ED ORA L'INTER
Non si è risparmiata la Fiorentina, ieri, nel maestoso impianto ateniese. Non è nei programmi della società snobbare la UEFA. Come non lo è sicuramente in quelli di Cesare Prandelli, al quale ieri i giocatori hanno dedicato la loro più che dignitosa prestazione. Non è un caso che in Fiorentina non si parli di turnover ma di "gestione delle risorse". Come non è un caso che quella viola sia l'unica compagine italiana rimasta in questa competizione. Ma tra poco più di 48 ore la squadra si troverà ad affrontare uno degli appuntamenti più importanti della stagione. Nelle parole dei giocatori dopo la gara con l'AEK, il riferimento più ricorrente, dopo quello, doveroso e sentito, al mister, era quello alla partita con l'Inter. Da un paio di anni a questa parte, da quando cioè è iniziato a cambiare il vento nel calcio italiano, quella coi nerazzurri è divenuta una delle rivalità più accesse per i Fiorentini. E la partita coi campioni d'Italia arriva in un momento del tutto particolare per la città: dopo la tragedia occorsa a Cesare Prandelli la città e la squadra sono ancora più unite. Firenze si è stretta attorno ad un uomo che in poco tempo si è fatto subito amare.
La squadra ha stretto i denti in un momento particolarmente difficile ed ha portato a casa due pareggi preziosi. Ora però Firenze e la Fiorentina vogliono la vittoria. E la vogliono soprattutto per Prandelli, che domenica ci sia o meno sulla panchina del Franchi. E' chiaro però che la speranza di vedere domenica l'allenatore gigliato a bordo campo resta grande. Senza togliere niente all'ottimo Pin, è lui l'uomo più importante da recuperare. Più del fuoriclasse Mutu. Più dell'affidabilissimo Ujfalusi. Più del sorprendente Gamberini. Le poche ore di allenamento rimaste al gruppo viola prima dell'incontro di domenica ci diranno se veramente la squadra verrà rivoluzionata rispetto all'undici sceso in campo ad Atene o se i protagonisti di ieri sera dovranno stringere ulteriormente i denti. Forse solo gli attimi prima dell'incontro ci diranno se Cesare Prandelli salirà le scalette che dagli spogliatoi del Franchi portano sul terreno di gioco. Due cose sono certe per domenica: un minuto di "silenzio assordante" e novanta di un calore che solo Firenze sa dare in certe occasioni.