"CATTIVI PENSIERI", Prandelli lascia? No! Anzi, raddoppia. A patto che...
...tutti quanti facciano un salto di qualità: società, tifosi, critica e buon ultimo, anche lui... il mister. Andiamo con ordine: il titolo della nostra riflessione (è fin troppo facile intuirlo) prende spunto dalla celeberrima trasmissione di Mike Bongiorno "Lascia o raddoppia", la madre di tutti i quiz, fortemente in voga a cavallo degli anni 50'. Protagonista era un concorrente che ad un certo punto doveva rispondere alla fatidica domanda: "Lascia o raddoppia?" Più o meno il quesito che deve essere passato per la testa a Cesare Prandelli giovedì sera dopo l'eliminazione in coppa Uefa, ed al quale, vedendo il suo comportamento e la sua reazione sabato pomeriggio ma anche domenica dopo l'1-1 di Reggio Calabria, non ha saputo ancora dare risposta. Almeno pubblicamente, perchè noi, al contrario, siamo certi che Cesare non lascia, anzi, semmai raddoppia, nel senso dell'impegno e della dedizione alla causa viola. Abbiamo aggiunto la postilla "a patto che...", segue una serie di condizioni, fra le quali la prima investe la società e Corvino. Scindiamo i due soggetti: Prandelli vuole, esige, pretende il centro sportivo, o in via immediatamente subordinata l'uso dei "nuovi campini" promessigli da mesi. Una "cittadella viola" vale 6/7 punti in più in classifica, questa è stata la stima del tecnico di Orzinuovi (concetto ripetuto fino alla noia). Ai fiorentini ne basterebbero 3/4 e siamo certi che il quarto posto, con conseguente qualificazione in Champions League, sarebbe assicurato ogni anno.
Capitolo Corvino: 15 giorni fa c'è stato un importante chiarimento nel quadrangolare Mencucci, Della Valle, Corvino, Prandelli. Era un venerdì, sulla tavola c'era del buon pesce e del vino bianco amabile (frizzante, secondo tradizione) e Cesare Prandelli ha preso definitivamente in mano la situazione. Tradotto in soldoni..."si fa come dico io", dopo di che sono state gettate le basi per il futuro. I prodromi di tale accordo (e quì veniamo, nello specifico, a Corvino) si erano già visti nel mercato di gennaio dove il ds viola aveva sfoltito sensibilmente la rosa secondo i dettami di Cesare, ottenendo così il risultato di eliminare i mugugni dello spogliatoio, e nel contempo promettendo di accontentare economicamente i giocatori rimasti che vedranno ripartito tra di loro l'esiguo monte ingaggi. Questi i primi successi della politica Prandelli, ma siamo convinti che in futuro ne vedremo altri, tutti funzionali al progetto "Fiorentina".
I tifosi: nonostante Prandelli dica che i tifosi sono dalla sua parte e lui stesso sostenga: "non ce l'ho con la piazza", lui per primo sa benissimo che sta montando un accenno di fronda nei suoi confronti (come testimoniano i messaggi che arrivano alle radio) che gli rimprovera sopratutto la mancata valorizzazione dei giovani (dove sono quelli buoni, però, da lanciare, aggiungiamo noi?) e la cattiva gestione del caso Pazzini che sta...impazzando in quel di Genova. Meno isterismi quindi, più equilibrio, meno umoralità (esemplificativo, sono parole del tecnico, il caso Santana, prima fischiato quasi contestato, poi rimpianto a più non posso dalla gran parte del tifo).
La critica: idem dicasi per giornalisti, commentatori ed opinionisti. Prandelli vuole una critica costruttiva, non dettata dai risultati del momento (leggi i due cambi di Amsterdam, vera e propria goccia che ha fatto traboccare il vaso), più riconoscenza per i 3 anni e mezzo della sua gestione e incondizionata ammirazione per il "miracolo" compiuto in coppia con Corvino. E' difficile per noi commentare queste richieste e/o desideri del "mago di Orz" essendone coinvolti in prima persona. Diciamo che ci impegneremo (ammesso che riteniamo giuste certe affermazioni) ma non garantiamo...
Ed arriviamo a lui, Cesare Prandelli, per il quale nutriamo, oltre che una grandissima ammirazione mista a sconfinato rispetto, una convinzione. "Sarà capitato anche a voi..." (stavolta la citazione è da una canzone di Raffaella Carrà) di discutere piuttosto che litigare con una persona che vi sta particolarmente a cuore, alla quale tenete più di altre. Vi sarà capitato, invece, di interagire con un interlocutore del quale non vi interessa niente e di averlo snobbato lasciandolo cuocere nel suo brodo. Ecco, questo è esattamente quello che sta capitando a Cesare Prandelli. Il mister viola ha talmente a cuore la causa viola, vuole a tal punto portare avanti e realizzare il progetto Fiorentina che ha moltiplicato alla "n", inconsciamente, la sua "permalosaggine" ed ha accusato in maniera esponenziale anche quella che, a nostro parere, possiamo considerare solamente un accenno di critica, da qualsiasi parte sia venuta. Percui ribaltiamo il discorso: troviamo solo positività nello sfogo di Prandelli, che crediamo sia stato fatto scientemente, premeditatamente, allo scopo di sensibilizzare tutte le componenti che girano intorno alla Fiorentina per ricompattare l'ambiente ed invitare tutti a remare dalla stessa parte. Con questo lungi noi dal dire che Prandelli abbia fatto bene ad alzare tutto questo polverone, ma se serve (e lui è convinto che serva), faccia pure, noi abbiamo fiducia in lui. Prandelli raddoppia abbiamo detto, anzi di più... triplica. Lui non è tipo da mollare tutto ed abbandonare la baracca così, d'emblèe. Lui in certe occasioni reagisce di pancia, come lui stesso ama dire. Ma Prandelli è grato alla città di Firenze, vi è entrato dentro, è diventato uno di noi. Prandelli vive sul sentimento della gratitudine, non dimenticherà mai la sacralità di quell'assordante minuto di silenzio in onore della moglie Manuela, non dimenticherà mai il rispetto dei fiorentini e la discreta partecipazione al dolore, suo e dei propri figli. Prandelli ha una parola sola, l'ha ripetuto più volte, vuole vincere a Firenze e farà di tutto per farlo. Prandelli è bravo e buono, ed ha un solo difetto...che ogni tanto vuole sentirselo dire e sopratutto non vuole sentir dire il contrario. Che ci volete fare...a ognuno il suo.
L'ultima considerazione è sulla squadra. Noi siamo altresì convinti che il mister abbia alzato questa cortina fumogena anche per proteggere la squadra che quest'anno è "femmina" più degli altri anni. Ragazzi condizionabili dalle critiche, sbattuti al vento della critica, incapaci di regger le pressioni (Vargas docet...) Ci permettiamo di dire che questo è un difetto che deve sparire, un problema che deve essere risolto, o quanto meno attenuato. Perchè la personalità non si compra ed il coraggio (come diceva Don Abbondio) "uno non se lo può dare". Ci possiamo però lavorare sopra, quantomeno per smussare certe debolezze, per acquisire consapevolezza dei propri mezzi, questo lo pretendiamo. E del resto, tutto ciò fa parte di quel famoso salto di qualità di cui sopra...