di questo nuovo ruolo e credo che con la sua competenza e la sua serietà sia l'uomo giusto per ricoprire un ruolo in questo calcio".
Chiudiamo con un pensiero alla Nazionale: tante squadre italiane adesso guardano il Sudamerica, è un campanello d'allarme per il futuro azzurro.
"Il problema va affrontato dal profondo: dalle scuole di calcio, dai vivai. Si va a pescare fuori perché non abbiamo talenti, negli anni '50 quando venivano i vari Altafini e Sivori, insegnavano ai nostri giocatori e infatti poi sono nati i Bulgarelli, i De Sisti i Rivera e così via. Oggi invece non abbiamo i vivai di una volta, anzi, si tende a distruggerli. Basti pensare che il Brasile è vent'anni più avanti di noi per quanto riguarda i centri per i giovani. Ora arrivano gli stranieri che non riescono ad insegnare ai nostri e poi tra gli stranieri che arrivano, di fuoriclasse veri, ce ne sono pochi e questo mi dà la sensazione che siamo ad un livello molto basso. Onestamente, ad un certo punto, vedendo la Nazionale ho pensato:'possibile che non abbiamo un fuoriclasse?'.