VERSO CATANIA, Vargas e Sinisa ritorno al passato
Sarà una frase fatta, ma per Vargas e Mihajlovic Catania-Fiorentina non è una partita come tutte le altre. Juan Manuel Risco Vargas arriva a Catania nell'estate del 2006. In patria lo chiamano “El Loco”, noi l'abbiamo soprannominato “la loco-motiva” (giocando evidentemente sui due termini che indicano follia, ma anche forza motrice), ed arriva alle pendici dell'Etna da perfetto sconosciuto. Il peruviano non ci mette molto per ambientarsi: il pubblico di Catania lo adotta fin da subito, gli vuole bene, lo fa sentire a casa sua. E Vargas corrisponde: “Se segno a Catania ? Non esulto! - ha dichiarato Vargas. Ho troppo rispetto per quella gente, non potrei mai farlo”. In totale con i rossoblù Vargas ha disputato due stagioni dal 2006 al 2008, mettendo insieme 69 presenze impreziosite da 5 reti. Una di queste la realizzò al “Franchi”, il 17 febbraio 2008, quando in un Fiorentina-Catania (2-1 il finale per i viola grazie alle reti di Kuzmanovic e...guarda caso Mutu...) la “locomotiva” raccolse un calcio d'angolo e con una gran botta da fuori area trafisse il malcapitato Avramov (subentrato a Frey da pochi minuti). Era l'1-1 provvisorio, e tutti si accorsero che la “castagna” di quel ragazzo era qualcosa d'importante. La storia di Vargas a Firenze, poi, è fin troppo nota: le difficoltà iniziali, la zavorra del cartellino (Corvino lo pagò a Lo Monaco 12 milioni di euro), la lenta risalita, fino alla consacrazione della scorsa stagione quando risultò decisivo (sopratutto) in Champions League.
Diversa la storia di Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo subentrò ad Atzori alla 16° giornata dello scorso campionato, proveniva da un esonero doloroso maturato l'anno prima a Bologna e Catania, per lui, è stata la rinascita. L'occasione giusta per dimostrare di essere un tecnico “vero”, di poter ambire a panchine prestigiose. Come quella della Fiorentina. Ne siamo certi, Mihajlovic proverà eterna gratitudine (come Vargas) per la società Catania che lo ha ricostruito, valorizzato e per un popolo, quello siciliano, che in pochi mesi lo ha eletto a proprio idolo. Catania-Fiorentina (questo Catania-Fiorentina!) non sarà una partita come tutte le altre nemmeno per la squadra viola. Innanzitutto il ritorno di Adrian Mutu. Tutti (chi più, chi meno) lo attendono come un messia, la panacea per tutti i mali, l'occasione per “svoltare” una stagione fin quì a dir poco fallimentare. Poi c'è la tradizione: contro il Catania, infatti, la supremazia viola assume dimensioni quasi schiaccianti. Nei 10 precedenti della gestione Della Valle, infatti, la Fiorentina si è imposta per 8 volte, con un pareggio ed una sola sconfitta. Passiamo ai precedenti: lo stesso Mutu, il 23 settembre del 2007, decise la partita contro i rossoblù con uno splendido colpo di testa realizzato dopo soli quattro minuti. Il 18 febbraio dello stesso anno la prodezza decisiva fu di Luca Toni, in un Catania-Fiorentina giocato sul neutro di Rimini. I viola partivano da meno 15 e alla fine conquistarono un fantastico terzo posto virtuale. Il 10 maggio 2009, invece, si manifestava il fenomeno del futuro, Stevan Jovetic che dopo 11 minuti realizzò la rete dell'1-0 bissato nel finale da un gol di Zauri. Splendido il gesto tecnico del montenegrino che scappa tra le linee, sfrutta un lancio di Gamberini e batte al volo per quello che fu il secondo gol in assoluto in maglia viola, il primo su azione. Ed ora, la parola al campo.