LA SUPERCOPPA PRIMA DEL MERCATO, IN ARABIA LA FIORENTINA SI AFFIDA AL CUORE DI ITALIANO E DEI SUOI. RESTA SEMPRE VARGAS. FRANCHI E PADOVANI, DILAGANO LE POLEMICHE: CUI PRODEST?

16.01.2024 10:28 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
LA SUPERCOPPA PRIMA DEL MERCATO, IN ARABIA LA FIORENTINA SI AFFIDA AL CUORE DI ITALIANO E DEI SUOI. RESTA SEMPRE VARGAS. FRANCHI E PADOVANI, DILAGANO LE POLEMICHE: CUI PRODEST?

Priorità alla Supercoppa, ci mancherebbe altro, sebbene in tanti probabilmente accoglierebbero più che volentieri un innesto last minute in vista del torneo in Arabia Saudita. Invece secondo le ultime indicazioni filtrate da casa viola sarà ancora solo e soltanto il campo a determinare fortune o sfortune, cominciando con la sfida al dolorante Napoli di Mazzarri per arrivare a un’eventuale finalissima nella quale affrontare una tra Lazio e Inter. Non sarà il mercato insomma a sostenere la Fiorentina in questo torneo dai contorni discutibili, ma ancora una volta il cuore e il carattere che ha consentito ai viola, e al loro allenatore, di rimettere in equilibrio il match con l’Udinese.

Una scelta non propriamente in linea con gli orizzonti che tecnico e squadra si sono costruiti intorno, tanto più adesso che in gioco c’è il primo trofeo stagionale per una Fiorentina in corsa su tutti gli altri fronti. Nelle prossime due settimane si possono ancora alimentare le speranze di rinforzi adeguati alla difesa dell’attuale quarto posto, ma in tal senso il profilo di Ngonge per la fascia offensiva è da depennare dopo il blitz del Napoli, e il fatto che Italiano si ritrovi ad affrontare il primo dei due round di Supercoppa con l’unico Faraoni in più dal mercato lascia più di un dubbio. Se non proprio in termini di ambizioni quanto meno sul piano squisitamente numerico di un organico oggi costretto a sperare di recuperare Sottil e Nico Gonzalez per non ritrovarsi con scelte obbligate, e fin qui poco producenti, come quelle legate a Ikonè e Brekalo.

Così non sembra particolarmente difficile spiegarsi perché ancora la casella dell’esterno non si sia riempita, tanto più a fronte di una cessione di Brekalo che pareva fatta alla Dinamo Zagabria e per la quale adesso si sono inserite in scia anche Salernitana e Besiktas. Sullo sfondo resta l'obiettivo per le corsie esterne con Vargas dell’Augsburg per il quale le offerte giuste però sarebbero soltanto in arrivo e non in procinto di essere accettate. Lecito che la dirigenza viola non voglia farsi prendere per il collo in un mercato insidioso come quello invernale, un po’ meno che Italiano ancora giovedì sera si ritrovi a fare i conti con una truppa di esterni come minimo in difficoltà (almeno questo le ultime gare raccontano).

E mentre anche altre uscite dovranno essere organizzate, sia nel caso di Barak sul quale c’è il Napoli che in quello di Infantino per il quale è plausibile immaginare una cessione in prestito, è ancora lo stadio a far discutere il popolo viola. Più di quanto non stia facendo il calciomercato. La contestazione della curva nei confronti del Sindaco Nardella pare dimenticare il ruolo del club, che se sul fronte stadio ha lasciato tutto in mano al Comune come recitava un comunicato di qualche tempo fa in cui si definiva la questione chiusa, su quello di un impianto temporaneo continua a ribadire risposte più distruttive che costruttive.

D’altronde in assenza di certezze su una proroga per i lavori del Franchi, che consenta la presenza degli spettatori durante gli interventi di ristrutturazione, l’unica via cittadina pare esser quella del Padovani, e di conseguenza di un contributo da aggiungere a quanto già messo in preventivo dal Comune (come del resto avvenuto altrove visto che a Cagliari e Bologna le proprietà sono intervenute direttamente con fondi propri anche sugli stadi temporanei) mentre fuori da Firenze per ora sono piovute solo risposte negative come da Empoli o Modena. In uno scenario del genere, e appurato che decretare di chi è stato il peccato originale (che c'è stato, e certamente la vicenda Mercafir è stata un pessimo benvenuto alla nuova proprietà) può aiutare in termini filosofici ma non pratici, se davvero i lavori sono destinati a partire a breve, a chi giova un muro contro muro nel quale già si scorgono scontri politici degni della prossima campagna elettorale?