VINCENZO ITALIANO TRA SLOGAN, SEMPLICITÀ E AZIENDALISMO

16.07.2021 00:00 di  Stefano Prizio  Twitter:    vedi letture
VINCENZO ITALIANO TRA SLOGAN, SEMPLICITÀ E AZIENDALISMO

Nella cornice splendida del piazzale Michelangelo si presentano in tre: Joe Barone, Pradè e l’uomo del giorno, Vincenzo Italiano. Ma il primo a parlare è il Dg che esprime la solidarietà del club viola per i lavoratori della Gkn, un gesto non consueto nel mondo del calcio che certifica come la Fiorentina a trazione americana sia sensibile verso i problemi del territorio fiorentino. Poi le telecamere e l’attenzione ruotano su di lui, Vincenzo Italiano, ragazzo acqua e sapone del pallone, maglietta bianca col giglio in petto che parla subito di ‘identità’, l’identità che dovrà avere la sua Fiorentina: ‘difendersi bene e attaccare benissimo’, è questo lo slogan portante di questa mia avventura fiorentina’.

Questo ragazzo della porta accanto che ha la forza della pulizia e della semplicità, sembra approdato qui come un viaggiatore e si gira quasi sorpreso, ad ammirare la città la cui vista dal piazzale ha un fascino ulteriore, quasi a dire, ma sono qui per davvero? ‘Divertimento’ è un’altra delle sue parole d’ordine, un cardine della sua filosofia calcistica, divertimento di chi gioca in campo e quindi per riverbero di chi guarda dagli spalti. Ma quassù ci sono anche i giornalisti, ed è normale fiocchino le domande, molte sulla qualità dei giocatori in rosa e quindi sul mercato.

Italiano chiede ‘ due settimane per valutare chi è a sua disposizione’, considerando il rientro dei nazionali dal Sudamerica, dopo il periodo di osservazione Italiano e la dirigenza faranno il punto per capire se manca qualcosa ed eventualmente intervenire. Quello del nuovo tecnico viola è aziendalismo spinto e non a caso Barone e Pradè gongolano udendolo parlare così dinanzi alla stampa, anche perché Italiano aggiunge: ‘ per me c’è comunque già una squadra di livello…’, appare sincero e onesto questo allenatore della porta accanto, poco pretenzioso e che non strizza l’occhio al mercato, non chiede ‘regalini’, non si porta appresso procuratori, ma come i mister della vecchia scuola, sembra disposto semplicemente ad allenare al meglio il gruppo che la società gli mette a disposizione.

Almeno è così per ora, poi si vedrà perché un domani, acquisita forza contrattuale, anche Vincenzo, che di ambizione ne ha da vendere, lo dimostra come abbia agguantato al volo il treno per Firenze malgrado l’accordo già firmato con la precedente squadra, anche lui, dicevamo, avrà le sue pretese. E poi è lui a darsi forza ancora con un altro bello slogan: ‘Nessun confine, solo orizzonti’, Italiano pratica nel calcio da troppi anni, per non sapere che la benzina per questo magnifico giochino è il sogno, non a caso nomina come un rosario  gente come Rui Costa, Batistuta, Antognoni, Socrates: ‘Del quale avevo la figurina’.

Già perché se è vero che fino ad Agosto non si parla di nuovi arrivi e che certe bandiere non esistono più, è altrettanto vero che le storie d’amore calcistico esistono ancora e qui a Firenze ne abbiamo  un gran bisogno. Davvero non può bastare arrangiare un Pulgar regista, anche se è un ruolo che ha ricoperto, come conferma Italiano. No, non basta, bisognerebbe proprio provare a fare qualcosa di più.