FIRENZE HA IL SUO RE. Mutu, passato, presente e futuro della Fiorentina.
Se ieri nell'area metropolitana fiorentina fosse stata trasmessa in chiaro Bielorussia-Romania, potete star sicuri che avrebbe fatto molta più audience di Italia-Francia. L'amore tra la città del Fiore e la Nazionale azzurra è morto da tempo, ben prima del famoso Italia-Messico giocato all'allora Stadio Comunale. Sarà per la presunzione ed il campanilismo tipici di noi fiorentini, sarà per i soprusi subiti dall'82 (quella di allora, com Galli, Antognoni, Massaro e Graziani fu forse l'ultima rappresentativa nazionale ad infiammare i cuori dei fiornentini) ad oggi, ma quei giocatori con la maglia azzurra a Firenze creano davvero poco interesse. Se poi si pensa che sullo stesso terreno in cui l'Italia ha affrontato ieri la Francia i Viola hanno dato vita pochi giorni fa ad una prestazione maiuscola, il filo-esterismo dei Fiorentini appare anche dal punto di vista tecnico giustificato. Al Meazza ieri sera si è visto il solito Pirlo stanco ed impreciso di Milan-Fiorentina, partita in cui lo spesso criticato Liverani lo ha sovrastato, due esterni difensivi a cui il nostro Pasqual, almeno in questa fase della stagione, rifilerebbere almeno un paio di secondi sui cento metri. Firenze da qualche anno, però, è diffidente anche verso i propri beniamini; forte è ancora lo scotto patito in occasione delle partenze dei vari Batistuta, Rui Costa, Toldo e, last but not least Luca Toni e soprattutto il ricordo delle "messe in mora" di Mijatovic e Marco Rossi: niente cori per i singoli giocatori, c'è solo la maglia, niente idoli, conta solo il gruppo.
Ma Firenze un idolo lo sta ritrovando, lentamente, con pazienza ed attenzione, ma gli amori che nascono così spesso sono quelli che durano di più. Quando arrivò un anno fa molti erano gli scettici, e quando lui iniziava a smentirli sul campo a suon di reti, assists e giocate sopraffine c'era chi disquisiva sulla sua posizione in campo. Quest'estate, nonostante a Castelrotto già si sentissero cori inneggianti al "fenomeno", molti presagivano un'annata non all'altezza, almeno a livello realizzativo, della precedente, perché davanti non avrebbe più avuto l'ariete Luca Toni a creargli spazi. E invece lui, Adrian Mutu, gli spazi se li è creati da solo, non solo in campo, ma soprattutto nel cuore della gente. E se lunedi, con la seconda rete in due partite in campionato, ha zittito San Siro, ieri, con la sua doppietta e con una prestazione esemplare, ha stupito l'Europa e, probabilmente, conquistato definitivamente il cuore della Firenze calcistica tutta.