OCCHI PUNTATI SU... Frey portiere double face
Partita strana quella del Goodison Park. La Fiorentina si qualifica nonostante abbia subito quasi passivamente per 120 minuti e partita strana anche quella del suo portiere, Sebastian Frey, che ha mostrato tutti i pregi ma anche tutti i difetti della sua stagione viola. Indubbiamente il francese ha salvato il risultato in più riprese ed abbiamo contato almeno quattro occasioni dove ha sfoderato interventi risolutivi. Addirittura su una, a metà secondo tempo regolamentare, si è dovuto difendere da una deviazione fortuita di Gamberini versione centravanti. In altre si è mostrato reattivo come ai bei tempi, saltando da palo a palo come un gatto a respingere prima una punizione di Arteta (che fortuna che il basco non ci fosse all’andata), poi le ripetute iniziative di Yakubu, vero incubo per la difesa viola, piuttosto che frenare la veemenza dello scarsocrinito Jonshon, al quale gli andrebbe fatto più volte l’antidoping vista la forza fisica e la resistenza mostrata nei 120 minuti disputati. Quindi la ciliegina del rigore parato nella "lotteria dei calci di rigore” dove ha sublimato l’immagine del gatto di cui sopra. Poi, come per incanto, tornano fuori le incertezze palesate soprattutto in quest’ultimo periodo, ed allora succede che sul primo gol Seba se ne guardi bene dall’uscire (si era nell’area piccola, da sempre regno del portiere) e la Fiorentina subisca la rete dello 0-1. E sul secondo, tanto di cappello al tiro radente di Arteta (ancora lui) ma un piccolo ritardo nel tuffo ha favorito il raddoppio inglese (insieme alla libertà eccessiva lasciata al fantasista spagnolo dai due centrali viola, Dainelli e Gamberini).
Lo diciamo non per colpevolizzare oltremodo la prestazione di Frey che ripetiamo è stato probabilmente il migliore in campo fra i viola, quanto per ribadire che alcune incertezze, soprattutto, ripetiamo, manifestate nell’area piccola di rigore, si stiano ripetendo in maniera preoccupante. Ricordiamo i gol subiti sempre in coppa Uefa col Rosenborg, piuttosto che il pareggio di Muslimovic a Bergamo, e ancora il momentaneo pareggio Juventino di Sissoko, quando Frey usci in modo avventato favorendo la rovesciata vincente del giocatore del Mali. Lo sappiamo, Frey vive un momento di grande incertezza sul suo futuro, e questo nonostante le rassicurazioni ufficiali. Da una parte le sirene del nord, col Milan in testa, che suonano, e più che altro suonano fior di milioni di differenza fra il contratto propostogli da Della Valle e Corvino e ciò che guadagnerebbe alla corte di Berlusconi. Dall’altra una situazione di vita ideale in riva all’Arno con una tifoseria che lo idolatra ed un tecnico che stravede per lui e che è stato negli anni fondamentale per la sua crescita e la sua affermazione ad altissimi livelli. Che fare allora? I soldi, la gloria, la Champions League, la grandissima organizzazione e prestigio del Milan, oppure Firenze con tutti i suoi pregi ma anche (vedi il conto corrente) con qualche difetto? La scelta lo capiamo, non è semplice, anche perché carta canta ed il contratto con i viola scade nel 2011 e i Della Valle con Corvino in testa hanno dimostrato di essere fra i pochi nel mondo del calcio a far valere ancora quel pezzo di carta che per altri invece, è solo un optional.
Frey, quindi, un portiere double face, nel rendimento, nell’incertezza di dove proseguire la carriera, e anche nel dubbio, spesso fatale, se uscire nell’area piccola oppure no. E allora ci permettiamo un consiglio; probabilmente è proprio quest’ultimo è il primo dubbio che si dovrebbe togliere, perché fino ad ora, alla fine, è sempre andata bene, ma è meglio non sfidare troppo la buona sorte. E poi, come recitava il proverbio, non è sempre domenica. Come abbiamo visto, si continua a giocare anche di mercoledì, o al massimo di giovedì. Attenzione.