PEDRO: LA FIORENTINA RIFLETTE. PRANDELLI VUOL VEDERLO BENE. VOGLIA DI CENTRAVANTI…MAGARI MILIK. PRIMI GIORNI DI LAVORO MOLTO POSITIVI: DIFESA A 4 IPOTESI MA NON CERTEZZA
Onestà intellettuale, assistendo all’exploit di Pedro, imporrebbe di porgere a Daniele Pradè delle scuse. Il mestiere del diesse è difficilissimo, le critiche il pane quotidiano, i complimenti eventi sporadici perché l’Italia oltre ad essere il Paese di 60 milioni di ct è pure quello di altrettanti direttori sportivi. Pradè ci aveva visto giusto anche se 14 milioni per qualcuno potevano sembrare troppi. Spesi per un 22enne non molto conosciuto, ma che a 21 stava passando al Real per 30, salvo poi veder saltare tutto a causa di un maledetto crociato anteriore. Sì, oggi possiamo dire che quella operazione dell’agosto 2019 non era sballata. Ma è altrettanto vero che che a gennaio la società viola ha avuto poi un eccesso di fretta nello sbarazzarsi di lui. Sul piano economico nessuna rimessa, anzi, ma su quello tecnico lo sbaglio c’è stato. Un errore indotto da una bocciatura generale della piazza. Compreso chi scrive è stato frettoloso nella sentenza. Non c’è stata pazienza nell’aspettare un ragazzo dal fisico possente e buoni piedi, ma appesantito, al limite del goffo, dalla zavorra di quel maledetto infortunio e da un recupero più lungo del previsto. Senza dimenticare la cronica difficoltà del campionato italiano per chi viene dal Brasile e ha bisogno di mesi per adattarsi.
Oggi siamo increduli di fronte alla raffica dei gol di Pedro col Flamengo e ancora di più dinanzi agli attestati di stima del ct Tite: la nazionale brasiliana non è quella lussemburghese, con il rispetto dovuto.
Il sospetto che in Brasile sia più facile masticare gol esiste da sempre, ma sono tanti anche quei campioni che hanno fatto bene là e qui da noi. Poi ci sono stati anche quelli come Gabigol: meteora interista e adesso di nuovo goleador in patria. Il dubbio, dunque, resiste. Legittimo, ma dubbio per dubbio vale anche quello che sta permeando le menti dei dirigenti viola, in testa Pradè. A gennaio la società viola ha scelto comunque di tenersi una uscita di sicurezza, inserendo una “recompra”. In più ci sono rapporti molto forti col giocatore, con chi lo assiste e col Flamengo. Morale: se la Fiorentina decidesse di riportarlo in Italia l’operazione tecnicamente sarebbe possibile. Pedro è rimasto male per la bocciatura, ha l’anima ferita, ma di Firenze si era innamorato. Puntare sul suo orgoglio graffiato e sulla voglia di urlare ai fiorentini che si sono sbagliati sul suo conto, potrebbe essere una bella idea. E se i dirigenti della Fiorentina si stanno facendo delle giuste domande su Pedro, in casa viola c’è chi può trovare le risposte adeguate: Cesare Prandelli. Il tecnico vuole vederci chiaro, non fosse altro per una stimolante curiosità, tipica di chi si ciba di calcio. Prandelli lo studierà a fondo per capire se Pedro sia buono solo per il Brasile, dove le difese, questo sì, sono molto più allegre di quelle italiane - che beninteso sono meno rigide di qualche tempo fa - o se al contrario sia il numero 9 di cui la Fiorentina ha un gran bisogno. I gol di Pedro fanno molto rumore e prima di perdere definitivamente un calciatore capace di trasformarsi in uno storico rimpianto, sarà bene produrre tutte le valutazioni e gli approfondimenti del caso. Gli eventuali successi di Pedro lontani dall’Arno equivarrebbero a delle lame infilzate nelle carne di chi non ci ha creduto.
Gennaio si avvicina, ormai manca poco alla sessione invernale. La voglia di centravanti è ben presente nella Fiorentina. Vlahovic e Cutrone avranno un mese e mezzo a disposizione per dimostrate tutto a Prandelli. Per Kouame è un discorso diverso: Cesare lo ha sempre considerato un attaccante esterno o seconda punta. Ora restano in due a lottare per la maglia di bomber.
Il venticello napoletano soffia verso Firenze, rilanciando prepotentemente la chance Milik. Il polacco si è calmato, adesso non ha più voglia di “rifiutare il mercato”, come aveva spiegato Pradè. Milik ha capito che se resterà a sedere fino a maggio, l’Europeo lo vedrà in tv. Il Napoli lo darebbe volentieri alla Fiorentina, ma c’è la concorrenza del Tottenham, pesantissima, e quella della Roma. Eppure la sensazione è che il club viola ci possa tornare convinto sul vecchio obiettivo. Per Prandelli sono i giorni della ricognizione sul pianeta viola. Mancano 6 uomini all’appello, in giro con le loro nazionali, ma con gli altri Cesare sta approfondendo il lavoro. Sembra che la squadra risponda benissimo. I viola sono attenti e concentrati perché il nuovo corso va compreso in fretta. Ci sono ipotesi di modulo, dal 4-3-3 al 4-2-3-1, ma non esistono certezze. Nemmeno sulla difesa a 4 perché tutto dipenderà dalle condizioni dei difensori viola, a cominciare da Pezzella che sta provando a forzare per essere disponibile tra una settimana col Benevento. E’ partita l’era di Cesare. Speriamo sia aurea.