"CATTIVI PENSIERI", Lo scudetto a Firenze? Questione di centimetri...
C'è una voce che da qualche giorno gira, insistente, in città. La Fiorentina può vincere lo scudetto. Il terzo scudetto. Da dove può nascere un illusione simile, un sogno all'apparenza così irrealizzabile? L'ultimo tricolore, lo ricordiamo ai più distratti, è stato vinto ben 40 anni fa (era il campionato 68'-69'). Si trattò di un film affascinante, con finale a sorpresa. Alla macchina da presa c'era il “petisso” Bruno Pesaola, a centrocampo la regia era di “Picchio” De Sisti, mentre attori protagonisti furono Merlo, Maraschi, Amarildo e “cavallo pazzo” Luciano Chiarugi. Insomma... era la versione cresciuta della Fiorentina "ye-ye" con dietro le quinte (ad orchestrare il tutto) il presidente Nello Baglini, pisano di nascita... ed era tutto dire. Ne è passata d'acqua sotto i ponti, ci sono state due retrocessioni (con altrettante scansate per un soffio), un fallimento, la C2, e l'umiliante cambio di nome e di maglia. Solo un anno, ma che a tutti sembrò un secolo. Di contro la bacheca recita: tre coppe Italia, uno scudetto sfumato ad un quarto d'ora dalla fine, una supercoppa italiana ma sopratutto autentici fuoriclasse col giglio sul petto come Antognoni, Baggio, Rui Costa, Batistuta... E allora, di fronte a tanta abbondanza (nel bene e nel male) come mai proprio quest'anno i tifosi cominciano a rumoreggiare...”questo è l'anno buono, quest'anno ce la possiamo fare?”
Proviamo a dare qualche spiegazione: 1) Il campionato 2009-2010 è un pre-mondiale e, da sempre, i due campionati a cavallo di una manifestazione così importante, logorante, probante mentalmente e fisicamente, sono portatori di sorprese. Ricordiamo la Sampdoria campione dopo Italia 90', il Napoli dopo Mexico 86', ma anche il Cagliari prima di Mexico 70' (ancora lui), la Lazio prima di Germania 74', la stessa Fiorentina scippata prima di Spagna 82'. Il torneo 2009-2010 arriva prima dei mondiali sudafricani e chissà... 2) La Fiorentina di Prandelli viene da quattro campionati esaltanti, quattro miracoli, come ama definirli Corvino. Lo zoccolo duro è rimasto, in molti sono quà dal 2005 (Gamberini, Donadel, Pasqual, Montolivo, Frey, mentre Mutu arrivò appena l'anno dopo...) e, a parte la scorsa stagione quando alcuni innesti scompigliarono il mazzo, questo gruppo non ha mai tradito, crescendo e maturando unito, compatto. Ecco, in questo scorcio di campionato si avverte un ulteriore (definitivo?) salto di qualità della squadra, dovuto all'età ormai matura (ma non vecchia) di alcuni punti cardine e lo stesso Prandelli appare sereno, quasi rilassato, sicuro di avere “fra le mani” una formazione consapevole, finalmente, delle proprie possibilità. 3) Il livellamento del campionato. Eccezion fatta per l'Inter che, nonostante qualche inciampo, sembra ancora di un'altra categoria, le altre cosidette “grandi” balbettano e non poco. Juve, Milan e Roma stanno passando dei brutti quarti d'ora e senza la beffa subita contro la Lazio i viola sarebbero primi in classifica alla pari con i nerazzurri. L'Inter, poi, ha come obiettivo principale la Champions League (paga Mourinho 11 mln. a stagione per questo) e potrebbe subire delle distrazioni con la Fiorentina a ruota, pronta ad approfittarne. 4) La Fiorentina sta per recuperare il miglior Mutu (la notizia della sospensione della multa è stata decisiva nell'alzata di scudi del popolo viola) ed aspetta la definitiva consacreazione di Montolivo. Può contare sugli enormi margini di miglioramento di Jovetic, ha un Vargas irriconoscibile (ma sarà la stessa persona dello scorso anno?), vanta una volta di più la miglior difesa del campionato, protetta da un portiere “super” e da un signore (Cristiano Zanetti) che nel 96' fu venduto per soli 1.5 mld. di lire e che è tornato a “miracol mostrare”. 5) Le recenti, mirabolanti, prestazioni. Fiorentina-Liverpool è stata definita la partita perfetta, e sfido chiunque a dire il contrario. Contro la Lazio, poi, il gioco è scorso via fluido, veloce, le due catene sulle fasce hanno funzionato a meraviglia. Peccato, semmai, per la poca precisione sotto rete ma Gilardino...aveva la febbre (e comunque in 20' il gol buono lo aveva fatto). Qualche settimana prima c'era stato Lione (ottimo primo tempo), le convincenti prove con Palermo, Cagliari, Sampdoria ed infine Livorno, la controprova della maturità acquisita. Però...c'è un però, anzi due. La storia della coperta corta non è un'invenzione giornalistica (basti vedere a quali artifizi tattici è stato costretto Prandelli una volta squalificato Gilardino in Champions) e dobbiamo aspettare qualche settimana per capire quanto sia corta questa coperta e se sarà possibile allungarla a gennaio. Poi, come abbiamo titolato, tra la Fiorentina e lo scudetto è...questione di centimetri. La frase (qualcuno di voi la ricorderà) è dell'ex-presidente della Roma, Dino Viola. Risale al 10 maggio 1981 quando al “Comunale” di Torino andò in scena Juventus-Roma, decisiva per lo scudetto ed a 10 minuti dalla fine fu annullato dall'arbitro Bergamo di Livorno un gol regolare al romanista Turone. Ci furono polemiche a non finire e da lì, la famosa affermazione del massimo dirigente giallorosso: “Lo scudetto alla Juventus? Questione di centimetri.” 28 anni dopo il fatto si ripete (con modalità diverse visto che qui si tratta, non di un fuorigioco, bensì di un pallone respinto oltre la linea di parecchi centimetri) ma la sostanza è la stessa: un furto bello e buono, che ha privato la Fiorentina di un meritato primo posto in classifica (seppur in coabitazione con Inter e Sampdoria). E, alla prossima, c'è proprio Juventus – Fiorentina.
Cosa si evince da tutto questo? I motivi di illusione dei tifosi viola sono inoppugnabili, ma, ahimè, è difficile anche negare gli ostacoli oggettivi che nascono dal diverso peso politico che passa tra la Fiorentina e le altre “grandi”. Questione di centimetri ma anche di influenza sul palazzo, sudditanza psicologica nei confronti degli arbitri, diversa ingerenza mediatica... Insomma, come sempre, il terzo scudetto può attendere.