RICCARDO MONTOLIVO, 27° VIOLAZZURRO AI MONDIALI
Era nell'aria. E del resto una scelta opposta sembrava quasi un delitto di lesa maestà, contro ogni logica. Riccardo Montolivo è il 27° violazzurro che partecipa ad una fase finale di un campionato del mondo. Alberto Gilardino il 26°, Montolivo il 27°, per allungare il totale di 54 presenze e 6 gol, realizzati fino ad oggi. Il primo di tutti era stato Mario Pizziolo, centrocampista di Castellamare Adriatico (Pescara) che nel lontano 1934 collezionò 2 presenze e si laureò campione del mondo. Era l'Italia di Vittorio Pozzo (che si ripeterà 4 anni dopo a Francia 38'), composta da Combi, Monzeglio, Allemandi, Monti, Bertolini e Ferraris IV, che se la giocava appunto con Pizziolo per un posto da estremo destro nel modulo WM. In attacco Meazza e Ferrari trequartisti accompagnavano il trio Guaita, Schiavo e "Mumo" Orsi (oriundo argentino) In finale schiantarono la Cecoslovacchia per 2-1 e fu il primo, storico, alloro. Altri tempi, altri modi di vivere e giocare. Fatto sta che quell'Italia (che non aveva partecipato ai mondiali del 1930 in Uruguay per risparmiare sulle spese di trasferimento) si ripetette 4 anni dopo in casa dei cugini transalpini, ahimè, senza fiorentini al seguito. Nel 1950 i mondiali si disputano in Brasile. Per la disperazione degli esponenti del futbol bailado vincono gli uruguaiani in una finale drammatica, disputata al Maracanà di Rio de Janeiro, davanti a 200.000 spettatori. Finì 2-1 per l'Albiceleste con i gol di Friaca per il Brasile, Schiaffino e Ghiggia per l'Uruguay. Fu il secondo titolo mondiale per l'Uruguay dopo quello del 1930, ma ciò che caratterizzò la manifestazione fu la raffica di suicidi tra i tifosi carioca che non ressero la delusione e l'umiliazione di aver perso un campionato del mondo in casa loro. A quell'edizione parteciparono due violazzurri, Magli e Pandolfini e quest'ultimo realizzò anche il primo gol della storia dei mondiali col giglio sul petto. Fu contro il Paraguay ma non servì a molto. L'Italia infatti, seppur campione del mondo in carica, se ne uscì mestamente al primo turno. Nel 1954 furono addirittura 5 i viola convocati. Nell'ordine: il portiere Costagliola, i difensori Magnini (2 presenze) e Cervato, i centrocampisti Gratton e Segato (1 gettone). Senza infamia e senza lode la loro partecipazione, con gli azzurri fuori subito al primo turno. Addirittura peggio fu il risultato nell'edizione seguente quando, nel 1958 in Svezia, la compagine azzurra fu eliminata nei turni preliminari senza nemmeno poter accedere alla fase finale. Nel 1962 si riaffaccia un pò di viola in nazionale con Albertosi (0 presenze) e Robotti, che collezionò 3 gettoni senza grande fortuna. Si fece, invece, onore un futuro idolo viola, il brasiliano Amarildo (ala dello scudetto del 1969), che sostituì l'infortunato Pelè dopo poche partite e risultò decisivo nella finalissima contro la Cecoslovacchia (2-1). Nel 1966, l'edizione del disastro coreano, a difendere i colori viola c'era il solo Albertosi che giocò due partite subendo 3 reti, compresa quella celeberrima del dentista coreano Paak-Doo-Ik.
Nel 1970 un uomo solo al comando...Giancarlo De Sisti. Il celebre "Picchio" resistette alle staffette, noncurante delle pressioni mediatiche, mostrandosi perno insostituibile della nazionale di Valcareggi. 6 presenze per lui, ed una leadership indistruttibile. Di quella spedizione fece parte anche Ugo Ferrante, che non vide il campo nemmeno per un minuto. Niente viola nel 1974 ed il solo Giancarlo Antognoni nel 1978. "Antonio" non giocò un gran mondiale, limitato dalla tarsalgia che ne pregiudicò fortemente il rendimento. Giancarlo si limitò a 5 presenze e ad una traversa nella finale 3° e 4°posto, contro il Brasile che ancora grida vendetta. Nel 1982, l'anno del trionfo spagnolo, erano ancora 5 i viola presenti. Giovanni Galli, Pietro Vierchowod e Daniele Massaro non lasciarono traccia, mentre Antognoni (6 presenze, un gol regolare annullato contro il Brasile) e Graziani (7 presenze, un gol decisivo contro il Camerun, 7 minuti in finale appiedato da una lussazione alla spalla) segnarono in modo indelebile la vitoria degli azzurri di Enzo Bearzot. 4 anni dopo Giovanni Galli, appena passato al Milan difese (senza alcuna fortuna) i colori viola al mondiale messicano, mentre ad Italia 90', un altro giocatore appena ceduto (addirittura alla Juve) disputò i mondiali con la maglia viola sotto a quella bianconera: Roberto Baggio. 5 presenze e 2 gol (uno, fantastico, alla Bulgaria...) il suo score, prima di fallire uno dei rigori decisivi nella finale di Pasadena. Negli anni seguenti, si susseguirono mondiali insignificanti per i colori viola: non presenti ad USA 94' (in compenso Dunga alzò la coppa...) i soli Cois e Toldo a Francia 98' (neanche un minuto per loro), Di Livio in Corea e Giappone nel 2002 quando, pochi giorni il quarto di finale (perduto per colpa di Byron Moreno, una sorta di Ovrebo ante-litteram) contro la Corea, Di Livio si presentò allo stadio di Arezzo per giocare la prima partita del campionato di C2 con la Florentia viola, Dal Mondiale, dai 120.000 spettatori di Italia-Corea, ai 5.000 di Sangiovannese-Fiorentina (1-1, segnò al 96' Masitto). Ci vuole un bel fegato e per questo, caro soldatino, te ne saremo per sempre grati.
Nel 2006, poi, l'apoteosi. Luca Toni, altrimenti detto LucaTonieFurmini, è l'alfiere viola. Luca realizzerà due gol, entrambi contro l'Ucraina negli ottavi di finale. Guiderà l'attacco azzurro fino alla finale contro la Francia, entrando di diritto nella storia italiana come il centravanti della nazionale campione del mondo 2006. Oggi tocca a Gilardino, tocca a Montolivo. Sono loro i due eroi in maglia viola, sono loro che portano il nome della Firenze sportiva nel mondo.